Una visita speciale
Solitamente il sabato o, più in generale, il fine settimana siamo più liberi dal lavoro e possiamo programmare una serie d’attività impraticabili negli altri giorni. Se hai una famiglia, quasi sicuramente ti tocca andare a fare la spesa o, comunque, girare nei centri commerciali al fine d’acquistare ciò che serve per la casa. Ma il weekend è anche un momento da riservare alla famiglia, andando per esempio a visitare i cari defunti al cimitero. E, se guardiamo al santo che oggi festeggia la Chiesa cattolica, un pensiero al cimitero ci viene spontaneo.
Infatti, oggi ricorre la festività di San Callisto I, papa: una figura molto affascinante vissuta intorno al II secolo e che ebbe un ruolo da protagonista nella comunità cristiana di Roma. Da questo santo prende nome uno dei complessi cimiteriali più famosi della Roma antica: le catacombe di San Callisto. Ma facciamo un passo indietro. Nel I secolo i cristiani non avevano luoghi di sepoltura propri al punto che, se non disponevano di terreni di proprietà nei quali seppellire i propri defunti, spesso ci si rivolgeva ai cimiteri comuni. Basti pensare alla stessa tomba di San Pietro, sulla quale oggi possiamo ammirare la maestosa Basilica d’età rinascimentale: Pietro in realtà venne seppellito nella necropoli sul Colle Vaticano, in un vasto complesso funerario nel quale trovavano riposo le spoglie di centinaia di romani. Analogo discorso per San Paolo, sepolto in una necropoli della Via Ostiense. Occorrerà attendere il IV secolo con Costantino per assistere all’erezione delle due basiliche in superficie come luogo per commemorare i santi apostoli a Roma liberamente.
Col rapido diffondersi della fede cristiana che, specialmente nel contesto cittadino, interessava soprattutto il ceto abbiente, i cristiani iniziarono a seppellire i propri cari in terreni donati da neoconvertiti. Siamo nel II secolo e a questo periodo si riferiscono i nomi di alcuni cimiteri/catacombe che ricordano i proprietari benefattori come le Catacombe di Priscilla sulla Salaria, di Domitilla sulla Via delle Sette Chiese, di Pretestato sull’Appia Pignatelli, ecc. Sebbene tali complessi sepolcrali nascessero su impulso di privati, progressivamente fu la Chiesa stessa a dotarsi di luoghi santi da gestire direttamente. Questo è il caso delle Catacombe di San Callisto sull’Appia Antica. Papa Zefirino affidò la gestione del complesso al diacono Callisto (futuro papa) e, in tale complesso definito anche “piccolo Vaticano”, nel corso degli anni furono deposte le spoglie di 16 pontefici, di decine di martiri e di molti cristiani.
Non so se tu abbia mai avuto la possibilità di visitare una catacomba e di apprezzarne la ricchezza architettonica o iconografica: ce ne sono alcune di rara bellezza che dimostrano l’estrema attenzione dei cristiani antichi per i propri defunti. Ma da dove deriva il termine “catacomba”? Si tratta di una parola composta dal greco “katà+kumbas” ovvero “presso le cavità”: questo termine compare per la prima volta nel III secolo per indicare il complesso di San Sebastiano, scavato nei pressi di alcune cave d’arenaria utilizzate nell’impianto architettonico. In sostanza, quando il cristianesimo era ancora una religione “illicita” ovvero non pubblicamente manifestabile e non riconosciuta dalla Legge romana, i fedeli espletavano le proprie funzioni liturgiche nei luoghi più nascosti: in questa fase prende piede anche il fenomeno della “Domus Ecclesiae” ovvero di abitazioni private nelle quali si celebrava messa e quant’altro. Altre funzioni avvenivano direttamente nelle catacombe.
Tertulliano, un retore cristiano vissuto a Cartagine a cavallo tra la fine del II e gli inizi del III secolo, quando ci parla di alcune misure repressive adottate da governatori locali contro la comunità cristiana, fa riferimento anche al provvedimento di chiusura dei cimiteri perché grandi luoghi d’aggregazione e, di conseguenza, potenzialmente pericolosi per la quiete pubblica secondo il punto di vista romano. Dunque, quando nei prossimi giorni dovesse capitarci di andare al cimitero, pensiamo a quanto esso fosse importante nella Chiesa delle origini. Come dimostrano i primi cristiani, come dimostra San Callisto, custode e amministratore di un luogo santo di sepoltura!
Emanuele Giuseppe Di Nardo
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