Jaime Lannister: lo Sterminatore di Re
Su questo non c’è alcun dubbio: se tutti si soprannominano lo “Sterminatore di Re”, vuol dire che hai compiuto qualcosa di terribile. Tale è la fama di ser Jaime Lannister, il valoroso cavaliere della Guardia dorata, personaggio sul quale Martin pone molto l’accento nei suoi libri e sul quale noi oggi ci soffermeremo. Dalla sua descrizione, appare come il classico principe azzurro: bello, alto, biondo, valoroso, impavido. Eppure è disprezzato da tutto il reame perché, in occasione della ribellione di Robert Baratheon, anziché proteggere re Aerys II fino al costo della vita, quando si rende conto che la situazione è ormai compromessa, preferisce infrangere il suo giuramento e pugnala da traditore il monarca nella sala del trono. Quando gli invasori giungono al palazzo, trovano Jaime seduto sul Trono di Spade con la lama ancora sporca del sangue del re. Questo atto di viltà e di disonore lo bollerà per il resto della sua vita come un traditore ed un uomo inaffidabile e senza scrupoli.
Effettivamente Jamie è così, almeno all’inizio della saga: non ci pensa due volte a buttare giù da una torre il piccolo Bran Stark, colpevole di essersi trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato e di averlo colto in flagrante con la sua sorella gemella Cersei durante un rapporto sessuale. A Westeros, tutti sapevano della loro relazione incestuosa ma nessuno parlava: un po’ come in un qualsiasi paesino della nostra terra, dove girano tante voci ma nessuno ha il coraggio di denunciare. Abbiamo detto che Jamie è un membro della Guardia dorata, la più alta casta cavalleresca: un ordine composto da pochi eletti e finalizzata alla protezione del re. Robert, divenuto sovrano, su consiglio della moglie Cersei decise di perdonare il cognato Jaime dell’assassinio del suo predecessore, riammettendolo nella sua guardia personale. Tuttavia Jamie non colse questo perdono come un’occasione per fare ammenda dei suoi errori ma continuò una vita dissoluta e, da un certo punto di vista, senza morale. Qui però oggi vogliamo focalizzarci su un singolo aspetto: il tradimento. Il sogno di Jamie, sin da bambino, fu quello di diventare cavaliere. Tuttavia l’essere stato nominato come “Cappa dorata” presupponeva un solo voto: il voto di castità. Jamie praticamente non avrebbe potuto contrarre matrimonio ed avere eredi. La storia qui è poco chiara perché, secondo i libri, Jaime avrebbe accettato pur d’evitare un matrimonio combinato dal padre, il severo lord Tywin. Fatto sta che ser Lannister si ritrova in una posizione che ha scelto ma che aveva un costo. E quel costo è stato difficile da pagare, fino ad arrivare al tradimento.
Se penso a Jaime, mi viene in mente un’altra persona che ha accettato una missione, sposandola per tutta la vita fin quando le sue ambizioni si sono fatte talmente alte da portarlo al tradimento: Giuda! Se ci pensi bene, Giuda è stato scelto direttamente da Gesù, il che vuol dire che aveva sicuramente delle qualità. Giuda accoglie questa chiamata, diventa discepolo, segue il Maestro ovunque, affronta anche pericoli per Lui. Ma, quando si rende conto che Gesù non l’avrebbe portato alla gloria terrena, quella stessa gloria tanto desiderata da un cavaliere medievale, in Giuda crollano tutte le sue certezze e, smarrito, commette il tradimento. Doveva amare tantissimo Gesù, eppure in lui fu più forte quella voce interiore che lo spinge a fare cose sbagliate. Solo che, quando sei in un momento difficile e poco lucido, non sai esattamente cosa sia davvero giusto e cosa davvero sbagliato. In questo risiede l’insidia della tentazione: nel mentre ti fa vedere i risvolti positivi del tuo gesto ma, dopo aver compiuto il peccato, il diavolo ti abbandona alla tua desolazione e al tuo dolore. Giuda prova, come sappiamo, a fare ammenda, capisce di essersi sbagliato, ma non si appella alla misericordia di Dio fino a decidere di lasciarsi travolgere da quelle voci interiori che lo portano al suicidio. Jaime, almeno dai libri, fa trapelare ogni tanto di essersi pentito dell’omicidio di re Aerys II ma decise di mettere a tacere quei rimorsi non chiedendo perdono e cambiando vita bensì vivendo in modo libero e dissoluto, come se ormai la sua anima e la sua reputazione fossero irrimediabilmente compromesse. Si lascia andare alle passioni e, senza rendersene conto, non vive più.
Qualche giorno fa un’amica mi condivideva che fa fatica ad ascoltare storie di santi o sante “perfette”, quelle vite nelle quali non scorgi alcun tipo di difficoltà o nessun inciampo spirituale. Mi diceva di sentirsi, invece, molto più vicina a san Pietro, per il suo essere fallibile e amato da Gesù proprio nelle sue debolezze. Ecco allora che, come la scorsa settimana per la resurrezione, anche oggi ci si presentano due strade davanti: il suicidio o il perdono. Noi siamo traditori, fa parte della nostra natura umana e del peccato originale. Anche quando non lo vogliamo, commettiamo degli errori, cadiamo per le nostre fragilità, non siamo sempre fedeli al Signore. Abbi pace in questo: non sei solo! Ma possiamo scegliere se restare a terra o farci rialzare da Cristo. San Paolo diceva che, se il male è potente, Dio è onnipotente. Jaime Lannister, così come Giuda, tradisce la propria vocazione e sceglie di restare nel peccato. Anche Giuda, per certi versi, è considerabile come le “Sterminatore del Re dei re”. San Pietro, invece, torna da Maria piangendo e sperando nel perdono di Dio. La differenza sta nel fatto che Pietro abbia fatto esperienza della misericordia di Dio: si è sentito amato ed il suo peccato era poca cosa rispetto all’Amore. Ser Jaime invece, senza nessuno che gli dicesse quanto fosse prezioso a prescindere dal suo errore, si sente smarrito e non ha la forza per alzare lo sguardo. Allora oggi ti consiglio di guardare alla tua vocazione: forse sei fidanzato, forse sposato, forse consacrato o forse in discernimento. Ognuno ha le proprie sfide legate ad essa. Ma chiedi a Gesù in preghiera di essergli fedele, di non cadere davanti ad una situazione che ti fa male. Se vuoi, puoi concludere con questa preghiera: “Ti prego, Gesù, di non permettere che niente mi separi da Te. Dammi la forza necessaria per affrontare questa situazione e aiutami a tenere lo sguardo fisso sempre su di Te quando sento di non avere più le forze”.
Jaime Lannister è caduto, Giuda è caduto, San Pietro è caduto: solo uno di loro tre però si è rialzato nel nome di Gesù Cristo!
Emanuele Di Nardo
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