Padre nostro: il sole che scalda

Riprendiamo oggi il cammino insieme a san Cipriano, meditando con lui il “Padre nostro”: nello specifico, entriamo nel vivo della preghiera di Gesù approfondendo le invocazioni “sia santificato il tuo nome” e “venga il tuo regno”. Con queste parole s’esprime il nostro vescovo di Cartagine:

“In seguito diciamo: «Sia santificato il tuo nome», non perché auguriamo a Dio che sia santificato con le nostre preghiere, ma perché domandiamo al Signore che il suo nome venga santificato in noi. Del resto, da chi può essere santificato Dio, se è Lui che santifica? Ma poiché egli ha detto: «Siate santi, perché anch’io sono santo», noi nelle nostre preghiere domandiamo di poter perseverare nello stato in cui abbiamo iniziato a vivere dopo aver ricevuto la santificazione nel battesimo. Ogni giorno lo domandiamo. Abbiamo, infatti, bisogno di essere santificati ogni giorno per poter cancellare i nostri peccati con una continua purificazione, dato che ogni giorno manchiamo. Noi preghiamo perché tale santificazione rimanga in noi e poiché il Signore, nostro giudice, dice a chi aveva guarito e restituito alla salute di non peccare più, affinché non gli capiti di peggio, noi ripetiamo continuamente questa preghiera: cioè giorno e notte chiediamo di poter conservare con il suo aiuto la santificazione e la rinascita che riceviamo dalla sua grazia”

Ecco che si apre un nuovo orizzonte davanti a noi: non è direttamente Dio ad essere santificato attraverso le nostre preghiere ma siamo noi indirettamente ad essere santificati da Lui. È come se, dopo un lungo periodo di maltempo, speriamo che torni il sole. In teoria la nostra vita andrebbe comunque avanti, a prescindere dalle condizioni metereologiche, in realtà però il sole ci riscalda e ci mette di buon umore. Il sole ci permette di uscire di casa e tornare nella vita reale. Il sole mette in luce una serie di cose altrimenti poco evidenti in una giornata di foschia. Insomma, Dio Padre ci fa uscire da noi stessi e ci dona quel che ci serve ogni giorno per santificarci. Preghiamolo allora che possa illuminare la nostra vita, ricevendo i benefici dei suoi paterni raggi d’amore, fiducia e sostegno. Cipriano però parla di remissione dei peccati dopo il battesimo. Qui si entra in un tema molto delicato: come trattare i peccati commessi dopo il battesimo? Originariamente le prime comunità cristiane promossero il battesimo in età adulta, dopo diversi anni di preparazione, tenendo conto di una realtà nuova e in uscita, che spesso raggiungeva uomini e donne ormai maturi. Solo con il passare del tempo, quando un bambino nasceva in una famiglia già cristiana, ecco che emerse la possibilità di ricevere il sacramento del Battesimo anche in tenera età. Il battesimo era vissuto con grande partecipazione dai fedeli, era un rito di passaggio importante e definitivo. L’uomo vecchio veniva immerso nel fonte battesimale e da esso usciva l’uomo nuovo in Cristo. Però il peccato fa parte della natura umana e, sebbene il Battesimo cancellasse tutti i peccati precedenti, non aveva una protezione perenne dal peccato. Perché la santità, amico o amica mia che leggi quest’articolo, è un dono di Dio che però richiede la nostra partecipazione, con tanto di sfide e allenamento! 

Proseguiamo con la frase “venga il tuo regno”. Cipriano ci dice su di essa:

“Segue questa invocazione: «Venga il tuo regno». Chiediamo che per noi venga anche il regno di Dio, allo stesso modo con cui domandiamo che il suo nome sia in noi santificato. Domandiamo che venga il nostro regno che Dio ci ha promesso e che è stato acquistato con il sangue e la passione di Cristo per poter regnare in seguito con Cristo Signore dopo averlo servito nel mondo. Carissimi fratelli, anche lo stesso Cristo può rappresentare il regno di Dio. Di lui desideriamo ogni giorno la venuta e ci auguriamo che presto il suo ritorno diventi per noi una realtà. Occorre pregare continuamente per non venir meno al regno del cielo, come avvenne per i giudei ai quali era stato promesso prima di ogni altro. Lo rivela il Signore chiaramente: «Molti verranno da oriente e da occidente e siederanno con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli. I figli del regno invece saranno cacciati fuori nelle tenebre: lì sarà pianto e stridore di denti». Il Signore conferma che i giudei prima erano figli di Dio, perché si comportavano come figli suoi. Quando non si ricordarono di Dio come padre anche il loro regno cessò. Per questo noi cristiani, che abbiamo iniziato a chiamare Dio con il nome di Padre, preghiamo perché venga per noi il suo regno”

Solo se siamo luminosi, solo se ci accendiamo grazie ai raggi di Dio, solo se ci lasciamo plasmare dal suo paterno calore, solo se ci riconciliamo con Dio attraverso un sincero pentimento, solo allora avremo la gioia di chiedere “venga il tuo regno” ovvero di portare Gesù agli altri. Per perdonare, dobbiamo prima sentirci perdonati, lo stesso accade in amore: se da piccoli abbiamo ricevuto amore vero, da grandi le nostre relazioni saranno più stabili. Altrimenti, davanti ad ogni incertezza, andiamo in crisi e tutto diventa tremendamente difficile. Giungendo alle conclusioni, quindi in questa settimana possiamo fare una cosa concreta: santifichiamo il nome di Dio ogni mattina, offrendo la nostra giornata a Lui e chiedendogli d’illuminarci il cammino. Se ne senti il bisogno, ti consiglio di riconciliarti con te stesso e con Dio Padre in confessione. All’inizio avrai mille resistenze perché ti sembrerà preferire quasi il grigiore di una stanza d’ufficio nella quale vedi il disordine ma non t’importa perché ci vivi da solo. Ma dopo un po’ il tuo cuore desidererà aria fresca e gioia piena. Se è tanto che non ti confessi o hai paura di farlo, prenditi il tuo tempo ma chiedi a Dio la forza, iniziando nel tuo intimo ad aprirti a Lui e condividendogli quello che pensi davvero. Sarà più facile poi farlo con un sacerdote. Ricorda cosa dice Cipriano. I giudei dimenticarono di essere figli e il loro regno cessò. Non dimentichiamoci mai di essere figli di Dio, anche nelle situazioni più drammatiche. Un figlio non è mai solo nel mondo. Non sei orfano, non sei stato abbandonato. Sei un figlio amato. Ama come figlio prendendo a modello Gesù, il Figlio. Così la tua vita diventerà preghiera! 

Emanuele Di Nardo

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