La Bibbia, molto più che un libro

Avete presente quel libro che spesso si trova nelle nostre case, o nelle chiese, ma che ci spaventa un pochino perché molto grande e molto misterioso? Cerchiamo di entrare in esso e di conoscerlo meglio… Potrebbe dare una svolta alla nostra vita. Ovviamente parliamo della Bibbia.

Può stupire ma la Bibbia è il libro più venduto al mondo: più del “Libro delle guardie” di Mao Tse Tung, più del “Signore degli anelli”,più del “Codice da vinci” e altri.

Precisiamo innanzitutto l’origine della parola: viene dal greco “tà biblìa”, che significa semplicemente “libri”. Si tratta di una raccolta di libri, alcuni dei quali molto brevi (soli 25 versetti), altri più estesi (il libro di Isaia contiene 66 capitoli). Una grande biblioteca “assemblata” da diversi scrittori in diverse epoche della nostra storia.

La Bibbia nasce da una varietà di tradizioni orali che, progressivamente, sono state raggruppate e messe per iscritto. Questa lenta formazione spiega la ragione per cui nella Bibbia sono presenti generi letterari e stili così diversi tra loro e perché di alcuni libri si possano identificare gli autori mentre di altri essi rimangano sconosciuti.

Ci sono voluti circa mille anni per comporre la Bibbia nella sua globalità, cosi come la conosciamo oggi: si è trattato dunque di uno sviluppo assai lento, che ha visto il testo sacro prendere forma attraverso ambienti, civiltà e culture assai diversi tra loro. Si può dire che la Bibbia sia stata scritta da un intero popolo, poiché essa è andata formandosi con il progredire della storia e della cultura di Israele stesso. 73 libri, scritti in tre lingue: ebraico, aramaico e greco.

Gli autori “manuali” sono circa 40: re, filosofi, profeti, pescatori, poeti, medici…

Nel mondo possiamo sentire delle idee abbastanza standardizzate sull’argomento “Bibbia”: è un librone pesante, è un manuale di regole, è una favola, è inventato dai preti o dalla chiesa ecc.

Queste idee, in molti casi, sono frutto di una mancanza di riflessione profonda sull’argomento, che va invece analizzato soprattutto dall’interno. Ci sono delle frasi che dobbiamo tenere d’occhio con molta attenzione per comprendere meglio, in particolare questa: “Non di solo pane vivrà l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”(LC 3,1-2). Questa è una grande verità, è la verità della nostra vita. “Ogni parola che esce dalla bocca di Dio”! La Bibbia è proprio questo: un dialogo, di Dio con l’uomo, una lunga storia di amicizia, un rapporto mai interrotto, che va avanti da secoli  e che mai si interromperà.

La Bibbia è la rivelazione di Dio stesso a noi uomini. Nella Bibbia Dio ha parlato, ha parlato a noi uomini, perché ha cura di noi.

Possiamo sentirlo? Possiamo comunicare con Lui? Si. Dove? Nella Bibbia.

Tutto quello che Gesù ha fatto, detto, insegnato, è avvenuto non solo per l’umanità, ma per ciascuno di noi: Dio ha a cuore ciascuno in maniera particolare, e con ciascuno di noi vuole avere un dialogo. Potremmo quasi dire che la Bibbia è una lunga lettera che Dio ci ha scritto per avviare con noi un legame che mai si spezza.

Dio si rivela anche in altri modi, come ad esempio nel creato: in un meraviglioso tramonto, o in un mare limpido, lì si rivela la Sua gloria. Però questi modi di rivelarsi di Dio non possono dirci molto di Lui: quello che può dirci molto di lui è la Sua parola, che è contenuta qui.

Non è un po’ troppo dire che Dio nella Bibbia parla direttamente?

Se leggiamo un testo di san Paolo, la lettera al suo amico Timoteo, egli dice che la scrittura è “respirata da Dio”.  Non qualcosa che Lui “scriva” in maniera fredda e distaccata, o che detti a qualcuno, ma addirittura un’azione del suo Essere.

La scrittura è ovviamente umana al 100%, ma è ugualmente al 100% frutto della mente di Dio. Come?

Pensiamo ad un grande edificio, un palazzo ad esempio: un architetto “ispira” la realizzazione dell’opera, mediante il progetto, che segue passo dopo passo, ma “materialmente” non pone nessuna pietra. Eppure nessuno avrà il dubbio di non assegnare a lui il merito dell’opera. Così avviene anche con la Bibbia: l’uomo mette il suo intervento a servizio di qualcosa che è, però, il progetto di Dio.

Gesù stesso ci credeva. Lui stesso considerava le Scritture che c’erano al suo tempo come Parola ispirata,o respirata, da Dio, e così, lungo i secoli, la Chiesa ha continuato a considerare le Sacre Scritture.

Ovviamente questo non vuol dire che la Bibbia non presenti difficoltà o punti oscuri. 

Ci possono essere cose che in un primo momento possono sembrarci contraddittorie, come alcuni eventi storici o alcuni comportamenti che possono sembrarci quantomeno particolari.  Ma più ci sforziamo di capire esclusivamente con la “mente” e meno comprenderemo. Le cose di Dio si possono capire solo se al ragionamento uniamo il ragionare “con il cuore”.

San Francesco, quando non aveva ancora capito quale strada prendere, sentì la lettura del Vangelo durante una Messa: il testo parlava dell’invito di Gesù ai discepoli di non portare nella predicazione né oro, né argento, né pane, né due tuniche ecc. Può sembrare semplicemente una storia antica, di una persona, Gesù, che parla con altre,senza implicazioni per un ragazzo umbro che vive 1200 anni dopo. Francesco però chiede ad un sacerdote di chiarirgli meglio quel passo e, dopo aver udito la spiegazione, esclama: “Ecco cosa cercavo,ecco cosa voglio fare con tutto il cuore!” Capì che stava parlando a lui direttamente, che quello non era solo un racconto della vita di Gesù: quelle parole erano rivolte a lui,e lo aiutavano a capire che strada prendere. Aveva ragionato con il cuore.  

Dio, nella Bibbia, si fa conoscere e ci parla. Ma quali sono gli effetti di quello che ci dice, se cominciamo a prestarvi davvero attenzione, con il cuore aperto?

Porta alla fede coloro che non credono o che non conoscono ancora l’amore di Dio. Dice infatti san Paolo nella lettera ai Romani: “La fede dipende dalla predicazione, e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo”.

Verso la fine del suo Vangelo, l’apostolo Giovanni dice che: ”Queste cose (il racconto sulla vita di Gesù) sono state scritte perché voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché credendo abbiate la vita nel suo nome”.

Com’è possibile questo? Semplicemente perché la Bibbia ci parla di Gesù, sia nel Vecchio Testamento, che è la prima parte, in cui c’è l’attesa per la sua venuta, sia nel Nuovo, in cui è lui stesso a parlare, in cui sono descritti i suoi gesti, i suoi atteggiamenti, le sue giornate…

Lo conosciamo, possiamo imparare ad innamorarci di Lui, possiamo sentire come le Sue parole non si siano esaurite 2000 anni fa, ma siano ancora attuali, per ciascuno di noi, in ogni situazione.

Dona gioia e pace: si, sembra incredibile, ma proprio questo piccolo libricino ha la possibilità di trasformare il nostro cuore, di saziarlo in tempo di fame, di rincuorarlo in mezzo alla tempesta: per ben 365 volte nella Bibbia compare la frase: “Non temere”… in pratica, per tutti i giorni dell’anno… non è casuale.

Difende contro gli attacchi spirituali: Gesù viene tentato nel deserto dal diavolo; ma la forza della parola di Dio, la Sua Verità, la fede che Gesù ha in quelle parole, lo fanno trionfare. Anche noi, nei momenti di difficoltà, possiamo aggrapparci a questo piccolo libro… non rimarremo delusi.

Abbiamo visto quali siano alcuni dei benefici che possiamo trarre dalla lettura della Bibbia,abbiamo visto che grande regalo essa sia. Ma come approfittarne al meglio?

Qualche consiglio:

– Trovare del tempo per leggerla in tranquillità. Non si tratta di studiarla come se fosse un testo universitario, basta semplicemente ritagliarsi 10 minuti al giorno per leggerne un pezzettino e riflettere su quello che mi suggerisce, su quello che può dirmi nella situazione che sto vivendo, su quale consiglio Dio vuole darmi o quale correzione farmi.

– Scegliere un luogo silenzioso, dove nessuno ci disturbi. Un po’ come se avessimo una chiamata importante da fare con un nostro amico.

– Chiedere con fiducia a Dio di parlarci: possiamo iniziare mettendoci a disposizione di Dio, di quello che vuole dirci in quel momento. Non sentiremo cose strane, voci o cose simili. Ma affinché non sia una lettura sterile dobbiamo chiedere questo con fede.

– Finire con una preghiera: chiedere al Signore che le cose scoperte durante la lettura possano essere calate nella nostra giornata,fossero anche cose piccole. 

Sant’Agostino ha scritto: “Tutte le Scritture sono state scritte per questo: perché l’uomo capisse quanto Dio lo ama e, capendolo, s’infiammasse d’amore verso di lui”. Questo ci fa capire che la Bibbia, in realtà, è molto più di un semplice libro.

Francesco Simone

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