Roma, la capitale del Cielo
Il 21 aprile del 753 a.C., secondo la tradizione, è il giorno in cui Romolo iniziò la fondazione della città eterna, che da villaggio anonimo del Lazio divenne la sede del più grande impero della storia antica e che, nel mezzo della sua storia plurimillenaria, accolse in sé la sede di un regno destinato a non finire mai. Si può dire, quindi, che oggi ricorra il compleanno della capitale del Cielo.
Parlare di Roma, soprattutto per noi italiani, è parlare di casa, è parlare di un pezzo di noi, del nostro cuore. Monumenti, palazzi, resti antichi: tutto ci parla di gloria, di fasto, di potenza, dell’ingegno umano spinto alle sue vette più alte, almeno per quello che riguarda l’antichità. Dal 1870 è anche la capitale del nostro Stato. La prima volta che andai a Roma, da piccolo, provai un balzo al cuore vedendo, da lontano, il Colosseo, che appariva e spariva dietro i palazzi della strada parallela alla via che conduce all’Anfiteatro Flavio. Un’emozione fortissima la provai anche osservando l’Altare della Patria e Piazza San Pietro… Da amante dello sport, devo dire che anche andare allo Stadio Olimpico è stata una bellissima esperienza.
Ma, per noi cattolici, Roma è anche qualcosa in più: è la sede del papato, il luogo dove San Pietro, il primo papa, e San Paolo, il primo e più grande missionario della storia, hanno dato la vita per Cristo, la città che la Provvidenza ha scelto per essere il centro della cristianità, da cui irradiare nel mondo la luce di Cristo e da cui abbracciare il mondo intero. Il colonnato del Bernini, in Piazza San Pietro, nasce proprio da questa idea: chiunque, da qualunque parte del mondo venga ed in qualunque condizione sia, deve entrare nella Piazza, avvicinarsi alla Chiesa Madre di tutta la cristianità e sentire il suo abbraccio, l’abbraccio, per l’appunto, di una madre. La grandezza di Roma, cioè, non finì con la fine del suo glorioso impero, ma continuò e fu ancora più viva, una grandezza non più umana, dovuta alle conquiste e alla violenza (gli imperi, per quanto gloriosi, si creano così) ma sovrannaturale, una grandezza che deriva dal sangue versato, per amore, dal Figlio di Dio prima e dai suoi testimoni dopo. La gloria della Roma cristiana si basa su nuovi ideali, su una nuova giustizia, che è quella che Gesù stesso è venuto a portare sulla terra: l’amore del Padre per i suoi figli e dei Suoi figli tra di loro. Certamente, la Roma storica non è stata solamente santità e splendore, ma ha conosciuto anche momenti bui: invasioni, momenti di decadenza, di sconvolgimenti, di crisi. Quello che succede anche nella vita di ciascuno di noi. Ma la sua missione non è mai venuta meno, perché le brutture e gli errori degli uomini non possono cancellare il disegno di Dio, che per noi, e anche per Roma, è un disegno di gloria. Roma è il disegno ed il progetto di una nuova patria, di una nuova grande famiglia, che abbraccia tutta l’umanità, e che va verso una meta comune: il Cielo.
Roma, infatti, spinge anche chi non crede o chi non conosce la fede ad interrogarsi. Le moltissime chiese, il suono delle campane, lo sfilare di uomini e donne con vesti “particolari”, inducono il turista o il passante a rivolgere il suo sguardo verso una realtà che non appartiene al mondo sensibile e tangibile. La bellezza di questa città, che è insita nella sua stessa natura ed è in qualche modo specchio della sua missione, è ricordare all’uomo contemporaneo, anche quello più distratto dalla routine quotidiana, che non siamo fatti solo per le cose di questo mondo, che passano (come la gloria e la potenza della Roma antica), ma che se vogliamo essere infiniti (questa è l’aspirazione più profonda di ogni uomo, a qualunque epoca storica appartenga) dobbiamo ancorare la nostra vita a qualcosa di intangibile, forse, ma infinitamente più duraturo. “La bellezza salverà il mondo”, scriveva Dostoevskij. Non la bellezza in quanto tale, ma per quello a cui essa rimanda. La bellezza di Roma può portare quindi ad entrare in contatto con le domande più profonde che albergano in ciascuno di noi: tutti questi monumenti, tutti questi palazzi, tutto questo splendore, tutte le storie degli uomini che si sono qui susseguiti nel corso dei secoli… Possibile che sia tutto finito? Possibile che la gloria in questo mondo sia sempre e comunque destinata a durare quanto la lucentezza di una giornata di sole in inverno? Possibile che non sia rimasto nulla, se non il glorioso ricordo? Roma dà una risposta: la vera gloria e la vera patria non sono qui, dove tutto finisce, ma dobbiamo alzare lo sguardo verso un orizzonte nuovo, dove la gioia e la pienezza non finiranno mai. E la Città Eterna lo può fare perché su di essa, Colui che è eterno, ha posto il suo sguardo di predilezione.
Ricordiamolo la prossima volta che, COVID permettendo, potremo di nuovo visitare Roma: questo è il luogo che il Signore ha scelto per parlare al mondo, per accogliere gli uomini, per portarli al Cielo attraverso la bellezza, dei luoghi e della verità. Su tutta la Terra ha scelto l’Italia per custodire il germe di un regno nuovo, che non avrà mai fine: la Chiesa. Festeggiamo anche noi, dunque, il compleanno di Roma, sapendo che la sua gloria, la sua vera gloria (e la nostra), troverà compimento nel Cielo, e che quindi non finirà mai.
Francesco Simone
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Caro Francesco,permettimi di chiamarti così perché potrei essere tua nonna .Come sempre mi stupisci per la semplicità delle parole che usi per approfondire certi argomenti. Grazie ancora e ti auguro di realizzare i tuoi sogni nel modo che desideri