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Senza navigatore, guardando le stelle

Qualche settimana fa avevo programmato la mattinata per riconsegnare una serie di lavori prima delle vacanze natalizie: una volta previsto il viaggio con tutte le tappe dai singoli clienti lungo l’itinerario, ho avuto qualche contrattempo legato soprattutto al traffico o all’indisponibilità dei destinatari, dovendo ricalcolare il percorso. Ad un certo punto, non ricordando tutti gli indirizzi, decido d’utilizzare Google Maps ma solo in quel momento appuro un fatto pauroso: la batteria del telefono era al 20%! Mi trovavo a Montesilvano, mancavano ancora tre consegne e non sapevo esattamente come arrivare a destinazione. Il traffico si faceva sempre più denso col sopraggiungere della pausa pranzo e la batteria scendeva inesorabilmente fin quando, giunto ad un incrocio importante, il telefono si spegne. Panico!

Non sapevo dove andare, i ricordi del percorso si facevano sempre più foschi nella mente e, isolato dal mondo, non potevo nemmeno contattare un collega per farmi dare qualche indicazione stradale. Eravamo io e i miei pacchi. Avevo calcolato il tragitto, preparato con diligenza i vari lavori, caricati sul furgone tenendo conto dell’ordine di riconsegna, addirittura fatto il rifornimento del carburante per essere sicuro che finissi tutto senza intoppi eppure mi sentivo smarrito. Nella vita di tutti i giorni spesso può accadere di sentirsi alla stessa maniera, specialmente se, dopo aver pianificato tutto, si presenta un imprevisto che ti acceca e ti toglie tutte le certezze. Credo che almeno una volta sia capitato anche a te di aver sognato a lungo un traguardo, di aver lavorato duramente per ottenere un risultato e, nonostante tutti gli sforzi, è accaduto un imprevisto o, soprattutto, un fallimento non dettato da te che ti ha fatto temere il peggio.

A me è capitato spesso e non perché fossi particolarmente sfigato (o, almeno, spero!) ma in quanto fa parte della natura umana essere soggetta a coincidenze che ci spingono ad adattarci in base a ciò che abbiamo davanti. Tornando alle mie disavventure, decisi di fermarmi in una piazzola di sosta per capire dove fossi esattamente e osservare le strade che si stagliavano sul mio orizzonte. Ricordo che presi come punti cardinali alcuni luoghi o vie che conoscevo meglio di Montesilvano per ritrovare la bussola. Pregando come se non ci fosse un domani nell’abitacolo, arrivai al primo dei tre clienti e, con umiltà, dopo aver riconsegnato il lavoro, mi feci dare le indicazioni per la seconda tappa. Giunto lì, feci la stessa cosa e finalmente, ultimato il giro, potei tornare a casa rinfrancato. 

Nella vita del cristiano può insorgere il rischio di vivere una pianificazione perenne: faccio questo perché mi porterà a quel punto, decido così che tra 10 anni arriverò là. È ottimo progettare, lo stesso Gesù progettò la sua vita pubblica sin dalla scelta dei discepoli. Ma l’eccessiva organizzazione può rivelarsi un male quando ti rendi conto che forse hai sbagliato strada. Quante persone avevano scelto l’università da seguire sin dai primi anni delle superiori e, dopo la laurea, si sono rese conto di aver sbagliato tutto perché quella scelta non era la migliore? Quanti matrimoni falliscono perché dietro non c’è stato un reale discernimento tra fidanzati? 

A volte, proprio come il mio cellulare, può capitare di sentirti scarico spiritualmente e fisicamente al punto dal non sapere più cosa fare: puoi andare nel panico, come lo sono andato io all’inizio, e fare una serie di scelte dettate dalla fretta e dall’ansia oppure abbracciare il buio della notte ed alzare lo sguardo verso le stelle, seguendo la bussola di Dio ovvero la Parola. Può capitarti anche che all’inizio del percorso ritenevi che una meta lavorativa o sentimentale fosse quella più giusta ma, incontrato un ostacolo che ti sbarrava la strada, sei stato “costretto” a ricalcolare il percorso scoprendo grande benedizione in quel fallimento. Tutti i più grandi santi sono diventati tali partendo da un desiderio che non li ha portati dove volevano ma che li ha resi speciali lo stesso. Tutti, inoltre, lungo il sentiero, perdendo la bussola per alcuni tratti, si sono lasciati consigliare da chi incontravano e che sapevano la direzione giusta. Ecco allora l’importanza del vero amico, del padre spirituale, del marito o della moglie quando sei senza navigatore, stanco e hai dubbi sul passo successivo: spesso Dio si serve di chi ti è più vicino per istruire il tuo cuore. 

Io sono riuscito a riconsegnare tutti i lavori non perché sia bravo ad orientarmi o sia il migliore a risolvere problemi, anzi! Ma mi sono affidato ciecamente a Dio perché avevo la responsabilità di ultimare il giro e, non sapendo dove andare, ho chiesto aiuto. E invito anche te a fare lo stesso: non temere se, mentre in preghiera senti che Dio Padre ti fa promesse di gioia e felicità, parallelamente nella tua vita si susseguono delusioni e fallimenti. Fa male, forse fa anche rabbia, ma ricorda che, presto o tardi, troverai la tua via, quella più gratificante: forse hai scelto una meta ma, se prosegui su quella direzione, arriverai ad un punto cieco, forse sei sulla strada giusta ma mancano ancora pochi metri prima di svoltare l’angolo. Non puoi saperlo se rimani fermo. Coltiva la relazione quotidiana con la Parola del giorno, lasciati istruire da Gesù e confida lungo il sentiero.

Ti lascio con queste parole di San Giovanni Crisostomo che sicuramente risultano più toccanti e profonde delle mie: “I nostri padri dei tempi dell’Antico Testamento vedevano gli avvenimenti contraddire le promesse di Dio, eppure non si scandalizzavano né si turbavano. Si affidavano all’incomprensibile provvidenza. Sapendo quanto è ricca e abile la sapienza divina, aspettavano la fine. Nel frattempo sopportavano tutte le avversità rendendo grazie e cantando la gloria di Dio, benché egli permettesse tali prove” (Sulla provvidenza 9, 6)

Emanuele Giuseppe Di Nardo

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