Il Sacro Cuore di Gesù (e il Cuore Immacolato di Maria), cuori ardenti di misericordia
Come ben saprete domani la Chiesa festeggia la solennità del Sacro Cuore di Gesù, una festa piuttosto recente (la prima celebrazione avvenne in Francia forse nel 1672) che cade il venerdì successivo alla solennità del Corpus Domini, festa del Corpo e Sangue di Cristo.
Sebbene tale festività abbia origini antichissime, la prima celebrazione del Sacro Cuore di Cristo avvenne nell’Ultima Cena in cui il Discepolo Amato (Giovanni) appoggiò il capo sul Cuore di Gesù, il motore propulsore lo si trova molti secoli dopo nella santa e mistica Margherita Alacocque (1647-1690).
Per la sua grande umiltà e bontà fu scelta da Dio come destinataria di numerose apparizioni di Gesù, la prima avvenne nel 1673 nel giorno dedicato a san Giovanni evangelista che ricorre il 27 dicembre. In tale visione Gesù le disse: “Il mio divin cuore è tanto appassionato d’amore per gli uomini e per te in particolare, che non potendo più contenere in se stesso le fiamme del suo ardente Amore, sente il bisogno di diffonderle per mezzo tuo e di manifestarsi agli uomini per arricchirli dei preziosi tesori che ti scoprirò e che contengono le grazie in ordine alla santità e alla salvezza necessarie per ritirarli dal precipizio della perdizione. Per portare a compimento questo mio grande disegno ho scelto te, abisso di indegnità e di ignoranza, affinché appaia chiaro che tutto si compie per mezzo mio»[1].
Durante una seconda visione che santa Margherita ricevette ella notò il divin Cuore manifestarsi “su un trono di fiamme, più raggiante del sole e trasparente come cristallo, circondato da una corona di spine simboleggianti le ferite inferte dai nostri peccati e sormontato da una croce, perché dal primo istante che era stato formato, era già pieno d’ogni amarezza […]’’[2].
Durante una terza visione (il venerdì dopo il Corpus Domini nel 1674) Gesù le si manifestò “tutto sfolgorante di gloria, con le sue cinque piaghe, brillanti come soli e da quella sacra umanità uscivano fiamme da ogni parte, ma soprattutto dal suo mirabile petto che rassomigliava ad una fornace e essendosi aperto, ella scoprì l’amabile e amante Cuore, la vera sorgente di quelle fiamme’’[3]. E in quell’occasione Gesù le chiese di riparare a tutte le sofferenze inflittegli dagli uomini per la loro noncuranza per i Suoi sforzi (in particolare delle anime a Lui consacrate perché sono quelle che più dichiarano il loro amore a Dio e da cui l’Amato rimane più ferito).
Gesù le chiese che il venerdì successivo alla solennità del Corpus Domini fosse istituita una festa in cui si potesse onorare il suo Cuore e si potesse riparare a tutte le offese a Lui arrecate. In particolare, chiese alla santa “di fare la Comunione al primo venerdì di ogni mese e di prosternarsi con la faccia a terra dalle undici a mezzanotte, nella notte tra il giovedì e il venerdì. Vennero così indicate le due principali devozioni, la Comunione al primo venerdì di ogni mese e l’ora santa di adorazione’’[4].
Chiarite le origini di questa solennità, papa Francesco ci ricorda che “Contemplando il Cuore di Cristo, possiamo lasciarci guidare da tre parole: ricordo, passione e conforto’’[5].
Guardare il Cuore di Cristo ci ricorda la “sua bontà, che è gratuita, non si compra né si vende, e incondizionata, non dipende dalle nostre opere, è sovrana. E commuove. Nella fretta di oggi, tra mille corse e continui affanni, stiamo perdendo la capacità di commuoverci e di provare compassione, perché stiamo smarrendo questo ritorno al cuore, cioè il ricordo, la memoria, il ritorno al cuore. Senza memoria si perdono le radici e senza radici non si cresce. Ci fa bene alimentare la memoria di chi ci ha amato, ci ha curato, risollevato. Io vorrei rinnovare oggi il mio “grazie” per le cure e l’affetto che ho ricevuto’’[6].
Ricordiamo ciò che ci tocca il cuore, facendoci sentire amati oppure facendoci soffrire e Gesù guarisce la nostra memoria (quando ci mettiamo in relazione a tu per tu con Lui, in adorazione ad esempio) perché riporta la nostra memoria “all’affetto fondante. La radica sulla base più solida. Ci ricorda che, qualunque cosa ci capiti nella vita, siamo amati. Sì, siamo esseri amati, figli che il Padre ama sempre e comunque, fratelli per i quali il Cuore di Cristo palpita. Ogni volta che scrutiamo quel Cuore ci scopriamo «radicati e fondati nella carità», come ha detto l’Apostolo Paolo nella prima Lettura di oggi (Ef 3,17)’’[7]. E anche noi possiamo coltivare l’arte del ricordo passando in rassegna, a fine giornata, tutti i volti “che abbiamo incontrato, i sorrisi ricevuti, le parole buone. Sono ricordi di amore e aiutano la nostra memoria a ritrovare sé stessa: che la nostra memoria ritrovi sé stessa’’[8].
La seconda parola cui si ricollega il Sacro Cuore di Gesù è passione. Il cuore di Cristo è “un cuore appassionato – basta leggere il Vangelo –, un cuore ferito d’amore, squarciato per noi sulla croce. Abbiamo sentito come il Vangelo ne parla: «Una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua» (Gv 19,34). Trafitto, dona; morto, ci dà vita. Il Sacro Cuore è l’icona della passione: ci mostra la tenerezza viscerale di Dio, la sua passione amorosa per noi, e al contempo, sormontato dalla croce e circondato di spine, fa vedere quanta sofferenza sia costata la nostra salvezza. Nella tenerezza e nel dolore, quel Cuore svela insomma qual è la passione di Dio. Qual è? L’uomo, noi. E qual è lo stile di Dio? Vicinanza, compassione e tenerezza. Questo è lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. Che cosa suggerisce questo? Che, se vogliamo amare davvero Dio, dobbiamo appassionarci dell’uomo, di ogni uomo, soprattutto di quello che vive la condizione in cui il Cuore di Gesù si è manifestato, cioè il dolore, l’abbandono, lo scarto; soprattutto in questa cultura dello scarto che noi viviamo oggi. Quando serviamo chi soffre consoliamo e rallegriamo il Cuore di Cristo. […] il Cuore squarciato di Dio è eloquente. Parla senza parole, perché è misericordia allo stato puro, amore che viene ferito e dona la vita’’[9].
La terza parola è conforto. “Essa indica una forza che non viene da noi, ma da chi sta con noi: da lì viene la forza. Gesù, il Dio-con-noi, ci dà questa forza, il suo Cuore dà coraggio nelle avversità. […] Il Cuore di Gesù batte per noi ritmando sempre quelle parole: “Coraggio, coraggio, non avere paura, io sono qui!”. Coraggio sorella, coraggio fratello, non abbatterti, il Signore tuo Dio è più grande dei tuoi mali, ti prende per mano e ti accarezza, ti è vicino, è compassionevole, è tenero. Egli è il tuo conforto.
Se guardiamo la realtà a partire dalla grandezza del suo Cuore, la prospettiva cambia, cambia la nostra conoscenza della vita perché, come ci ha ricordato San Paolo, conosciamo «l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza» (Ef 3,19)’’[10].
Cosa vuoi chiedere al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria (che si festeggia il sabato successivo a indicare la piena unione tra il Cuore di Cristo e quello della Madre)?
Affida in preghiera e lasciati inondare dall’amore misericordioso di Dio!
Ti auguriamo di ottenere in dono gli stessi sentimenti di Cristo e di avere il coraggio di donare il tuo cuore a Cristo perché sia il Suo Cuore a battere all’unisono con il tuo.
Francesca Amico
[1] Cfr. R. MACCIONI, I riti. Sacro Cuore di Gesù tra storia, preghiera e devozione, in Avvenire.it, 7.6.2018. E’ possibile consultare l’articolo al seguente link: https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/sacro-cuore-di-gesu-tra-storia-preghiera-e-devozione.
[2] Cfr. Sacro Cuore di Gesù e Maria, le cose da sapere, in FamigliaCristiana.it, 22.6.2022. é possibile consultare il seguente link: https://www.famigliacristiana.it/articolo/sacro-cuore-di-gesu-e-maria-le-cose-da-sapere.aspx.
[3] ivi.
[4] ivi.
[5] PAPA FRANCESCO, Omelia del Santo Padre Francesco, Policlinico “Agostino Gemelli’’, Venerdì, 5 novembre 2021. E’ possibile consultare il testo completo al seguente link: https://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2021/documents/20211105-omelia-univ-cattolica.html.
[6] ivi.
[7] ivi.
[8] ivi.
[9] ivi.
[10] ivi.
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