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Sto una Pasqua!

Caro amico, cara amica: buona Pasqua! Non ci sentiamo da un po’ e spero che la Quaresima sia stata un’occasione per camminare e fare deserto, lasciandoti rinnovare nel profondo. Ti condivido che la mia è stata intensa e profonda. Ma, soprattutto, vissuta nel deserto accanto a Gesù. Sono uscito da me stesso, per la prima volta dopo la conversione ho fatto davvero fatica a vivere con regolarità dei momenti di preghiera durante la giornata, soprattutto a motivo del lavoro che ha cambiato il mio stile di vita. Mi sono sentito quasi “sbagliato” perché apparentemente non stavo dando il giusto spazio a Cristo. Ho sperimentato una nuova forma di Quaresima, che si è concretizzata nell’accompagnare chi è in cerca di Dio e chi soffre. In modo particolare, le ultime settimane sono state segnate dalle condizioni di salute precarie di mio nonno il quale ha combattuto come un leone la sua battaglia e l’ha vinta nella gloria di Dio tornando in cielo sabato 1 aprile. Un lutto è sempre un momento unico e doloroso, purtroppo non è stato il primo che la mia famiglia abbia dovuto affrontare negli ultimi anni ma l’addio di mio nonno Peppe è stato speciale e commovente. 

Il funerale è stato celebrato all’indomani della sua dipartita, nel giorno della Domenica delle Palme. Ti condivido che molti dei presenti abbiano fatto fatica a vivere un momento così straziante in occasione di una festa così importante: Gesù entrava trionfante a Gerusalemme, accolto dalla folla in acclamazione, invece molti entravano in chiesa con la tristezza e la disperazione nel cuore. Invece in me c’era qualcosa di diverso, che non potevo esternare a parole ma che sentivo forte: la gioia. Come Gesù passava sul dorso d’asino e attirava lo sguardo su di sé, mio nonno attraversava la navata della chiesa trionfante, come chi sa di aver vissuto una vita in pienezza e amore, pronto a ricevere la palma del martirio ovvero della testimonianza autentica. Questa certezza non lasciava spazio alla disperazione in me ma apriva alla lode e al ringraziamento verso Dio per aver avuto il dono di essere stato suo nipote per tutti questi anni e quelli a venire. 

Torniamo a casa, dopo aver provveduto a tutto l’iter burocratico nel cimitero, e ci troviamo intorno ad un tavolo, noi parenti, vivendo lo stesso stato d’animo dei discepoli il Venerdì Santo: come loro, riuniti attorno al tavolo del Cenacolo, restavano in silenzio, non ancora consapevoli fino in fondo di ciò che era accaduto, forse non ancora capaci che Gesù fosse morto, anche noi stavamo lì, in silenzio, nel ricordo di tutti quei momenti belli e unici vissuti insieme al nostro Giuseppe. Come gli apostoli si scambiavano abbracci e parole sussurrate, quasi per non voler rompere quel silenzio del cuore, anche noi abbiamo fatto silenzio e ci siamo supportati a vicenda. 

Ma qui arriva il bello! Arriva la Domenica di Pasqua, il 9 aprile, e si compie un miracolo: il 9 aprile è il giorno del compleanno di mio nonno, il primo che ha festeggiato in cielo. Se fino al giorno prima aleggiava un po’ di tristezza a casa perché facevamo fatica a celebrare la Pasqua senza dimenticarci del suo compleanno, la domenica c’è stata proprio una Pasqua di resurrezione! Siamo andati al cimitero ma, sebbene la salma fosse ancora conservata nella cappellina di famiglia, nei nostri cuori contemporaneamente è esploso un fuoco ardente che ci diceva: “Giuseppe, che voi cercate, non è più qui ma è in cielo, risorto insieme a Cristo. Andate e annunciatelo a chi lo conosceva”. 

Prima ti dicevo che per gran parte della Quaresima mi sono sentito in difetto con Dio per non aver camminato con regolarità, per non aver pregato con costanza, per non aver rispettato sempre i fioretti scelti. Ma, solo tramite mio nonno ho compreso che la Quaresima è un viaggio d’amore verso la Pasqua. Nonno mi ha fatto vivere letteralmente il Vangelo durante la Settimana Santa, mi ha avvicinato al cuore di Cristo molto più di quanto immaginassi, mi ha fatto sperimentare cosa voglia dire vivere una Pasqua di resurrezione. Molte persone ancora oggi vengono a darci le condoglianze, aspettandosi di trovarci ancora nel dolore. Evidentemente la sua assenza fisica si fa sentire, personalmente mi manca tanto perché mio nonno è un punto di riferimento per me. Ma, quando incontro qualcuno che mi chiede come sto, nel cuore dico tra me e me: “Sto una Pasqua!”. Sto una Pasqua perché la Pasqua è avvenuta in me, sto una Pasqua perché Cristo ha vinto la mia morte spirituale e mi ha dato una vita vera, sto una Pasqua perché in Lui si è compiuto tutta la vita di nonno.

Questo è un tempo speciale, liturgicamente stiamo vivendo appunto il Tempo di Pasqua, un momento nel quale la Chiesa ricorda tutte le apparizioni di Gesù ai discepoli dopo la resurrezione, tutti quei momenti intimi e segnanti che hanno cambiato i cuori di quegli uomini smarriti e talmente timorosi di tutto da restare chiusi in casa, con le porte sbarrate. Oggi non ti lascio con un consiglio ma con un augurio: che la tua vita possa essere una Pasqua perenne ovvero un “passare oltre” tutte le difficoltà e tribolazioni per giungere a quella vita nuova che solo Gesù Cristo può darti! Buona Pasqua e buon cammino, amico mio!

Emanuele Giuseppe Di Nardo

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