I tre pilastri della Quaresima: preghiera, digiuno e carità
La Quaresima è un periodo di grande grazia in cui possiamo accogliere l’invito di Dio a seguirLo nel deserto del nostro cuore, alla scoperta dei desideri più profondi, alla ricerca della nostra vera identità, per individuare probabili remote ferite ancora sanguinanti che richiedono riconciliazione, per progredire nel nostro cammino di fede in Dio e di conoscenza di sé.
I tre pilastri fondamentali (in generale, ma in particolare della Quaresima) sono i seguenti: preghiera, digiuno e carità.
1. Preghiera
È Gesù stesso che ci invita a pregare insistentemente, senza mai stancarci (Lc 18,1) perché abbiamo bisogno del dialogo con Dio, di un rapporto intimo e custodito nel segreto per insinuarci nelle vie più nascoste del nostro essere e arrivare, infine, a scoprire quel bagliore di luce celato nel punto più profondo di noi stessi.
Una domanda potrebbe sorgere spontanea: se Dio sa già di cosa abbiamo bisogno, perché occorre chiedere in preghiera? Per due motivi: la preghiera è un dialogo; la preghiera ci fa scoprire i nostri desideri più veri.
Dio ci ha scelti per avere una relazione con ciascuno di noi, una relazione improntata sull’amore totale, gratuito, misericordioso e attraverso cui ci vuole donare una vita piena.
Il secondo motivo è che solo ciò per cui non ci stanchiamo di chiedere e di pregare è un desiderio vero e profondo del nostro cuore.
Papa Francesco, nell’omelia del Mercoledì delle Ceneri 02.03.2022, ci ha lasciato questo monito:
[Dovremmo coltivare] una preghiera che va fatta nel segreto, nel nascondimento della propria camera, un «dialogo caldo di affetto e di fiducia, che consola e apre il cuore. Soprattutto in questo tempo di Quaresima, preghiamo guardando il Crocifisso: lasciamoci invadere dalla commovente tenerezza di Dio e mettiamo nelle sue ferite quelle nostre e del mondo. Non lasciamoci prendere dalla fretta, stiamo in silenzio davanti a Lui. Riscopriamo l’essenzialità feconda del dialogo intimo con il Signore. Perché Dio non gradisce le cose appariscenti; ama invece lasciarsi trovare nel segreto. È “la segretezza dell’amore”, lontana da ogni ostentazione e da toni eclatanti[1].
2. Digiuno
Nella prima puntata del nostro podcast Talk Emanuele e Antonio ci hanno ricordato che il digiuno è una potentissima preghiera, ma per metterla in pratica occorre la grazia di Dio. È una preghiera in cui vi è il temibile e fondato pericolo di alimentare l’autoreferenzialità. Il digiuno non è una sfida con sé stessi, non è un modo per superare i propri limiti né finalizzata al benessere fisico, ma è una scelta di creare un vuoto dentro di sé da ricolmare con la preghiera; è rinunciare al proprio egocentrismo per fare spazio a Dio; è lasciare che Dio agisca in me perché possa agire nella storia e nel tempo della mia e altrui vita .
Se è vero che siamo tenuti a custodire la preghiera e il digiuno nel segreto perché «il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà»[2] è pur vero che gli effetti non sono invisibili. Tutto ciò ci consente di costruire un mondo di pace, di armonia e di amore nel nostro piccolo che influenzerà poi le vite delle persone che ci circondano che a loro volta influenzeranno le altre con cui vengono in contatto, generando un vortice virtuoso che può stroncare sul nascere anche le guerre.
Come si può vivere bene una privazione del genere? Con la piena libertà. Ci sono modi e modi di fare digiuno: ridurre l’utilizzo dei social per dedicare più tempo al dialogo con le persone o alla lettura di un libro edificante; rinunciare a qualche cibo che ci crea dipendenza; rinunciare a qualche relazione tossica; rinunciare all’orgoglio per crescere nell’umiltà…
In definitiva, ognuno sa nel profondo del proprio cuore da cosa vuole riscattarsi e in cosa vuole ottenere la libertà. Sono questi l’ora e il luogo in cui farlo!
Scegli liberamente di rinunciare a qualche tua dipendenza, combatti per estirparla da te, ma soprattutto chiedi in preghiera la grazia di esserne liberato o liberata. E soprattutto, ricorda: il Dio in cui crediamo è un Dio d’amore pronto a perdonare qualsiasi misfatto tu abbia compiuto, anche il peggiore dei crimini. Se chiedi perdono Dio ti concede gratuitamente tutto l’Amore che da sempre ha riservato per te, figlia prediletta, figlio prediletto.
3. Carità
E’ la forma più alta di amore a cui devono essere finalizzati la preghiera e il digiuno. L’obiettivo è rinunciare al proprio egoismo per farsi prossimi del fratello o della sorella che è nel bisogno. Papa Francesco ci ricorda:
[…]Se è vero che tutta la nostra vita è tempo per seminare il bene, approfittiamo in modo particolare di questa Quaresima per prenderci cura di chi ci è vicino, per farci prossimi a quei fratelli e sorelle che sono feriti sulla strada della vita (cfr Lc 10,25-37). La Quaresima è tempo propizio per cercare, e non evitare, chi è nel bisogno; per chiamare, e non ignorare, chi desidera ascolto e una buona parola; per visitare, e non abbandonare, chi soffre la solitudine. Mettiamo in pratica l’appello a operare il bene verso tutti, prendendoci il tempo per amare i più piccoli e indifesi, gli abbandonati e disprezzati, chi è discriminato ed emarginato[3].
Oggi adoperiamoci per un piccolo grande gesto di carità nei confronti di una, due, tre persone o anche più che incontriamo nella nostra giornata: un sorriso, una parola di conforto, una semplice domanda su come sta l’altro, una chiamata, un momento di ascolto…
Rivestitevi di luce e correte a incendiare il mondo di amore!
Francesca Amico
[1] E’ possibile leggere la versione integrale al seguente link: https://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2022/documents/20220302_omelia-ceneri.html.
[2] Mt 6,6.
[3] Cfr. Enc. Fratelli tutti, 193.
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