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Le Olimpiadi di Parigi e della fede

Avranno inizio oggi le tanto attese Olimpiadi di Parigi 2024! 

Con una festosa cerimonia lungo il fiume Senna si inaugurerà il periodo di intense sfide, di gare combattute fino all’ultimo sangue alla conquista del titolo di campione e campionessa olimpici.

Le Olimpiadi affondano le loro radici nell’antica Grecia, in particolare nella città di Olimpia dove ancora oggi, presso l’altare di Era, attraverso compagnie teatrali, alcune sacerdotesse utilizzano uno specchio concavo per catturare i raggi del sole e accendere la torcia. La torcia è poi affidata al primo tedoforo all’interno dello stadio Panathinaikos che dà il via al suo lungo viaggio.

Per le Olimpiadi 2024 il tedoforo scelto è stato il greco Stefanos Douskos, campione olimpico di canottaggio delle Olimpiadi di Tokyo 2020.

Per quanto le Olimpiadi moderne siano dirette discendenti di quelle greche, in realtà non sono le stesse. 

Con la dominazione romana e, in particolare, cristiana non si tramandarono le Olimpiadi perché ritenute pagane, come effettivamente erano: le Olimpiadi erano la celebrazione dello sforzo fisico e della potenza degli dei, erano dedicate a Zeus e prevedevano la partecipazione dei migliori sportivi ellenici, che dovevano essere uomini, liberi e di lingua greca.

Successivamente, il pedagogista francese Pierre de Coubertin, analizzando la sconfitta subita dalla Francia per mano della Prussia, si accorse che la società di allora era priva di una sana educazione fisica e dei valori in essa racchiusi (sacrificio, competitività, lealtà, rispetto delle regole). Per tale motivo lanciò l’idea di riportare in vita le Olimpiadi scegliendo come luogo proprio la patria delle Olimpiadi, la Grecia e, in particolare, la città di Atene. Le prime Olimpiadi moderne ebbero luogo ad Atene nel 1896.

Affinché i valori dell’unione, della lealtà, della sana competizione, del sacrificio, della pace e dell’amicizia tra i popoli potessero raggiungere tutti i luoghi della Terra si scelse di cambiare città ogni quattro anni. 

Ed è per questo che la 33esima edizione delle Olimpiadi avrà luogo a Parigi.

Il viaggio della torcia olimpica di Parigi 2024 si è esteso in lungo e in largo, attraversando perfino i tre oceani tanto da guadagnarsi il titolo di “La staffetta degli Oceani’’. La torcia, dopo un breve itinerario in Grecia, è stata trasportata da Atene a Marsiglia a bordo dello storico e maestoso vascello a tre alberi Bélem che salpò per la prima volta nel lontano 1896. È l’ultima delle grandi navi francesi del XIX secolo ancora in uso. 

L’itinerario della torcia olimpica è stato tracciato in modo da ricordare ed esaltare i territori e la storia del Paese. La torcia è infatti giunta a Parigi il 14 luglio, giorno in cui si commemora la presa della Bastiglia, il giorno in cui con il motto “liberté, egalité, fraternité’’ il popolo in rivolta determinò la caduta della monarchia assoluta.

Non solo, la staffetta della torcia olimpica ha avuto la particolarità di attraversare gli oceani per raggiungere i francesi di oltremare, giungendo a Guyana (9 giugno), Nuova Caledonia (11 giugno), La Reunion (12 giugno), Polinesia Francese (13 giugno), Guadalupa (15 giugno) e Martinica (17 giugno)1.

La torcia olimpica e la sua fiamma indicano lo spirito olimpico, la passione, lo spirito battagliero e competitivo, la resilienza di fronte alla fatica e al sacrificio che portano poi in vetta, alla vittoria, nel rispetto delle regole e delle persone. La torcia olimpica è il simbolo di una sana competizione, della pace e dell’amicizia tra i popoli e ci invita a canalizzare la guerra insita nella nostra natura – san Paolo ci ricorda spesso della battaglia tra la carne e lo spirito (Gal 5, 16-17) e della necessità di educare il corpo al sacrificio (1 Cor 9) – in un contesto pacifico, anziché nel combattere guerre tra popoli.

È un invito particolarmente pregnante nel nostro periodo storico: più sport, meno guerra!

Non è un caso che il simbolo scelto sia il fuoco perché è proprio quello che dona vita. È il fuoco della passione che abbiamo nel cuore che ci consente di ardere e portare molto frutto nella nostra vita e in quella degli altri, nella nostra storia e in quella dell’umanità intera.

Il fuoco è anche il simbolo della fede, ce lo ricorda bene santa Caterina da Siena “patrona del fuoco e della gioia’’, come anche Maria, portatrice del fuoco dello Spirito Santo. Come, in estrema sintesi, ce lo ricorda lo Spirito Santo, l’amore infuocato e passionale tra l’Amante (il Padre) e l’Amato (il Figlio). 

La staffetta della torcia olimpica è in grado di incendiare i cuori, di ravvivare la passione, la forza, l’energia, lo spirito combattivo per vincere le sfide. 

Così come la torcia olimpica ravviva gli animi laddove arriva, così anche la fede è in grado di incendiare i cuori laddove tocca. 

E noi siamo gli staffettisti di questa gara: siamo chiamati a prenderci cura della fiamma della fede, dell’amore che è nel nostro cuore perché ogni terra che tocchiamo possa essere incendiata dall’amore di Dio. 

Per raggiungere l’obiettivo, per essere l’MVP (most valuable player) della gara occorre tanto impegno e sacrificio, nello sport come nella fede. 

Nei prossimi articoli cercheremo di approfondire alcuni strumenti per alimentare in noi il fuoco della fede, che nel periodo estivo è a volte messo a dura prova.

Stay tuned e buone Olimpiadi!

Francesca Amico

1 Per maggiori info è possibile consultare il seguente link: https://olympics.com/it/paris-2024/staffetta-torcia-olimpica/percorso

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