Categories:

La saggezza delle olive: una guida pratica a Dio!

San Tommaso d’Aquino, nella sua celebre opera (Summa Theologicae), riflette sulla possibilità che ciascun individuo abbia di riconoscere l’esistenza di Dio basandosi esclusivamente sulla propria ragione. Ad un punto della sua trattazione, dice: Con la ragione naturale si conosce Dio mediante le immagini fantastiche forniteci dai suoi effetti. Conoscere Dio per essenza appartiene esclusivamente ai buoni, perché si deve alla grazia; ma la conoscenza, che di lui si può avere con la ragione naturale, può competere ai buoni e ai cattivi.[1]”.

Provando ad essere più chiari, san Tommaso  riepiloga le differenze essenziali fra la conoscenza di Dio accessibile alla sola ragione naturale e quella conoscenza di Dio che è invece dono di grazia. Attraverso la conoscenza di forme sensibili (come effetti che rimandano ad una causa) la ragione naturale dell’uomo può conoscere che Dio esiste, ma non la sua essenza.

Dunque, secondo l’Aquinate, l’intelletto può essere uno strumento attraverso il quale si può arrivare a conoscere Dio, nonostante esso poi abbia bisogno della fede per fare il passo successivo e riconoscerlo come Padre. Spesso la natura stessa ci può dare una mano in questo senso ed oggi provo a dimostrartelo. La scorsa settimana, insieme alla mia famiglia, mi sono dedicato alla raccolta delle olive: come ogni anno, ad ottobre si vive questo momento di grande aggregazione e fatica! Arrivato al weekend molto stanco, non ti nego che avrei voluto fare tutt’altro piuttosto che ritrovarmi sotto il sole a raccogliere le olive. Ma, nel corso della giornata, ho avuto modo di riflettere su quanto diceva San Tommaso perché, pur avendo fede, la natura circostante mi parlava molto della logica dell’amore di Dio. Quest’articolo è un po’ diverso dai precedenti perché vuole essere un insieme di spunti di riflessione che ti condivido. Pertanto, pur perdendo qualcosa nella sua organicità, mi auguro che possa esserti ugualmente d’aiuto. Ecco alcuni spunti che mi hanno colpito tanto:

  1. L’importanza del singolo: a raccogliere le olive eravamo sei persone e, dovendo svolgere diverse mansioni, ci siamo organizzati in tre coppie, ciascuna delle quali portava avanti un passaggio del processo di raccolta. Mentre una si preoccupava di stendere bene le reti sotto le piante, un’altra provvedeva a cogliere i frutti tramite abbacchiatori meccanici e la terza raccoglieva le reti e metteva il raccolto nei sacchi. Quando ero piccolo, guardavo con ammirazione mio padre e i miei zii usare gli abbacchiatori perché pensavo che facessero la parte più importante e dura del lavoro ma lo scorso weekend, nonostante fosse capitato a me di prendere il loro posto, mi sono reso conto di quanto ogni persona sia stata fondamentale nel lavoro. Senza le reti disposte correttamente, avremmo perso gran parte del raccolto e senza la cura di chi raccoglieva, setacciava e metteva nei sacchi le olive non avremmo potuto godere dell’olio nuovo. Nella Chiesa funziona alla stessa maniera: come dice san Paolo nella I Lettera ai Corinzi in merito ai talenti e carismi di ognuno, il singolo individuo è prezioso ed essenziale solo se inserito in una squadra. Pertanto, anche se all’apparenza senti che forse stai svolgendo un ruolo di riserva rispetto ad un tuo amico che pare essere il protagonista delle cose, sappi che quello che stai facendo ha un valore decisivo per il bene di tutti!
  • Ci vuole pazienza!: Abbiamo deciso di fare la raccolta la scorsa settimana perché, vedendo le previsioni meteo, il timore era che nei weekend successivi il tempo non ci avrebbe permesso di lavorare in campagna. Nonostante la scelta fosse basata su una decisione giusta, abbiamo impiegato più del necessario nella raccolta perché su molti alberi i frutti erano ancora acerbi e, di conseguenza, le olive non volevano sentire ragione di staccarsi dai propri rami e cadere sulle reti! Quando lavoriamo tanto su un progetto ma vogliamo subito vedere i frutti dei nostri sforzi, in realtà non stiamo permettendo a Dio di farci maturare pienamente per poter cogliere un olio nuovo e gustoso. Per ogni oliva che non cadeva, nonostante la sollecitassi con forza, pensavo a tutte quelle volte nelle quali, anche recentemente, la mia preghiera è stata troppo frettolosa e finalizzata alla raccolta dei frutti e non paziente e in prospettiva di un bene superiore!
  • L’importanza della luce di Dio: Specialmente cogliendo le olive verdi, senza una buona luce solare, si faceva fatica a distinguerle dal fogliame e, di conseguenza, a capire se ci fosse ancora bisogno di lavorare su una pianta prima di passare all’altra. Ma ci sono stati dei momenti nei quali, trovandomi in un’angolazione scomoda, avevo il sole contro che quasi mi accecava fino a stordirmi. Bastava però fare un passo laterale per cambiare prospettiva e vedere la pianta con rinnovata lucidità. Solo avendo il sole accanto e dietro potevo rendermi conto di quanto alcuni rami fossero ancora carichi di frutti. Nella vita quotidiana accade la stessa cosa: se vogliamo davvero vedere con occhi profondi, abbiamo bisogno che la luce di Dio ci guidi nella direzione giusta, un po’ come una torcia di notte. Se puntiamo la luce contro di noi, non vediamo niente e rischiamo di farci male ma se, al contrario, la indirizziamo davanti a noi, possiamo vedere molto più in la delle nostre capacità. Ecco perché la preghiera schiarisce lo sguardo e ci dono una profondità che altrimenti non troveremmo in noi. 

San Tommaso, per tornare all’inizio dell’articolo, sosteneva dunque che la ragione ci può aiutare a sondare l’esistenza di Dio basandosi sugli elementi naturali. Allora, alla luce dell’esperienza che ho fatto in campagna, t’invito in questi giorni a scorgere nella tua quotidianità quegli aspetti razionali e concreti che ti facciano sentire vicina la presenza di Dio Padre, per poter a tua volta essere illuminante per chi ti sta accanto!

Emanuele Giuseppe Di Nardo


[1] La Somma Teologica, I, q. 12, trad. it. a cura dei Domenicani italiani, edizione Adriano Salani, Città di Castello 1963, vol. I : “Esistenza e natura di Dio”, pp. 284-290.

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *