Questo è il mio corpo: l’esperienza della Parola
La parola è lo strumento più potente che abbiamo per essere vivi.
È lo strumento più potente che può condurre alla vita o alla morte, all’edificazione o alla distruzione, alla pace o alla guerra. Ed evidentemente Dio lo sapeva bene. Ha scelto la Parola, di cui ci ha lasciato traccia nella Bibbia, per comunicare con noi, ogni giorno, per farci venire alla luce, ogni giorno.
Non è una metafora che Dio ci dà vita attraverso la parola perché se nessuno ci parla noi moriamo, come racconta Salimbene da Parma nelle Cronache: “Federico II volle scoprire che lingua parlassero naturalmente i bambini, se la greca, o la latina, l’ebraica o quella dei genitori; così ordinò ad alcune nutrici di allattare e curare dei neonati senza mai però parlar loro. Morirono tutti. L’uomo è un essere di parola, la parola lo mette e lo rimette al mondo’’[1].
È fondamentale, dunque, che i bambini, soprattutto nei primi sette anni di vita, siano al centro dell’attenzione dei genitori, che essi parlino ai figli. E ancor prima che parlino, li guardino al punto che i figli possano dire “Questo è il mio corpo, esisto. Il mio corpo è una parte fondamentale di me, mostra agli altri che io sono’’. E dopo che i genitori abbiano parlato loro, occorre che mostrino loro la loro bellezza, li facciano sentire amati con i gesti.
Tutto ciò non è di marginale importanza perché determina una sana autostima. E da una buona autostima deriva un’affettività risolta. E da un’affettività risolta deriva una vita bella, piena e di successo.
Sebbene i primi sette anni di vita siano così decisivi per una persona, questo non toglie che vi si possa lavorare successivamente, circondandosi di persone che davvero ci vogliono bene, ci comunicano la loro stima attraverso lo sguardo, le parole i gesti, ci supportano nei momenti di difficoltà.
“Lo sguardo è il canale decisamente più forte e più profondo per trasmettere o ricevere stima. Guardandoti, i miei occhi mettono a fuoco solo te; tutto il resto intorno rimane sfocato […] La mia attenzione è su di te. Adesso esisti solo tu per me e tutto il resto è fermo. Ti rivolgo il mio sguardo stoppando tutto quello che stavo facendo e tutto il mio mondo visivo per dirti quanto sei prezioso, quanto mi interessa quello che stai per dirmi, quanto sei importante per me. […] Lo sguardo riesce a dire quell’amore profondo e viscerale che nessuna parola e nessun gesto sarebbero capaci di esprimere. Lo sguardo trasmette emozioni allo stato puro perché fa parlare in maniera diretta il cuore. […]
Le parole toccano più facilmente i sentimenti […] Le parole verbalizzano l’amore dello sguardo, dell’essere amati e visti. […]
I gesti sono il completamento dello sguardo e delle parole. Con gli abbracci, i baci, le coccole dico che per me sei importante. Stare insieme e fare delle cose con te è bellissimo, vali la mia attenzione, il mio tempo, la mia totale dedizione. Oramai abbiamo tempo per tutto tranne che per dedicarci e dedicare tempo ai bambini’’[2].
Tra tutte le persone che possono farci sentire davvero amati, però, ce n’è una in particolare che muore dal desiderio che ciascuna di noi sappia quanto ci ama, quanto siamo preziosi ai suoi occhi, quanto siamo suoi prodigi.
Avrete sicuramente capito che parlo di Una persona in particolare: Dio.
È Lui che ogni giorno ci riserva parole del tipo “Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo, do uomini al tuo posto e nazioni in cambio della tua vita’’ (Is 43, 4), “Non temere perché io sono con te’’ (Is 43, 5), “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni’’ (Ger 1, 5), “Non temerli perché io sono con te per proteggerti’’ (Ger 1,8), “Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione’’ (Gen 12, 2).
Non possiamo sprecare questa grande occasione che Dio ci dona!
Non resta che metterci in ascolto della Parola che Dio ogni giorno ci riserva per scoprire quanto siamo amati e importanti, ognuno di noi.
L’occasione migliore per sentirsi così profondamente amati è di partecipare a un dialogo a tu per tu con Dio in occasione dell’Adorazione.
Ti invito a prenderti ogni settimana un momento in cui fare silenzio e ascoltare la Parola di Dio, possibilmente davanti a Dio, posto nel Tabernacolo, o ancora meglio esposto nel SS. Sacramento (Adorazione eucaristica).
Buona vita piena!
Francesca Amico
[1] A. D’AVENIA, Resisti, cuore. L’odissea e l’arte di essere mortali, Milano, Mondadori Libri S.p.a., 2023, p. 41.
[2] A. LUCCA, Trombamica d’eccezione. 5 mosse per uscire dalle relazioni ambigue, Torrazza Piemonte (TO), Amazon Italia Logistica S.r.l., 2021, pp. 97-99.
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