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Vediamo come in uno specchio, in modo imperfetto

“Vediamo come in uno specchio, in modo imperfetto” scriveva San Paolo (1 Cor 13, 12) nella lettera ai Corinzi, riferendosi alla conoscenza di Dio. È una frase su cui sono tornato spesso in questi giorni, in riferimento però alle relazioni che viviamo quotidianamente. 

Ma partiamo dall’inizio. Pochi giorni fa ho avuto l’occasione di passare del tempo con una persona con la quale mi vedo quasi tutti i giorni, ma con cui spesso ci siamo limitati a conversazioni di circostanza o a scambi di idee. Pian piano ho iniziato a conoscere questa persona, o almeno credevo, e di conseguenza mi sono fatto un’idea di lei. Tuttavia, in quest’occasione specifica, abbiamo avuto la possibilità di condividere nel profondo, parlando delle nostre vite, delle nostre paure, delle nostre speranze e sogni e delle nostre difficoltà. 

E’ stato un momento molto bello, ma che allo stesso tempo mi ha dato a pensare. Infatti, pian piano ho visto sgretolarsi l’immagine che avevo di questa persona nella mia testa, e come sentendo un rumore di vetri infranti, ho potuto dare una sbirciata al modo in cui quella persona era fatta davvero. E sorpresa delle sorprese, coincideva pochissimo con l’immagine che mi ero fatto io. Ho dovuto confrontarmi con il fatto che quella persona aveva un mondo interiore che io non conoscevo e non vedevo, che mi ha portato ad averne un’immagine superficiale e ad incasellarla in un mio schema preconcetto.

In termini psicologici, ciò può essere spiegato dal modello di individuo come economizzatore di risorse (Taylor, 1981). In sostanza, questo modello afferma che le persone possono disporre di limitate risorse nell’elaborazione delle informazioni sociali e quindi tendono a utilizzare strategie capaci di semplificare i problemi che devono affrontare. Sostanzialmente, nell’elaborazione delle informazioni, non teniamo conto di tutti i fattori in gioco, ma utilizzano “scorciatoie di pensiero” (euristiche), quali etichette e pregiudizi, che ci permettono di risparmiare tempo ed energie cognitive. In altre parole, siamo fondamentalmente pigri e vogliamo semplificare la realtà in quanto troppo complicata. 

Il rischio però, è quello di avere distorsioni ed errori nel ragionamento e nel giudizio sociale, tralasciando informazioni importanti sulle ragioni che hanno indotto una persona a comportarsi in quella determinata maniera e limitandoci alla nostra visione della realtà.

“Quel collega di lavoro vuole sempre essere il più bravo di tutti e mettersi in mostra”. Conclusione: è un arrivista o un lecchino. Oppure, “il mio fidanzato da alcuni giorni non mi da attenzioni”. Conclusione: non mi ama più.

Questi sono solo alcuni degli esempi che possiamo sperimentare quotidianamente nella nostra vita. Ecco allora che ci tornano le parole di san Paolo: vediamo come in uno specchio, in modo imperfetto. 

Quando ci guardiamo allo specchio, infatti, tendiamo a vedere solo quello che vogliamo vedere, e nel nostro sguardo siamo profondamente influenzati dal modo in cui ci sentiamo. Mi sono svegliato di buon umore, probabilmente mi vedrò “fichissimo” allo specchio; mi sono svegliato di cattivo umore, mi vedrò orrendo e non mi andrà bene nulla. Davanti allo specchio, nessuno di noi riesce ad essere oggettivo. Allo stesso modo, quando conosciamo gli altri, tendiamo ad incasellarli e a vedere solo ciò che vogliamo vedere, in funzione di ciò che queste persone con i loro comportamenti o con il loro modo di essere suscitano in noi. 

Allora forse, in questa settimana, possiamo provare ad aprire lo sguardo e a fare uno sforzo nel conoscere meglio le persone con cui abbiamo a che fare, provare a considerare l’idea che hanno un mondo interiore di cui tante volte non siamo a conoscenza. Forse quel collega che giudichi arrivista e lecchino, è semplicemente una persona che si impegna tanto ma non è così sicura di sé stessa e quindi cerca l’approvazione da parte degli altri per sentirsi più sicuro. Forse quel fidanzato che non ti sta dando attenzioni non ha smesso di amarti, ma ha qualche preoccupazione che lo porta a chiudersi in sé stesso. 

E potremmo continuare a lungo, ma ogni persona ha una motivazione dietro le sue azioni. Allora proviamo a conoscere in modo migliore le persone, facendo uno sforzo di guardare il loro mondo interno. Potremmo trovarne meraviglie.

Antonio Pio Facchino

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