La preghiera d’intercessione
La scorsa settimana ho aiutato mio padre con un lavoro in ospedale. Al nono livello, dove si trovano le sale operatorie, il piano si surriscaldava facilmente perché costantemente esposto al sole: allora, per tamponare il problema, abbiamo applicato delle pellicole protettive sui vetri del corridoio accanto al blocco operatorio. È stato un lavoro lungo e faticoso, soprattutto perché potevamo lavorare fino ad un certo orario e, per questo motivo, dovevamo fare bene e fare in fretta. Praticamente, iniziavamo la mattina presto e si finiva a metà pomeriggio: in tutto questo, avevo perso quel bel momento mattutino nel quale ero solito stare un po’ in preghiera prima d’iniziare la giornata lavorativa.
Ero contento di potermi mettere a servizio ma una parte di me era dispiaciuta per non aver messo in primo piano il dialogo con Dio. I giorni scorrevano così, apparentemente tutti uguali. Fin quando accade una cosa strana: mentre applicavo una pellicola sul vetro, mi giro e, da una botola, vedo un’equipe medica durante un’operazione chirurgica. Non si vedevano i loro volti ma vedevo chiaramente un uomo mentre veniva operato. Vedevo soprattutto l’attenzione con la quale i medici operavano. Sono rimasto a guardare forse per qualche secondo che, per me, sembravano minuti lunghissimi. In quel momento, dentro di me nasce una voce: “Prega per i medici, prega per il paziente sotto i ferri, prega per la buona riuscita dell’operazione”. Con ingenuità, mentre continuavo a lavorare, mi ripetevo: “Ma come posso pregare? Sto lavorando, tutta la mia concentrazione deve essere rivolta al lavoro”. Passano un paio d’ore ed arriva la pausa pranzo. Mentre mangiavo, continuavo a sentire nel cuore quel desiderio di preghiera d’intercessione per i degenti e per i medici. Ma non riuscivo a trovare una soluzione fin quando finalmente capisco: potevo pregare lavorando con il cuore di Cristo! La mia preghiera non doveva essere con le parole ma con le mani: facendo bene il mio lavoro, stavo contribuendo a rendere migliore il luogo di lavoro di altri. Ogni finestra che finivo era come un’Ave Maria nel Rosario.
Ecco cosa vuol dire una preghiera d’intercessione: la forma d’amore più grandi di tutte. Ognuno di noi può e deve dialogare con Dio Padre per delle intenzioni proprie. Chiedergli consiglio o sostegno in una scelta, forza nella prova e misericordia nell’errore. Ma, quando iniziamo a pregare per altri, specialmente persone che non conosciamo direttamente ma che sappiamo che hanno bisogno di Dio, quelle sono le preghiere che arrivano dritte al cuore. Il Catechismo della Chiesa cattolica s’esprime così in merito alla preghiera d’intercessione:
L’intercessione è una preghiera di domanda che ci conforma da vicino alla preghiera di Gesù. È lui l’unico intercessore presso il Padre in favore di tutti gli uomini, particolarmente dei peccatori. Egli «può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore» (Eb 7,25). Lo Spirito Santo stesso «intercede […], poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio» (Rm 8,26-27). Intercedere, chiedere in favore di un altro, dopo Abramo, è la prerogativa di un cuore in sintonia con la misericordia di Dio. Nel tempo della Chiesa, l’intercessione cristiana partecipa a quella di Cristo: è espressione della comunione dei santi. Nell’intercessione, colui che prega non cerca solo «il proprio interesse, ma anche quello degli altri» (Fil 2,4), fino a pregare per coloro che gli fanno del male. Le prime comunità cristiane hanno intensamente vissuto questa forma di condivisione. L’Apostolo Paolo le rende così partecipi del suo ministero del Vangelo, ma intercede anche per esse. L’intercessione dei cristiani non conosce frontiere: «per tutti gli uomini, […] per tutti quelli che stanno al potere» (1 Tm 2,1), per coloro che perseguitano, per la salvezza di coloro che rifiutano il Vangelo.
I primi cristiani a Gerusalemme vivevano così: «si trovavano tutti insieme nello stesso luogo» (At 2,1) e «assidui e concordi nella preghiera» (At 1,14). Proprio la loro testimonianza nella semplicità, più che nelle parole, avrà attirato l’attenzione di molti, desiderosi d’abbracciare la fede cristiana. Ma gli stessi cristiani, stando nel mondo, avranno avuto lo sguardo di Gesù che, poggiatosi su alcune persone in difficoltà o su alcune situazioni particolari, chiedevano a Dio, attraverso preghiere d’intercessione, la capacità di essere strumenti nelle sue mani. Guardiamo a Gesù e, come una lente d’ingrandimento, usiamo i suoi occhi per vedere chi ci circonda: lasciamoci purificare lo sguardo e chiediamo il dono della preghiera d’intercessione.
Siamo giunti quasi al termine della Quaresima. Esattamente tra una settimana inizierà la Settimana Santa con Gesù che fa il suo ingresso a Gerusalemme: circondato dalla folla, quanti uomini e donne avrà osservato, per quanti avrà chiesto preghiere a Dio Padre, quanto intensamente avrà pregato affinché la sua Passione potesse essere uno strumento di salvezza per tutti. Allora t’invito oggi, molto semplicemente, ad offrire il tuo studio o il tuo lavoro come intercessione per una persona in particolare. Rimani un attimo in preghiera e chiedi a Gesù su chi puoi poggiare il tuo sguardo oggi. Cerca qualcuno che senti nel cuore e vivi questa giornata come un’intercessione: offri anche la stanchezza o la delusione se qualcosa non va secondo i tuoi piani.
Emanuele Di Nardo
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