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L’UltraIstinto – Muoversi alla velocità dell’amore

Ogni generazione porta con sé delle caratteristiche diverse. Alcune generazioni tendevano a risolvere la vita in maniera più concreta, altre in maniera più intellettuale; alcune vivevano nella semplicità ed erano felici nella povertà ed altre vivono nella ricerca sfrenata del lusso e del possesso. Ma c’è una cosa che tutte le generazioni hanno indistintamente in comune. La diffidenza verso i cartoni animati della generazione successiva. 

I ragazzi della mia generazione prendevano in giro Dora l’esploratrice e Peppa Pig; la generazione dei miei genitori guardava con diffidenza Naruto e One-Piece, che non insegnavano valori sani come quelli dei loro cartoni animati, Goldrake, Remì ecc. E probabilmente, la generazione dei miei nonni guardava con sospetto quegli stessi cartoni animati considerandoli una perdita di tempo o diseducativi. 

Se forse possiamo essere d’accordo, o abbiamo accettato le critiche su cartoni come Naruto e One-Piece, c’è un cartone animato che la mia generazione difende strenuamente: Dragon-Ball. 

Non si può negare, infatti, che questo cartone abbia profondamente toccato milioni di persone in tutto il mondo, facendo si che tornassimo a casa da scuola con l’unico obiettivo di guardarlo. Certamente Dragon-Ball ha mille spunti interessanti, che sarebbe anche bello esplorare. Ma oggi vogliamo concentrarci su uno in particolare: l’UltraIstinto. 

E’ una tecnica molto complessa che Goku riesce a sfruttare nella serie di Dragon-Ball Super per sconfiggere Jiren durante un torneo che metteva a rischio la vita dell’intero universo. 

Dell’UltraIstinto, in realtà, sappiamo molto poco. Sappiamo che è una tecnica molto difficile da padroneggiare, che quando viene usata provoca spasmi muscolari e dolori fortissimi a Goku, lasciandolo privo di forze. Ancora, sappiamo che esso consiste nel muoversi alla velocità dei propri pensieri. 

Difatti, viene spiegato nella serie che, tra il momento in cui pensiamo un movimento e il momento in cui lo mettiamo effettivamente in atto, c’è sempre un brevissimo momento di delay, ovvero intercorre un po’ di tempo, quello che occorre perché il segnale neurale partito dal cervello raggiunga gli arti e li attivi per eseguirlo. L’UltraIstinto, potremmo dire, sospende questo delay, quindi chi lo ha, nel momento in cui pensa un movimento, lo sta mettendo in atto. Sostanzialmente vuol dire muoversi alla velocità dei propri pensieri. 

Fichissimo, forse starai pensando, ma che me ne faccio nella mia vita quotidiana? Non devo combattere mostri alieni né, effettivamente, mi serve muovermi alla velocità dei miei pensieri. Che me ne faccio dell’UltraIstinto?

Niente, in realtà, se ci focalizziamo a guardarlo in senso stretto. Ma provando ad ampliare lo sguardo possiamo scorgere che esso ha dei risvolti significativi in un’altra sfera della nostra vita, in particolare nell’amore.

Tante volte, infatti, noi non ci muoviamo alla velocità dell’amore che proviamo. Tendiamo sempre a mettere scuse, oppure ad attendere tempo nell’indecisione di agire. Dopotutto, proprio come l’UltraIstinto, l’amore è faticoso, a volte lascia abbattuti e privi di forze e molto difficile da direzionare e gestire. 

La conseguenza di questo qual è? Quella di aspettare molto tempo prima di muoverci ad amare qualcuno, perdendo anche preziose occasioni per amare, oppure di essere impazienti ed agire prima del momento opportuno. 

La chiave di volta, invece, è che noi possiamo muoverci alla velocità dell’amore, che in alcuni casi richiede pazienza, ed in altri ci chiama ad agire in fretta. Questo è il vero UltraIstinto, imparare a discernere i momenti in cui amare e i momenti in cui aspettare e agire per tempo in funzione di questi. È un’arte che richiede molto tempo e molta pratica per essere eseguita bene. Richiede che siamo disposti ad allenarci e a metterci in discussione, perché, come per ogni arte marziale, ogni movimento deve diventare naturale, anche l’amore deve diventare naturale. 

Ogni tanto, può capitare che abbiamo sperimentato momenti di UltraIstinto nell’amore. Sono quei momenti in cui agiamo senza pensarci particolarmente, per poi renderci conto, confrontandoci con qualcuno, che magari abbiamo fatto una cosa meravigliosa senza rendercene conto. Quello vuol dire muoversi alla velocità dell’amore, vuol dire amare senza pensarci troppo ma sapendo pazientare. Vuol dire imparare a rispondere in automatico ad ogni cosa con amore. 

Ma questo, ahimé, non possiamo farlo da soli. Ci serve un cuore che sia puro amore perché il nostro possa assomigliare al suo. E questo cuore possiamo trovarlo solo da una persona: Gesù.

Se leggiamo il vangelo, noteremo proprio questa caratteristica fondamentale di Gesù: non c’è occasione in cui non risponda a ciò che gli succede con amore ed estrema fiducia nel Padre.

Allora ti invito, in questa settimana, a provare a metterti in preghiera davanti al Tabernacolo e a chiedere a Gesù i suoi stessi sentimenti, perché sia Lui ad indirizzare bene i tuoi sentimenti e le tue azioni. Chiedigli un cuore simile al suo. 

Antonio Pio Facchino

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