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L’anima mia magnifica il Signore 

Ormai manca solo qualche giorno al Natale, abbiamo avuto l’intenso periodo dell’Avvento per preparare i nostri cuori ad accogliere Gesù, ma la Chiesa continua a prepararci a questo momento attraverso la liturgia del giorno.

Il vangelo di oggi riporta il cantico che Maria ha innalzato a Dio, di fronte alla cugina Elisabetta, dopo aver ricevuto l’annuncio dell’angelo Gabriele dell’essere stata scelta come Madre di Dio. “Gli inni disseminati nei vangeli dellinfanzia – Benedictus, Magnificat, Nunc dimittis – hanno la funzione di spiegare poeticamente il senso spirituale degli eventi narrati -Annunciazione, Visitazione, Natale -, conferendo a essi la forma di una confessione di fede e di lode. […] I cantici inseriscono già la liturgia nella storia. «La liturgia cristiana – è stato scritto – ha i suoi inizi negli inni della storia dellinfanzia» . Noi abbiamo, in altre parole, in questi cantici, un embrione della liturgia natalizia. Essi realizzano lelemento essenziale della liturgia che è di essere celebrazione festosa e credente dellevento di salvezza’’[1].

La Bibbia sottolinea che Maria “raggiunse in fretta una città di Giuda’’ (Lc, 1, 39). 

È una fretta che ci parla della sconfinata gioia di Maria di aver visto Dio irrompere nella storia grazie al suo “fiat’’, ma anche della sollecitudine di Dio di mettersi al servizio dei più bisognosi (Elisabetta, la cugina di Maria, era incinta, ma molto anziana).

La vera esplosione di gioia di Maria avviene proprio in occasione dell’incontro con Elisabetta, perché lì Maria prende coscienza dell’Onnipotenza di Dio, sperimenta che davvero nulla è impossibile a Dio.

Maria inizia così a lodare Dio. In realtà il soggetto non è propriamente Maria, ma la sua anima “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore’’ (Lc 1, 46-47).

Maria è l’unica persona, nella Bibbia, che ci parla così approfonditamente della sua interiorità[2], dei suoi pensieri, del suo amore sconfinato per Dio, della sua ammirazione per le Sue opere.

Maria è totalmente rivolta a Dio, la sua anima loda Dio, gioisce, esulta, rende grazie a Dio per tutto quello che Egli fa nella sua vita, ma anche nella storia. “L’anima della preghiera è, quindi, la celebrazione della grazia divina che ha fatto irruzione nel cuore e nell’esistenza di Maria, rendendola la Madre del Signore’’[3].

Maria parte da sè, dalla sua anima per scrutare le opere meravigliose che Dio compie, che ha compiuto e che compirà in lei, per poi spostare lo sguardo sulla storia e su tutte le generazioni (come vedremo nel prossimo articolo). 

Il cantico di Maria contiene uno sguardo nuovo su Dio e sul mondo; nella prima parte, che abbraccia i versetti 46-50, lo sguardo di Maria si porta su Dio; nella seconda parte, che abbraccia i restanti versetti, il suo sguardo si porta sul mondo e la storia’’[4].

Maria loda Dio perché “ha guardato l’umiltà della sua serva’’ (Lc 1, 48) . 

Maria è una giovane adolescente, di un paese sperduto e sconosciuto, mal considerato tanto che Natanaele, poi infiammato discepolo di Cristo, all’annuncio di Filippo di aver incontrato il Messia, esclama: “Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?’’ (Gv 1, 46).

Dio guarda proprio alle cose piccole, non considerate dai noi uomini e donne che guardiamo ciò o chi è grande, potente, famoso. 

Dio guarda nel segreto del nostro cuore. Lo stesso Gesù ci dice “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta’’ ( Lc 21,6).

A Dio piacciono le cose piccole perché vuole prendersi cura di noi. La vita nasce da un qualcosa di minuscolo, che noi possiamo disprezzare e gettare: un seme. E il motivo per cui spesso ci troviamo in situazioni di precarietà è perché Dio vuole manifestarci tutta la sua Onnipotenza, tutta la sua premura per ciascuno di noi.

La chiave del nostro rapporto con Dio sta nell’umiltà. L’umiltà è nostra sorella. Dall’umiltà si impara a perdonare. Dall’umiltà si impara ad amare. Dall’umiltà si impara a guardare l’altro. Dall’umiltà si impara a stare con Dio. Dall’umiltà nascono tanti fiori straordinari[5].

L’umiltà è la strada maestra della libertà: temere il giudizio degli altri, di essere disprezzati è sintomo del fatto che diamo troppo credito a quello che gli altri pensano di noi.

Il segreto della storia è l’umiltà.

La fede non è una relazione alla pari con Dio. Dio ci guarda nel nulla che siamo perché se la Provvidenza non ci avesse garantito tutto quello di cui abbiamo avuto bisogno, non saremmo proprio nulla, forse neanche vivi, a partire dalla premura e dalla cura dei nostri genitori.

Dio elegge ciò che è infimo, ciò che non è guardato dagli uomini. 

La nostra relazione con Dio è tanto più allegra quanto più ci accorgiamo del Suo sguardo innamorato di noi, nonostante il nostro peccato, nonostante le nostre mancanze, nonostante le nostre infedeltà.  

Siamo amati da Dio così come siamo. Questo ci basta per vivere pieni di gioia. 

Sei figlio amato. Sei figlia amata.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata’’ (Lc 1, 48).

Maria qui non si sta vantando, non si vanta della sua umiltà (altrimenti la perderebbe istantaneamente[6], è umile solo chi non sa di possedere questa virtù), ma riconosce la sua piccolezza e annuncia il cambiamento che avverrà nel mondo con l’irruzione di Dio nella storia umana. “D’ora in poi’’, da quel momento tutto cambierà. E non solo per Maria, ma ogni generazione potrà assistere alla nascita di Gesù in quanti apriranno il loro cuore a Dio, a quanti risponderanno il loro “fiat’’ a Dio.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente Santo è il suo nome’’ (Lc 1, 49)

Maria è una piccola fanciulla che da sé non può neanche cantare le lodi di Dio in modo così magistrale come avvenuto nel Magnficat (che è stato ispirato dallo Spirito Santo e donato a Maria), ma Dio può compiere veramente cose magnifiche, non solo in Maria ma in ciascuno di noi. Quanto più noi stessi diminuiamo tanto più Dio potrà manifestarsi in noi e compiere azioni magnifiche in noi e attraverso di noi.

Maria sa che il nome di Dio è santo. Maria conosce il nome di Dio e lo conosce proprio in virtù della sua umiltà che conquista il cuore di Dio e fa sì che le mostri il Suo volto.

Chiediamo l’intercessione di Maria per poter crescere in umiltà, per poter rispondere con fiducia a Dio il nostro “fiat’’ così da poter accogliere la nascita di Gesù nel nostro cuore.

Un Santo Natale infuocato dall’amore di Cristo a tutti!


[1] R. CANTALAMESSA, Lanima mia magnifica il Signore (padre Raniero Cantalamessa), in gesusacerdote.org. Link: https://www.gesusacerdote.org/lanima-mia-magnifica-il-signore-padre-raniero-cantalamessa.

[2] Cfr. la fede – catechesi don Fabio Rosini – incontro n. 8 “il magnificat’’, link: https://www.youtube.com/watch?v=OJugsHl1JIU.

[3] BENEDETTO XVI, Udienza generale, Aula Paolo VI, mercoledì 15.2.2006. Link: https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2006/documents/hf_ben-xvi_aud_20060215.html.

[4] R. CANTALAMESSA, Lanima mia magnifica il Signore (padre Raniero Cantalamessa), in gesusacerdote.org. Link: https://www.gesusacerdote.org/lanima-mia-magnifica-il-signore-padre-raniero-cantalamessa.

[5] Cfr. la fede – catechesi don Fabio Rosini – incontro n. 8 “il magnificat’’, link: https://www.youtube.com/watch?v=OJugsHl1JIU.

[6] R. CANTALAMESSA, Lanima mia magnifica il Signore (padre Raniero Cantalamessa), in gesusacerdote.org. Link: https://www.gesusacerdote.org/lanima-mia-magnifica-il-signore-padre-raniero-cantalamessa.

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