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La ricerca della felicità, non del piacere

Arriviamo ora ad uno dei temi più caldi e controversi di questa rubrica, non solo per l’estate, ovvero la sessualità. 

Quando arriva l’estate, anche noi, potremmo dire, iniziamo a diventare più carnali. Se infatti il freddo inverno può portare con sé note melodrammatiche di malinconia o ancora ricerca di calore e vicinanza, con l’estate si accendono quelli che comunemente chiamiamo i “bollenti spiriti”. 

Difatti è così, siamo più portati ad esprimere la nostra sessualità durante l’estate, quasi fosse la nostra stagione dell’amore. Non a caso sono famose le storielle estive che nascono come amori appassionati a giugno per terminare tristemente a settembre con la fine delle vacanze. 

In più, da ogni parte abbiamo input che ci caricano dal punto di vista sessuale, ad esempio vedere degli outfit che magari attirano la nostra attenzione più di un cappotto a tre quarti, oppure la pubblicità piena di modelle o modelli in costume da bagno e fisici scultorei, nonché costumi da bagno sempre più sul modello vedo non vedo. Sono tutte cose che, volente o nolente, ci caricano e ci attirano. Ed è naturale che sia così. 

Questo ci porta a combattere di più con la nostra sessualità. Questo ovviamente, non vuole essere un discorso bigotto volto a demonizzare la sessualità, piuttosto orientato a chiederci cosa vogliamo davvero. 

La sessualità, difatti, è una spinta che ci porta alla ricerca dell’amore e nasce come frutto dell’amore. Ma, al contempo, essa può essere anche fine a se stessa e indirizzata alla ricerca del piacere. 

E qui sta la domanda che vogliamo farci oggi: cosa stiamo cercando davvero? Quale impulso stiamo seguendo? Quello di una sessualità disordinata che ci porta al raggiungimento del piacere, oppure cerchiamo l’amore e la felicità?

Ciascuno di noi conosce la sua risposta a questa domanda, ma è anche vero che spesso ci è facile confondere il piacere con la felicità. E, molte volte, cerchiamo il piacere proprio quando non siamo così felici. Vogliamo una risposta facile e veloce ad uno stato di assenza di felicità e fortunatamente, il mondo ne è pieno. 

Il problema del piacere però è che quando non è basato sull’amore, lascia il posto velocemente ad uno stato di vuoto interiore anche peggiore di quello che vivevamo. 

Quando cerchiamo una sessualità fine a sé stessa, il risultato è sempre quello di un senso di vuoto il giorno dopo, o quantomeno di insoddisfazione, che forse fatichiamo a riconoscere, ma che non possiamo negare essere presente. 

Allora che facciamo? Indossiamo una cintura di castità? Ci bendiamo per tutta l’estate o ci barrichiamo in casa per non essere toccati da tutti questi input?

Assolutamente no. Perché se è naturale che in noi ci sia uno stato di attivazione dovuto al contesto, è anche vero che siamo noi a decidere cosa fare di questa attivazione. Possiamo decidere di assecondarla, alla disperata ricerca di un piacere incapace di saziare un vuoto interiore, oppure possiamo decidere di direzionarla verso il senso profondo che ha.

Forse in questo tempo d’estate fai fatica a ordinare la tua sessualità, in tal caso, alcune cose che possono essere utili sono:

Anzitutto riconoscere la situazione. Non dobbiamo pensare che siamo gli unici a essere toccati in questa dimensione, né che sia anormale provare queste sensazioni, che troppe volte tendiamo a demonizzare. Piuttosto, impariamo a riconoscere che ci sono determinati impulsi dentro di noi.

Poi capire da dove viene questa sensazione. Può essere un tentativo di colmare un vuoto, di sopperire alla noia, oppure può essere un indice di qualcosa che sta nascendo verso una persona.

Capire da dove ha origine, ci aiuta anche ad assecondare o a misurare le nostre azioni. 

In ultimo decidiamo cosa farne di questa spinta. Se a muoverti è la ricerca del piacere, nessuno può impedirti di farlo se non te stesso. Ma al contempo puoi chiederti: voglio questo, che domani mi farà svegliare più vuoto di ora, oppure voglio la felicità vera? E se la risposta è che cerchi la felicità, allora spendi quelle energie per raggiungerla o chiediti cosa ti manca. Se invece l’origine è positiva, e magari è un indice che sei attratto da un’altra persona, allora anziché andare all’arrembaggio nel tentativo di sedurla, piuttosto prova a conoscerla meglio e a vedere se ti prende allo stesso modo anche mentalmente ed emotivamente. Le persone non sono oggetti, e soprattutto in questo ambito, meritano il nostro rispetto. E se non siamo disposti ad investire per conoscere una persona per come è fatta, forse la scelta di investire energie per sedurla non è esattamente la scelta migliore. 

In ultimo, ma non meno importante, se vuoi vivere una sessualità più ordinata, prega. Perché pregare aiuta a riordinare i pensieri, le emozioni e le pulsioni, e a vederle in un’ottica di verità e autenticità, e ci da la forza per rimettere le cose nel loro giusto ordine. 

Questa settimana non voglio lasciarti con un compito, se non con una domanda: sei alla ricerca del piacere o della felicità? E cosa puoi fare per raggiungerla?

Antonio Pio Facchino

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