Un ponte tra cielo e terra… Il Rosario di Maria (Seconda parte)
Eccoci giunti al secondo appuntamento di questo di Maggio, mese in cui vogliamo approfondire il Rosario di Maria ed in particolare i misteri gloriosi del rosario. Nel precedente articolo [1] abbiamo approfondito la Resurrezione di Gesù, il primo di questi cinque misteri, cinque capitoli cioè della vita di Gesù visti con gli occhi di Maria. Adesso andiamo a vedere il secondo di questi eventi, che avviene cronologicamente dopo la Resurrezione, nello specifico quaranta giorni dopo. Gesù non si limitò a risorgere, ma volle rimanere con i suoi discepoli, sebbene con modalità diverse rispetto ai tre anni della sua vita pubblica; apparve a Maria Maddalena[2], a due discepoli che stavano andando via da Gerusalemme (i “discepoli di Emmaus”)[3], apparve ai suoi apostoli, (e tra essi anche all’incredulo Tommaso[4]) prima nel cenacolo, dove c’era stata l’ultima cena, e poi sul lago di Tiberiade[5], ed in questa occasione Gesù si mise a mangiare con i suoi discepoli, per confermare, ancora una volta, che non era un fantasma, né una loro fantasia, ma che era davvero risorto dai morti e che era vivo e vero, lì, davanti ai loro occhi. Da quanto leggiamo nel Vangelo di San Giovanni sul finire del capitolo venti, Gesù apparve anche altre volte ai suoi discepoli dopo la Resurrezione, e fece e disse molte altre cose, ma nei Vangeli sono riportate solo alcune di queste esperienze. E ovviamente, amando di tutto cuore sua madre, apparve sicuramente anche a Maria, ed è bello pensare che questi momenti con suo figlio, dopo la Resurrezione, l’abbiano ripagata ampiamente di tutte le sofferenze sofferte durante la passione di Gesù. Questi quaranta giorni di Gesù sono ricordati dalla Chiesa nel tempo di Pasqua, tempo che culmina nella festa di Pentecoste ma che, una settimana prima, celebra un altro snodo importante, che è anche quello ricordato nel secondo mistero glorioso del Rosario: l’Ascensione di Gesù al Cielo. Su questo avvenimento vogliamo oggi posare la nostra attenzione.
Leggiamo il Vangelo: “[Gesù] disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio”[6].
Gesù, quindi, conclude la sua esperienza terrena salutando i suoi amici, gli apostoli, e promettendo loro di inviare lo Spirito Santo, promessa del Padre: questa promessa si compirà il giorno di Pentecoste. Sul finire del Vangelo si parla di “gioia”: i discepoli tornarono a Gerusalemme con grande gioia… Personalmente, al posto dei discepoli, avrei avuto un po’ di tristezza… Gesù, il mio maestro, il mio amico, il mio Signore, va via, sparisce dalla vista, ed io, che ho condiviso gli ultimi tre anni con Lui, mi sentirei perso, senza una persona così… Tanto più Maria, sua madre, per cui Gesù era tutto, (davvero tutto)… Senza dubbio è un mistero che contiene una piccola dose di tristezza, o di leggera malinconia, ma è comunque inserito nei misteri gloriosi, cioè tra momenti belli, momenti forti… Perché? Perché è l’ora del trionfo di Gesù, è l’ora in cui torna in cielo, ed è anche l’ora in cui la nostra umanità va in cielo. Le porte del cielo, prima del sacrificio di Gesù, erano chiuse per gli uomini. Ora sono aperte di nuovo, e noi possiamo aspirare ad attraversare il cielo come Gesù. Anche per Maria, questo, è un trionfo: è il trionfo del suo Gesù, è il trionfo del progetto di Dio che tanti anni prima aveva ascoltato, da ragazza, nell’annuncio dell’Angelo, è il trionfo definitivo della luce sulle tenebre. Maria ci insegna sempre molto, ed un cosa che qui ci insegna è la generosità: non vuole tenersi Gesù per sé, né gli chiede di andare con Lui. Rimane con i discepoli, restituendo al Padre il dono più grande che aveva ricevuto e compiendo l’invito di Gesù ad essere madre dell’umanità[7]; aspetta anche lei lo Spirito Santo, pregando con quei suoi nuovi figli che Gesù gli ha affidato, assume una nuova missione, e cioè quella di essere madre della Chiesa. Maria quindi rimane sulla terra, sì, ma con il desiderio del cielo. Ed è questo un altro grande insegnamento.
Possiamo porci a riguardo queste domande: abbiamo noi il desiderio del Paradiso? Abbiamo gli occhi che puntano al cielo? Viviamo nella nostra quotidianità sapendo che quello che vediamo e che facciamo non è la parola definitiva sulla nostra vita? Speriamo, cioè, in una vita nuova, più ricca, una vita “eterna”?
Molte volte è difficile avere uno sguardo rivolto verso l’alto… Mille cose da fare, sempre di corsa… il “logorio della vita moderna”, si diceva in qualche spot pubblicitario in tv. È vero, il rischio che corriamo è di essere totalmente immersi nel nostro quotidiano e di dimenticarci di alzare gli occhi e vedere cosa ci aspetta; rischiamo di programmare tutta la nostra vita dimenticando che questa tappa terrena, in realtà, è solo il “primo tempo”, la prima parte di qualcosa di meraviglioso. Rischiamo di non pensare mai alla gloria che aspetta anche noi. E corriamo anche un altro rischio: quello di considerare le cose della terra, il nostro quotidiano, staccato dal cielo. Del resto, come può un esame universitario difficile e noioso essere collegato con il Paradiso? Cosa c’è di santificante nel fare otto ore di lavoro in ufficio, nello stare con i miei colleghi o nel portare i miei figli dal dentista? La risposta più superficiale potrebbe essere: “Nulla”; una risposta di fede, in realtà, può essere: “Tutto”. Perché se è vero che Gesù ha aperto il cielo con il suo sacrificio, anche noi possiamo puntare al cielo offrendo, in sacrificio, la nostra vita, la nostra quotidianità, le nostre azioni, la nostra umanità. Santa Teresa di Lisieux ci assicura che anche nel pelare le patate (fare i lavori più umili) si può incontrare lo Sposo (cioè Gesù): non servono per forza gesti eclatanti, basta semplicemente offrire ciò che si ha e, soprattutto, ciò che si è. Sei un insegnante? Offri il tuo lavoro, l’amore per i tuoi ragazzi ed anche le tue difficoltà; sei una madre? Offri la cura che hai per i tuoi figli; sei uno studente? Offri quello studio noioso in una meravigliosa giornata di primavera; sei nella sofferenza? Offri le tue lacrime e la tua debolezza. Tutto ci sarà restituito centuplicato, anche aver dato un bicchiere d’acqua a chi ne aveva bisogno.
Anche Maria ha fatto questo: la preghiera comunitaria ed individuale, le azioni più comuni come tenere in ordine la casa, preparare i pasti, prendersi cura di Gesù e di Giuseppe, avere cura dei suoi vicini di casa, avere cura degli apostoli, delle donne che seguivano Gesù… Niente miracoli, niente conversione di folle oceaniche, niente atteggiamenti da regina o da prima donna; solo l’umiltà della quotidianità. Il tutto, però, offerto al Padre con generosità, con amore, sapendo che l’amore posto in ogni singola azione è la chiave che ci collega al Cielo e ci apre le porte del Paradiso.
Quando, in questa settimana, studierai, lavorerai, andrai a fare la spesa, ti prenderai cura dei tuoi cari, farai qualcosa che ti costa pur di far felice qualcuno, alza gli occhi al cielo, mettiti in collegamento con Dio: qualunque cosa farai, infatti, non finisce qui, ma ha i suoi frutti nel Cielo. “Ciò che facciamo in vita riecheggia nell’eternità”, così parlava Russel Crowe interpretando un generale romano nel film “Il gladiatore”: si, è proprio vero. Se riusciremo a compiere anche la cosa più umile con questo spirito, anche a noi saranno spalancate le porte del Cielo, e sarà uno sbocco “naturale”: avendo vissuto con gli occhi ed il cuore rivolti verso l’alto, saremo lì dove abbiamo sempre desiderato essere. Con Maria e con Gesù.
[1] https://parusia.net/2022/05/06/un-ponte-tra-cielo-e-terra-il-rosario-di-maria-prima-parte/.
[2] Cfr. Gv 20, 11-18.
[3] Cfr. Lc 24, 13-53.
[4] Cfr. Gv 20, 19-30.
[5] Cfr. Gv 21, 1-14.
[6] Lc 24, 46-53.
[7] Cfr Gv 19, 25-27.
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