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La piccola via: l’umiltà

Mancano solo nove giorni al Natale e la liturgia del giorno, che ci prepara a questo evento di rinascita, è molto ricca. 

Oggi, in particolare, si parla del Battista, di cui Gesù dice “fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui”. Che grande trip mentale…ma così affascinante. 

Ed è ancora più affascinante soffermarsi su cosa ha reso il Battista così grande: l’umiltà. 

Egli era completamente dimentico di sé e tutto rivolto a Dio (vi ricorda qualcuno?). Il commento di oggi del Tesoro nascosto[1] (siamo alla 19esima tappa del nostro cammino) ci suggerisce 

Giovanni Battista è grande perché è umile. Non è pieno di sé, non si inorgoglisce, non si insuperbisce. Rimane piccolo e là sta tutta la sua grandezza. Serve e lo fa annunciando. La sua vita si fa piena perché si dona, portando il messaggio di speranza […] riesce in questo solo perché rimane Giovanni, solo perché rimane sé stesso.

E l’essere pienamente umani e al tempo stesso pienamente affidati è la caratteristica dei santi, come ci ricorda don Luigi Epicoco

Giovanni con il suo battesimo viene a ricordarci che dobbiamo usare al meglio la nostra umanità, Gesù con il suo battesimo viene a dirci che su quell’umano dobbiamo permettere di operare la potenza della grazia di Dio. Ecco allora che abbiamo dinnanzi la vera rivoluzione: essere pienamente umani ed essere pienamente affidati. I santi senza umanità sono demoni travestiti di luce.

I santi senza grazia di Dio sono brave persone che si fidano però solo di se stessi. Noi dobbiamo tenere insieme entrambe le cose[2].

L’omonimo del Battista, san Giovanni della Croce (la cui ricorrenza si festeggia il 14 dicembre) l’aveva ben capito. Figlio di una famiglia ricca d’amore, ma povera di mezzi, fu l’ultimo di tre figli. Rimasto orfano di padre ben presto, seguì la madre per dedicarsi a piccoli lavoretti grazie ai quali riuscì a pagare anche gli studi in filosofia e teologia presso i Gesuiti. Dopo averli conclusi brillantemente entrò a far parte dei Carmelitani. Successivamente, per le sue grandi doti fu invitato a studiare a Salamanca dove crebbe nella sua vita spirituale e maturò di voler cambiare ordine entrando nei certosini (che si dedicavano maggiormente alla vita contemplativa). 

L’incontro con il tornado Teresa d’Avila fu devastante. Gli fu chiesto di rimandare la scelta e non solo la ritardò, ma divenne fondatore dei Carmelitani Scalzi (l’ordine maschile dei Carmelitani riformati) e padre spirituale delle Carmelitane (pare molto turbolente al tempo).

Per una serie di vendette e giochi di potere San Giovanni della Croce fu imprigionato al freddo in un convento, il cibo garantito consistette in pane e acqua e fu flagellato periodicamente il venerdì di ogni settimana. Non se la passò egregiamente, eppure in quel tempo di tenebre e di dolore diede vita a una serie di meditazioni e di poesie che gli valsero non solo il titolo di “il più santo dei poeti e il più poeta dei santi”, ma anche di Dottore della Chiesa, insieme alla sua “comare” Teresa d’Avila.

Nelle sue notti di dolore, che furono provvidenzialmente fruttuose, intuì che l’anima deve raggiungere due tappe nel suo cammino di ascesa all’Amore (rappresentato dal monte Carmelo): la notte dei sensi e la notte dello spirito.

Sono entrambe due momenti di dolorosa spoliazione interiore, ma mentre nella prima l’anima si libera (con un intenso lavoro ascetico) dall’attaccamento disordinato alle cose sensibili, dall’egoismo, dall’utilitarismo nei rapporti interpersonali, dalle comodità ecc., la seconda richiede la liberazione dalle false certezze che si fondano sulla propria intelligenza per abbandonarsi completamente a Dio tramite l’esercizio delle virtù teologali: fede, speranza e carità verso Dio e il prossimo. Giovanni della Croce si dimenticò totalmente di sé per essere un tutt’uno con Dio[3].

Ma al terremoto di Santa Teresina di Lisieux (vissuta alla fine del 1800, anche lei carmelitana e affascinata dal temperamento di Teresa D’Avila) tutta questa strada sembrava troppo faticosa e, intuì che la piccola via era la scorciatoia per arrivare dritti in cima sul monte Carmelo. La sua via si può riassumere in questi cinque punti:

  1. Dio è Amore Misericordioso, la Sua natura lo porta a chinarsi verso tutto ciò che è piccolo e bisognoso di amore.
  2. La creatura è tanto più se stessa quanto più comprende il proprio “nulla” ossia la propria povertà, la propria piccolezza e sente nel cuore gli infiniti desideri di Dio.
  3. La debolezza, la povertà e perfino il peccato non sono un ostacolo insormontabile all’Amore, anzi talvolta lo attraggono.
  4. La Chiesa è sulla terra il “focolare dell’Amore” in cui si celebra l’incontro tra il Creatore e la creatura.
  5. Quando la creatura si lascia attrarre e bruciare dall’Amore Infinito, trascina con sé nella sua ascesa tutti coloro che Dio le ha affidati[4].

Ciò non toglie la piena validità e utilità degli insegnamenti di San Giovanni della Croce, ma ci suggerisce una via ulteriore per arrivare il prima possibile all’incontro con Dio: immergerci così tanto nell’Amore misericordioso di Dio da diventare una goccia nell’oceano del suo Amore. Più siamo piccoli (e quindi umili), più ci facciamo bambini, più Dio si piegherà su di noi per prenderci in braccio e portarci in cima al monte del suo Amore.

Conosciamo la via della santità, occorre solo decidere di iniziare questo magnifico viaggio: sarà sicuramente faticoso, ma ci guadagnerà la beatitudine del Paradiso.

Non possiamo qui non ricordare la Regina di tutti i Santi che ispira tutti questi propositi nel cuore: la Vergine Maria (che abbiamo festeggiato l’8 dicembre per la sua Immacolata Concezione e il 10 dicembre con riferimento alla Vergine di Loreto). 

San Giovanni Paolo II aveva intuito bene tanto da donarsi quotidianamente e totalmente a Maria, ripetendo la celebre espressione Totus tuus.

Oggi tocca a te! Fai questa dichiarazione d’amore a Lei e ripetila ogni giorno: la tua vita sarà stravolta e acquisterà un magnifico sapore!

Tota tua, Maria! Totus tuus, Maria!

Francesca Amico


[1] È possibile seguire il cammino su facebook (https://www.facebook.com/search/top/?q=parusia), su instagram (https://www.instagram.com/parusia_xc/?utm_medium=copy_link&fbclid=IwAR2uLJNRpzR2_5ANoSyExll1gA4dk8TRDb9uPvqsmFzRHy19Ju31uUwRHDE), sul canale telegram Parusia.

[2] L.M. EPICOCO, Il santo è pienamente umano e totalmente affidato a Dio, in Aleteia, 15.12.2021. È possibile consultare l’articolo al seguente link: https://it.aleteia.org/2021/12/15/santo-pienamente-umano-totalmente-affidato-dio/?fbclid=IwAR2yxndWcLKjymKo_n-RbvSW6LBIY5vPMGLp8belUyDH-ZXwLDKEN60dv5g

[3] Per maggiori approfondimenti si consiglia di consultare il seguente link: http://www.santiebeati.it/dettaglio/25600.

[4] Per maggiori approfondimenti si consiglia di consultare il seguente link: https://digilander.libero.it/raxdi/viateresa.htm.

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