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L’importanza di credere nei propri sogni

C’è una cosa che fin da piccolo mi ha sempre affascinato moltissimo: la capacità dell’uomo di sognare. Trovo sia una delle capacità più straordinarie dell’essere umano e in un certo senso una delle cose che ci avvicina a Dio. La nostra mente è capace di creare interi mondi, progettarli, disegnarli come più ci piace, ma non solo; i sogni ci fanno appassionare, ci fanno mettere in gioco, chiedono il nostro impegno per essere realizzati e ci ricompensano facendoci brillare, tanto lungo la strada per raggiungerli quanto al traguardo. 

I sogni, una cosa così bella, eppure così fragile. Non a caso si dice “combattere per i propri sogni”. Ma contro cosa siamo chiamati a combattere esattamente? Contro molte cose certamente, ma in particolare contro la demotivazione.  

L’altro giorno mi trovavo a condividere con una persona che mi parlava del fatto che è importante provare, ma che bisogna mettere le mani avanti perché gli stessi sogni li hanno anche altri, o li avevano altri che non ce l’hanno fatta e che desiderare qualcosa non basta per averla, che le cose potrebbero andare male. Insomma, un discorso abbastanza demotivante, sebbene la sua intenzione fosse tutt’altra. Di ritorno a casa, pensando a questa conversazione, mi sono tornate in mente le parole di Marco Aurelio a Massimo nel film Il Gladiatore: “C’è stato un sogno una volta che era Roma, si poteva soltanto sussurrarlo; ogni cosa più forte di un sospiro l’avrebbe fatto svanire”. Sono parole che mi hanno sempre colpito, ma che solo in questi giorni ho potuto comprendere a pieno. 

Quanti di noi hanno un sogno, una speranza, che però tante volte siamo costretti a tenere nascosta, sussurrarla, metterla in un cassetto da aprire la sera, perché se la mostrassimo al mondo verrebbe spazzata via da una demotivante realtà.

Combattere contro questa demotivazione è una piccola prova quotidiana che siamo chiamati ad affrontare, ma abbiamo bisogno delle armi giuste per non lasciarci condizionare.

Anzitutto, quando ci troviamo ad ascoltare qualcosa che ci demotiva, è importante non prendere tutto per oro colato. Forse c’è un fondo di verità in ciò che ti viene detto, forse davvero ti stanno dicendo che il tuo sogno è difficile da realizzare. E allora? Il tuo sogno non vale forse la fatica di realizzarlo? Di per sé, infatti, non è tanto ciò che ci viene detto a distruggere i nostri sogni, ma la paura che sia vero, e che se è così difficile non ce la faremo. E quella paura, a volte può portarci a credere che per i nostri sogni non c’è speranza, e quindi ci arrendiamo. Ma la paura è solo una grande ombra e un grande baccano fatto da un essere molto piccolo. Può farci scappare solo se non la riconosciamo per ciò che è: solo una paura.

Altrettanto importante è cercare dei riferimenti positivi, vicini e lontani. 

Prendiamo ad esempio due episodi riportati dal vangelo. In entrambi si parla di un paralitico, una persona che non può muoversi da sola. In senso figurato, potremmo immaginarla come una persona bloccata dalla paura, forse demotivata da quanti gli dicono che, appunto, non poteva camminare, non poteva seguire il suo sogno, che era troppo difficile. Nel primo caso, riportato dal vangelo di Luca (5, 17-26), il paralitico viene calato dal tetto della casa di Pietro, davanti a Gesù, dai suoi amici e proprio per la loro fede, Gesù lo guarisce e quest’uomo torna a camminare. Nel secondo caso invece, riportato dal vangelo di Giovanni (5, 2-9), è Gesù stesso, davanti a una piscina miracolosa, a chiedere a un uomo se vuole guarire, e quest’uomo gli risponde: “Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me”. Qual è la differenza tra questi due uomini, apparentemente nella stessa condizione? Le persone che avevano intorno!

È vero, ci sono persone che, anche non volendo, ci demotivano e ci portano a dubitare dei nostri sogni. Ma, sicuramente, a ben guardare, ci sono delle persone nella nostra vita che credono in noi, che ci danno la spinta per andare avanti quando la nostra speranza viene a mancare. Queste sono le persone che ci amano e ci danno la forza per andare avanti, che sono disposte a calarci da un tetto pur di farci riprendere il cammino. Il punto sta nelle relazioni che vogliamo avere. Possiamo scegliere di guardare chi ci supera e ci va avanti, oppure di chiedere aiuto perché anche noi possiamo camminare. Quindi se ti senti demotivato da qualcuno, parlane con un tuo amico o con qualcuno che ti vuole bene. Ti stupirà quanto in fretta riprenderai la corsa. 

Non solo chi ci è vicino può darci una mano, ma anche i grandi. Anziché soffermarci su quanto è difficile farcela, o sul fatto che molti hanno provato e fallito, guardiamo ai grandi che ce l’hanno fatta. Proviamo a leggere le storie di grandi personaggi della storia. Ci stupiremmo di quante difficoltà, di quanti fallimenti hanno dovuto affrontare. Leggendo la storia di Einstein, quanti fallimenti ha avuto prima (e dopo) la teoria della relatività che l’ha reso così famoso al punto da farcelo pensare come genio. Steve Jobs è partito a lavorare da un garage ed è stato addirittura cacciato dalla Apple, da lui stessa fondata. Thomas Edison impiegò 1000 tentativi prima di riuscire ad inventare la lampadina. I santi stessi hanno collezionato un fallimento e una caduta dopo l’altra. San Giuseppe pensava di rinnegare la Madonna; San Pietro rinnegò Gesù; San Francesco, quando ha sentito che Dio lo chiamava a restaurare la sua Chiesa, si diede all’architettura e cominciò effettivamente a restaurare una chiesa. Eppure, oggi li ricordiamo come grandi, come geni, come santi. Perché? Per l’impegno che hanno messo nel seguire il loro sogno. Hanno continuato a lottare e ce l’hanno fatta. Ed e proprio la loro storia, i loro errori e il loro impegno che può e deve esserci ancora oggi di ispirazione per non arrenderci. Difatti, proprio come diceva Edison: “Non ho fallito, ho trovato mille modi per non inventare una lampadina”.

In ultimo, non meno importante, non teniamo i nostri sogni in un cassetto. Non abbiamo paura di confessarli al mondo, perché ne sono l’anima. Forse ci diranno che i nostri sogni sono irrealizzabili, che falliremo. E se anche succedesse? Ci faremo un pianto e ne troveremo un altro. Ma almeno avremo tentato, avremo vissuto. Perché: 

Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero.” (Steve Jobs)

Antonio Pio Facchino

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