Relazioni complicate:l’intervento di Gesù
Se Dio avesse voluto un Adamo eternamente felice e spensierato,non gli avrebbe creato Eva. Eppure, la Genesi [1] dice a chiare lettere che quando Dio pensò “non è bene che l’uomo sia solo”, gli fece il regalo più bello (e santificante!) della creazione: l’altro.
Troppo semplice relazionarsi con gli animali e le piante nella natura perfetta e incontaminata del giardino di Eden, ma all’uomo non bastava, aveva bisogno di qualcuno della sua stessa pasta per poter trovare compiutezza e affinché l’amore trinitario potesse esistere pienamente.
Se l’affettività è così importante per noi, perché amare l’altro e lasciarci amare dall’altro è proprio la cosa più complicata da fare non c’è storia o relazione senza pena? Qualcuno lo cantava,“l’amore è una cosa semplice”, ma non aveva fatto i conti con gli attori principali di questa cosa… noi stessi!
Le storie vissute possono lasciarci ferite, possiamo aver una batosta dall’ultimo fidanzamento andato male, dagli amici che ci hanno voltato le spalle, dai genitori che ci hanno deluso. Può succedere allora che mettiamo in atto delle difese, delle palizzate enormi per difenderci dall’unica cosa che ci salva, l’amore, appunto!
Talvolta sperimentiamo che amiamo in modo sbagliato; o che l’affetto di qualcuno non ci basti; o che non sappiamo nemmeno noi cosa vogliamo, spariamo nel mucchio, ma non ci sentiamo riempiti e soddisfatti; Amiamo follemente qualcuno ma non siamo corrisposti; cerchiamo pienezza, ma ci scontriamo con le nostre illusioni. E anche quando sembra che tu abbia trovato l’amore della tua vita, il tuo porto sicuro, scopri che non siete stati totalmente sottratti alle tempeste. L’universo meraviglioso che sei tu, si incontra con un altro universo altrettanto profondo che è l’altro.
Gli esseri umani, per definizione, sono imperfetti. E anche il nostro amore non può essere perfetto; per quanto tu possa dire alla tua ragazza: ti amerò per sempre, sei al centro del mio cuore, ti darò tutta la mia vita!!… che potere hai di evitare malintesi, rotture, sofferenze, incomprensioni? N.B.: non perché tu stiamentendo, ma per un motivo semplicissimo: Lewis diceva dell’eros (l’amore degli innamorati, per intenderci) che è il più audace tra tutti gli affetti, perché ha l’ardore di fare promesse magnifiche, immense, che però, per sua natura, non può mantenere. Questo perché se stiamo parlando delle farfalle nello stomaco, sappiate che hanno poco a che vedere con quello che noi cerchiamo quando desideriamo l’AMORE; non si può usare, infatti, come termometro dell’amore la propria emotività. Le emozioni, semmai, sono un mezzo, un indicatore che ti orienta nel momento in cui le provi, ma sono troppo brevi e fluttuanti per essere usate come prova dell’affetto provato per qualcuno!
Ecco perché, oltre quella prima fase fantastica e superlativa che si chiama innamoramento, se non ci si mettono cose come- Conoscenza di sé- Stima di sé e dell’altro- Consapevolezza dei propri limiti- Apertura e accoglienza – Desiderio di intimità (diverso dal desiderio di sessualità)
e tante altre cose simili, alla prima tempesta, il castello, che è di sabbia, si disintegrerà. E quando si parla di secchiello e paletta in riva al mare è una cosa. Ma qui stiamo parlando del nostro cuore e del cuore di qualcun altro.
Ma perché l’uomo che è imperfetto, pretende un amore perfetto? Se Dio ti ha creato in grado di provare cose del genere, è perché sei destinato ad amare in grande, a dare di più, tutto! Questo si spiega con il nostro naturale tendere a e ricercare l’amore di Dio, l’unico che ti riempie veramente e perfettamente ed è qui che sta il bello: l’amore di Dio non lo si sperimenta solo in meditazione ascetica (a meno che tu non sia un mistico eremita, lì alziamo le mani) ma, ti voglio svelare un segreto, lo si sperimenta proprio nella relazione con l’altro. Dio si fida così tanto di noi, che ci ha lasciato la missione e la straordinaria facoltà e capacità di poter amare l’altro, di essere tramite del Suo amore.
Colui che ha amato fino alla fine è proprio Gesù, ecco perché lui può ordinare le cose. Ordinare vuol dire che io mi conosco, so cosa cerco, sono consapevole delle mie fragilità ma sono anche consapevole del dono che sono, che in me c’è facoltà di amare immensamente e che io sono amabile immensamente non solo da Dio, ma anche da coloro che amo, perché so che al vertice, al punto di ristoro dove sgorga la fontanella inesauribile c’è Lui, c’è proprio Lui, e da lì parte tutto!
Molte relazioni affettive sono all’insegna della dipendenza. Non so vivere da solo, non sto bene da single; l’altro mi dà senso, vivo costantemente nella paura che l’altro non mi ami, che mi possa tradire, che possa preferire un’altra perché io non sono abbastanza bella, attraente, disponibile, seducente… Questo è quello che ti fa soffrire. Perché eclissa il chi sei, la tua vera identità. Queste sono le dinamiche in cui l’amore soffre. Invece l’amore si offre.
Come cristo ama la chiesa, leggiamo nella Lettera agli Efesini, [2]così un uomo e una donna dovrebbero potersi amare. E questo è possibile solo se al vertice di ogni relazione c’è Dio. Ecco come ordina tutte le cose. Ogni rapporto o relazione, amicale, di fidanzamento, genitori-figli o lavorativo che sia, se viene ordinato dalla presenza di Cristo nella vita di ciascuno e nella condivisione della relazione, dà pienezza e gioia. N.B.: non esime dalle tempeste! Ma trova forza per attraversarle. Non ti evita la sofferenza, la delusione, le incomprensioni; ma le purifica da tutto ciò che distrugge e le ridona per rinnovare e costruire. Sì proprio così: la presenza di Cristo nella tua relazione può indirizzarti, può confermarti, può darti coraggio, può curare le tue ferite, Lui, non il tuo fidanzato. L’altro non è il nostro punto di arrivo o il nostro salvatore (o capro espiatorio delle ingiustizie affettive della vita); l’altro è il compagno di viaggio con cui portare vita insieme, qualunque cosa si faccia. Non è la zavorra, ma il co-timoniere! (E le vele lasciale gonfiare allo Spirito, con vento buono, non allo spirito di divisione, di ingiustizia, di gelosia!)
Se il famoso peccato originale ha potuto portare scompiglio tra gli amanti, ecco che Colui che vince il peccato, ci indica la via. Gesù interviene sugli atteggiamenti e nelle relazioni, Lui ha il potere di ordinare gli affetti. Sei stato creato per la pienezza; non per le briciole o per le delusioni. L’amore non è soffrire, ma offrire, sé stessi, proprio come ha fatto Lui!
Se persino Adamo alla presenza dell’infinito amore di Dio aveva bisogno di un cuore finito, come il suo, in cui trovare un posticino di predilezione e una compagna di missione, allora tanto più ciascuno di noi, in questa vita, ha il forte desiderio di trovare il suo.
Ilaria Di Giulio
[1] In Genesi 1, 18-22 leggiamo prima della creazione di Adamo, poi degli animali; nonostante Dio li poti al suo cospetto per dar loro un nome e riconoscerli, Adamo non riconosce l’altro da amare. Solo con la creazione di Eva, frutto della sua medesima carne, si realizzerà l’unità trinitaria di amante-amato e Amore.
[2] Efesini capitolo 5. Passo che talvolta viene con leggerezza interpretato come la legittimazione della sottomissione della donna e della superiorità dell’uomo. Nulla di più errato e non solo per i “tempi moderni”. Per comprenderne l’immensa profondità, basti vedere come Cristo amò, come si fece crocifiggere per la sua Chiesa, come “umiliò sé stesso fino alla morte e alla morte di croce” per accoglierla nella sua . E, dall’altra parte, come la Chiesa sia “il corpo mistico di Cristo” che completa e partecipa delle sue sofferenze ma anche della Sua gloria.
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