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Gelosia ed invidia – i sabotatori della felicità

Sono i sentimenti più comuni da provare e allo stesso tempo i più difficili da ammettere, eppure tutti, ma proprio tutti, nella nostra vita abbiamo provato o possiamo provare gelosia per qualcuno o invidia nei confronti di qualcun altro. Chi dice di no, o mente o probabilmente non si è mai messo in discussione sull’amore! Spieghiamoci meglio.

Innanzitutto, li stiamo definendo sentimenti per differenziarli dalle emozioni, cioè dai moti più viscerali e passeggeri (o di breve durata) che le persone possono avere nelle loro giornate: per intenderci, posso dire che gioia – rabbia – paura sono emozioni, ma chiamerò sentimenti la contentezza – l’amarezza – la preoccupazione. (Per quanto riguarda l’amore, c’è chi dice che sia un sentimento, poi nella vita si rende presto conto che è più probabilmente una scelta, ma di questo ne parliamo nelle prossime puntate!).

Sono geloso quando temo che qualcosa o qualcuno che è mio possa essere minacciato da altri che potrebbero portarmelo via. 

Sono invidioso, invece, quando vedo che un altro ha qualcosa che io non ho e che vorrei avere anch’io; per sintetizzarla con San Tommaso, l’invidia è «la tristezza per il bene altrui, concepito come impedimento della propria eccellenza». 

Detto in una frase: si è invidiosi del bene altrui e gelosi del proprio. Ecco perché gelosia e invidia hanno a che fare con l’amore, perché è proprio nel confronto con questo che possono venir fuori insieme al loro bel corollario di amiche strette: la paura e l’inadeguatezza.

Ora che abbiamo capito cosa sono, come facciamo per non lasciarci ingabbiare dalle tristezze, dal rimuginìo, dagli abbagli e dalle paure? 

Dobbiamo precisare una cosa: non è peccato avere paura; non è reato temere di perdere qualcuno; non è assolutamente sbagliato notare il bene che un altro ha. Ma di tutte queste cose, dobbiamo poter scegliere noi cosa farcene, e non lasciarci sopraffare da esse.

Perché il punto è proprio questo: qualsiasi sentimento noi possiamo provare non è di per sé un qualcosa di sbagliato (ci ha permesso il Creatore di avere un’architettura neurale e uno sviluppo viscerale tale per cui possiamo provarli!) ma ci devono servire come ago della bussola per muoverci alla conquista del bene e del ben-essere, non per essere loro stessi il vento che alimenta le vele! Perché quel vento non porta a isole felici e chi ha sperimentato gelosia per l’amato o invidia per l’amica che le ha soffiato il posto di lavoro o che prendeva sempre 30 e lode all’università mentre noi arrivavamo al 29 lo sa bene. Sono cose che non costruiscono e non ti portano da nessuna parte e, alla lunga, deviano, portano alla corrosione interna.

Invece Dio non ci ha creati per roderci nelle disparità, ma per gioire della pienezza dell’amore e delle possibilità!

Come fare? 

Innanzitutto, mettiti in testa (e nel cuore) una cosa: nessuno deve lottare per guadagnarsi o per meritarsi l’amore di qualcuno. Lo scriviamo in grassetto, nessuno. Ti pare che se l’Amore vero è gratuito ed è un dono, tu ti devi mettere a fare la guardia di tuo marito o della tua fidanzata in eterno perché casomai scappi o venga abbordata da qualcun altro? Assolutamente no. L’affetto, l’amore dell’altro non si guadagnano, si ricevono e si accolgono, stop. Semplice. Penserai “e allora perché relazionarsi, amare, è così difficile?”. Mica ho detto che sia facile. Ho detto solo che si deve accogliere. La difficoltà forse sta proprio nel lasciarsi amaree, soprattutto, nel donarsi all’altro. Io solo su questo posso “avere il comando”, solo sull’amore che io do all’altro e sulla mia disponibilità ad accogliere l’altro, posso fare qualcosa (posso fare tanto) ma sull’altro…beh è proprio lì la trepidante bellezza di due libertà che s’incontrano!

Altra cosa, come vincere il pungolo dell’invidia prima che diventi carbone per il treno della nostra corrosione gastrica. Se un altro ha qualcosa che tu vorresti, può sembrare sarcastico dirlo, non ti toglie nulla. Fosse solo per il semplice fatto che tanto tu comunque non ce l’hai! Ma al di là di questo, prova a pensare che Dio purifica i nostri desideri e che al mondo tu e solo tu, puoi stare al mondo come tu sai stare! Ognuno è unico e il tuo posto non è dato da ciò che decidono gli altri, ma da come tu sai stare pienamente e in pienezza in ciò che la vita ti offre, da come sai agire e relazionarti con ciò che ti circonda. Non siamo prodotti di fabbrica interscambiabili, siamo prodotti unici che fanno la differenza. 

Chiediti magari se il posto che desideri e che è stato dato a un altro, in realtà non significa che tu sei orientato verso quello, desideri quello, ma forse non è il tuo o non è ancora il momento. Ma quello che provi ti può orientare verso il tuo desiderio più profondo. Chiedi di purificarlo, il Signore non ti fa mai provare desideri per stroncarli (non è sadico, santo Cielo!) ma per farteli realizzare in grande!

Sulla base di questo, una cosa pratica può essere trasformare l’invidia in emulazione, quel sentimento che porta ad imitare, ad uguagliare, e, se è possibile, a superare (lealmente) le buone qualità altrui!

Insomma, niente paura, sei stato fatto per il Cielo e per cose grandi, sei amato…respira questa libertà!

Ilaria Di Giulio

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