Le Olimpiadi di Parigi e della fede: Puntare alla meta

Siamo giunti alla fine di queste Olimpiadi. Le medaglie sono state assegnate, gli atleti hanno dato il meglio di sé, gareggiando nella sfida per la quale probabilmente si allenavano da anni. 

Pensando a loro, mi viene in mente una frase dal film AIR diretto da Ben Affleck, in cui il protagonista Sonny Vaccaro, parlando con Michael Jordan afferma: “una scarpa è solo una scarpa, finché qualcuno non la indossa”. Quello che intendeva dire, nel complesso del discorso, è che il lavoro in sé per sé è fine a sé stesso e siamo noi a dargli significato. Questa frase può essere quindi ben adattata ai risultati di queste Olimpiadi: una medaglia è solo una medaglia, finché qualcuno non la indossa. 

In sostanza, siamo noi a dare significato agli obiettivi che ci prefiggiamo. Nessuno vorrebbe dedicare la propria vita ad allenarsi, spendendo fatica e sudore, per un pezzetto di ferro che ad un certo punto prenderà polvere in casa. Ma è quello che quella medaglia rappresenta che fa la differenza. 

Ed ecco che questo ci porta ad una prima domanda da porci: quale medaglia stiamo inseguendo? Per cosa ci stiamo spendendo tanto? Qual è il nostro obiettivo?

Arrivati alla fine di queste vacanze, infatti, è importante prenderci del tempo, alla luce dell’allenamento e del recupero fatto, per capire per cosa vogliamo combattere quest’anno. 

Forse pensiamo di dedicare questo anno al lavoro per ottenere quella promozione, o per laurearci o per passare quegli esami che ci stanno dando problemi. Sono tutte aspirazioni legittime, che è giusto inseguire. Ma bisogna stare attenti a non far dipendere da essi la nostra felicità. 

Non sono un intenditore, ma credo che nessuno, o comunque davvero pochi atleti che volessero vincere le olimpiadi esclusivamente per questioni auto celebrative siano riusciti poi alla fine a raggiungere la loro meta. Difatti, sentendo le varie interviste, nessuno di loro afferma mai “ho vinto questa medaglia perché sono un grande”, ma tutti ringraziano chi li ha aiutati e spiegano il significato che quella vittoria ha per loro. Inoltre, tutti sono concordi nel ritenere che quella medaglia è solo un riconoscimento per l’immenso lavoro che c’è stato dietro, che probabilmente è stato la parte più importante. 

Ma questo discorso vale anche quando parliamo di sconfitte. Mi colpisce ancora la storia di Odette Giuffrida, judoka italiana che pur non avendo vinto, così affermava sul suo profilo Instagram: “volevo così tanto prendermi quella medaglia che non riuscivo a stare nel presente, mi sembrava di vivere continuamente sotto l’acqua”, concludendo però “Ti ringrazio Padre perché mi hai fatto vincere qualcosa di molto più importante di una medaglia, l’essere riuscita a testimoniare quanto il tuo amore può cambiare le nostre vite, di quanto tu sia grande in ogni momento. Nelle vittorie e nelle sconfitte. Oggi non ho vinto la medaglia ma credo in qualche modo di essere riuscita a realizzare il mio compito. Gloria a Te sempre1.

Una grandissima testimonianza che ci fa capire che, ciò che dà significato alla vittoria non è la vittoria in sé, ma il percorso fatto per raggiungerla e cosa abbiamo imparato nel mentre. 

Allora ciò vuol dire che l’obiettivo è marginale rispetto al percorso fatto per arrivarci? In realtà, sono entrambi importanti. Un percorso fatto senza un obiettivo, un desiderio, ci impedisce di dare il meglio di noi. Ma, al contempo, un obiettivo da solo non ha significato se non viviamo tutto il percorso per raggiungerlo. 

Ed ecco perché è importante fissarci degli obiettivi prima di iniziare quest’anno. Perché, in ogni momento, sappiamo dove stiamo correndo. Al contempo però, sappiamo che quell’obiettivo ci aiuta a correre durante la gara, ma non è il significato ultimo delle cose. 

E forse, prenderci un tempo per fissare l’obiettivo prima di iniziare l’anno, può anche farci rendere conto che ci stiamo spendendo per la cosa sbagliata. 

Forse il tuo obiettivo è laurearti e desideri concentrarti ardentemente sullo studio, pensando che sarai felice solo quando sarai laureato. Ma forse, così facendo, perdi di vista l’importanza degli amici e delle relazioni che ti circondano di cui dovresti avere cura. Forse il tuo obiettivo è ottenere quella promozione o quel posto che tanto ambisci, o la stabilità economica tanto agognata, ma forse stai trascurando la tua famiglia che non ti vede mai. 

Prendersi del tempo per ricentrare l’obiettivo è proprio il momento in cui capiamo a cosa dare priorità e per cosa spenderci. 

Come afferma San Paolo “Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile. Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l'aria, anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato.” (1 Cor 9, 24-27).

L’invito per questo tempo, allora, è di capire verso dove stai correndo, e fissare un obiettivo, con la consapevolezza che la tua felicità sta tanto nel raggiungerlo, quanto nel tragitto che fai nel mentre. L’importante è che quell’obiettivo sia qualcosa di “incorruttibile”, eterno, in altre parole, che davvero ne valga la pena. 

Un consiglio per fissare gli obiettivi dell’anno è che, come afferma Dorian2, siano SMART (Specific, Measurable, Assignable, Realistic, and Time-related), ovvero:

  • Specifici: nel fissare i tuoi obietti non essere vago (non si tratta di ottenere un posto di lavoro migliore, ad esempio, ma di ottenere quello specifico posto di lavoro);
  • Misurabili: devi aver modo di valutare i tuoi progressi nel tempo (se ad esempio l’obiettivo è di passare più tempo con la tua famiglia, quanto tempo ci passi concretamente?);
  • Trasferibile: deve poter cambiare e spostarsi in base alla situazione (come dicevamo, non si tratta della meta in sé, ma del percorso che fai per raggiungerla);
  • Realistica: deve essere qualcosa di effettivamente raggiungibile (per quanto possa essere fico fare 12 esami in una sessione, forse è poco realistico);
  • Dipendente dal Tempo: ci sono degli obiettivi che possiamo fissare a lungo termine, cose che ci piacerebbe raggiungere nel corso degli anni (ad esempio, comprare una villa con piscina). Ma ci sono degli obiettivi per i quali dobbiamo darci un tempo per raggiungerli, altrimenti, forse, dobbiamo cambiare strada (ad esempio, voglio quella promozione, quindi mi do un anno per raggiungerla, se non riesco in quel tempo forse dovrò rivedere il mio obiettivo). 

Sono poche semplici regole che possono darti un indirizzo per veicolare il tuo obiettivo per quest’anno, per puntare gli occhi al cielo sul tuo desiderio, senza perdere di vista la bellezza del percorso. 

Buon cammino

Antonio Pio Facchino

1 https://www.instagram.com/p/C-Aj1KNoMve/?igsh=MzRlODBiNWFlZA==

2 Doran, G. T. (1981). There’s a SMART way to write management’s goals and objectives. Management Review70, 35–36.

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