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La luce di Novembre

Nei primi giorni di novembre ci sono due ricorrenze nel calendario cristiano che danno vita anche ad un ponte, un momento di vacanza per lavoratori e studenti: dai più indicato come “Ponte dei morti”, questo doppio giorno di festa rappresenta un momento in cui la Chiesa invita ad alzare lo sguardo da questa terra e a guardare su, verso l’alto, meta ultima di tutti gli uomini.

Il “Ponte dei morti”, si diceva: le parole rappresentano concretamente la nostra idea su un aspetto della realtà, e dunque questi due giorni che danno il via al mese di novembre hanno un sapore ben preciso per chi usa questa espressione, quello della morte appunto, o comunque della depressione, della tristezza ecc. Elementi da “esorcizzare” in qualche modo (da qui anche la diffusa pratica di festeggiare Halloween con maschere, abiti e addobbi che rientrano nel tema della paura, della morte appunto, ma in una salsa quasi satirica, quasi per prendere in giro la morte o il pensiero su di essa).

Definendo questi giorni come “Ponte dei morti”, però, si commette un errore duplice: si dà maggiore importanza al secondo giorno, dimenticando totalmente il primo (che vedremo tra poco), e si confonde il vero giorno di festa (anche a livello civile) con un giorno che è a tutti gli effetti un giorno lavorativo (l’eventuale ponte che comprende il 2 novembre, nel caso ad esempio della scuola, è in realtà facoltativo, essendo il 2 a tutti gli effetti un giorno feriale).

Tutto il mese di novembre, quindi, assume un carattere funereo, pesante, quasi che l’autunno inoltrato che arriva e allontana i calori e i colori estivi dia il tono di un mese di depressione.

Dimentichiamo, assumendo questa prospettiva, che novembre inizia con una Festa (sia religiosa che civile) che celebra la gioia, la bellezza, la pienezza e la gloria: tutto molto diverso dai toni cupi che siamo soliti attribuire a questi giorni. Si celebra infatti la luce, la luce del Paradiso!

Il Primo si festeggiano “Tutti i santi” coloro che, cioè, dopo il pellegrinaggio terreno, sono ora nella gioia senza fine del Paradiso, in comunione piena con Dio… ma anche con noi (questo aspetto lo vedremo a breve).

Novembre si apre, cioè, con la celebrazione di gente felice, anzi, felicissima, che vive con Dio ed è nel posto migliore dell’universo! Altro che musi lunghi, brutti pensieri e ansie varie! 

In un solo giorno, cioè, la Chiesa ci fa guardare a “gente che ce l’ha fatta”, persone che hanno speso la loro vita per Dio e per gli altri e che hanno accolto l’amore di Dio, divenendo santi (non supereroi), cioè partecipando alla stessa santità di Dio; persone che hanno compreso la loro piccolezza e la loro povertà e hanno deciso di vivere per Qualcuno, e non senza un senso. Persone che ci possono essere da esempio perché hanno già varcato quella soglia che, da quaggiù, fa tanto paura, ma che è in realtà la porta per un destino luminoso, di gioia e di gloria.

Ma questi “santi” sono solo degli esempi per noi? No, non solo.

I santi sono vivi, vivi e operanti presso Dio. Non sono staccati da noi, scollegati, no: sono in comunione con noi, sono in qualche modo (invisibile) uniti a noi.

La Chiesa, infatti, ci dice che la comunità cristiana si articola in tre piani diversi, sebbene intimamente connessi: la Chiesa Militante, la Chiesa Purgante e la Chiesa Trionfante.

I santi appartengono, per l’appunto, a quest’ultima, chiamata “Trionfante” perché essi hanno trionfato o, meglio, hanno lasciato che l’amore di Dio trionfasse nella loro vita: e ora godono senza fine della gioia di quella vittoria, di quell’amore. Ma, come dicevamo, i santi non stanno per fatti loro, incuranti di ciò che succede qui sulla Terra: c’è un collegamento ed una comunione con noi, che siamo la Chiesa Militante: ci si potrebbe chiedere il perché di tale nome, che fa pensare ad un ambito militare, di guerra. Ebbene sì, in qualche modo è così: la nostra vita è innanzitutto una benedizione, perché dono di Dio, con tutti i doni che Egli ogni giorno ci fa, ma è anche una lotta, una battaglia, per rimanere sulla via del Vangelo e respingere, con la Sua Grazia, le tentazioni e gli assalti del demonio. In questa battaglia ovviamente non siamo soli: Dio, gli Angeli e appunto i Santi ci aiutano e ci assistono, ma per rispettare pienamente la nostra libertà il Padre lascia l’ultima parola sulle nostre decisioni a noi: chi sceglie Dio liberamente, lo troverà, alla fine della sua vita terrena. E per sceglierLo bisogna lottare contro tutto quello che ci può distogliere da Lui.

Dicevamo che anche i Santi ci aiutano: si, perché tra Chiesa trionfante, del Cielo, e la Chiesa Militante, qui sulla terra, c’è un collegamento vero, reale: i santi intercedono per noi, desiderano il nostro bene e presentano a Dio le nostre necessità, perorando la nostra causa; sono amici veri, che ci amano e desiderano per noi il meglio, cioè quella stessa gloria che loro già sperimentano. Ecco perché possiamo affidarci con un senso di profonda amicizia ai santi: non per superstizione, ma per affetto, perché loro nel momento del bisogno possano pregare per noi e ottenere da Dio le grazie necessarie. C’è quindi un collegamento tra queste due parti: ma anche la terza, la Chiesa Purgante, non è isolata. Le anime del purgatorio, infatti, aspettano la purificazione per entrare anche loro nel Paradiso, a gioire senza fine: devono però aspettare ancora, pur essendo sicure della loro meta. Le anime purganti non possono più pregare per loro stesse, ma aspettano preghiere da noi, che siamo qui sulla terra: ecco perché è così importante pregare per i defunti, far celebrare Messe e ricordarli spesso, in particolare nel mese di novembre: non perché sia “il mese dei morti”, e quindi un mese negativo, “della morte” appunto, ma perché ricordandoli, e pregando per loro, li avviciniamo al Paradiso, accorciamo l’attesa e la purificazione a cui sono sottoposti. E in cambio loro pregano per noi: come i santi, anche loro non dimenticano coloro che sono ancora immersi nelle cose terrene, ma ci rimangono vicini, come amici.

Ecco che quindi c’è un profondo rapporto tra tutte queste tre “parti”, che rappresentano un po’ il rapporto di comunione che c’è quando c’è Dio: Dio è trinità, quindi amore e comunione tra Persone, la Chiesa sulla terra è un’assemblea, cioè un gruppo di persone in comunione tra loro, e anche dopo la morte fisica questa comunione non cessa.

Lungi, quindi, dal concepire il mese di novembre come qualcosa di pesante o nefasto, festeggiamo con gioia innanzitutto il primo giorno, cioè la Festa dei santi: essa ci fa intravedere la meta che Dio desidera per ciascuno di noi, gioia piena, senza fine, con Lui e con gli altri; e alla luce di questo, il 2, preghiamo perché coloro che non hanno ancora accesso a questa gioia senza fine possano arrivarci presto. In cambio, sia dal Paradiso che dal Purgatorio, questi nostri fratelli e sorelle continueranno a pregare per noi, ad essere nostri amici presso Dio, per chiedere a Lui tutto quello che è necessario anche a noi per arrivare, un giorno, a godere l’amoroso e gioioso abbraccio del Padre.

Riflettiamo sulla morte, si: anche noi moriremo un giorno. Ma la nostra meta è luminosa e piena di gloria: è lì, ci attende. Quindi, animo! Non fermiamoci al buio del sepolcro, ma alziamo gli occhi: la luce del Cielo è la nostra meta.

Francesco Simone

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