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Tristezza e gioia: questioni di prospettiva!

Spesso ci rattristiamo per le cose che non vanno come vogliamo ma in questi momenti non dimenticare di volgere il tuo sguardo verso Dio per ritrovare la gioia 

Se, come me, hai letto i libri della saga di Harry Potter, conoscerai qualche dettaglio in più che manca nei film.
Tempo fa, rileggendo il secondo libro, la mia attenzione si spostò su un momento particolare. Quando Harry raggiunge Tom Riddle nella Camera dei Segreti, quest’ultimo gli spiegherà che è stata Ginny ad aprire la camera e a commettere i vari crimini presenti sia nel film che nel libro, dicendo: “Mi ha schiuso la sua anima e mi sono alimentato delle sue paure più profonde”[1] . 

La giovane ed ingenua Ginny, infatti, scrive sul diario non avvenimenti belli e gioiosi ma tutto ciò che la preoccupa e la fa sentire triste e abbattuta, come l’indossare abiti usati perché i genitori non potevano permettersene di nuovi, il fatto che i suoi fratelli la prendano in giro, essendo la più piccola, o la paura di non piacere ad Harry di cui è innamorata. Il mago oscuro, sfruttando la tristezza e la sofferenza della ragazza, se n’è nutrito ed è riuscito ad arrivare a manipolarla, senza che lei se ne accorgesse. Non so se è mai capitato anche a te, di sentirti come Ginny, desiderare qualcosa ma quest’ultima non arriva, non andare d’accordo con i tuoi fratelli o degli amici, essere innamorato di qualcuno ma avere paura che non ricambi. 

Non ti nego che ultimamente anche a me è capitato che alcune situazioni non andassero come avrei voluto o che non mi sentissi compresa da chi mi stava intorno. Cosa succede quando viviamo questi momenti difficili? Ecco che subentra la tristezza, lasciamo spazio ai pensieri negativi e rimuginiamo sulle cose.
La tristezza, secondo alcuni padri come Evagrio Pontico viene considerata un vizio capitale, si muove lento, senza che ce ne accorgiamo nutrendosi dei nostri dispiaceri facendoci perdere tantissime grazie.[2]
E quante grazie, infatti, non notiamo quando siamo con lo sguardo a terra e con il muso lungo!
Tristezza e malinconia, fuori da casa mia! Diceva San Filippo Neri, il santo della gioia, la parola chiave per combattere questo nemico.
La gioia è un frutto dello Spirito Santo, è frutto dell’amore: la consapevolezza di essere amati.
Il beato Carlo Acutis diceva che La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità lo sguardo rivolto verso Dio.
Basta cambiare prospettiva, se alziamo lo sguardo incrociamo quello del Padre che ci ama incondizionatamente.
Un’altra cosa che ti confido è che, da organista, uso spesso i canti per pregare. Mi piace, prima della Messa, suonare e canticchiare sia perché cantare mi trasmette veramente molta gioia e sia perché è proprio dai testi di alcuni canti che ricevo tante grazie. 

Infatti, è stata proprio la frase di un canto che amo follemente -Il canto dell’Amore- a scuotermi: “Perché tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori, Io sarò con Te dovunque andrai”.
Lo stavo suonando qualche domenica fa, sempre prima della celebrazione e lo avevo ripetuto diverse volte fino a quando non avevo acquisito la consapevolezza che sì, sono davvero preziosa ai suoi occhi, che Lui mi sarà accanto dovunque andrò e in qualsiasi situazione, che sia lieta o che sia un’avversità.
È importante perseverare in questa certezza, anche se nei momenti meno felici è sicuramente molto difficile.
Provo a raccontarti brevemente un brano del capitolo tredici del libro di Daniele: la storia di Susanna.


Susanna era una donna molto bella ed allo stesso tempo, timorata di Dio. Due anziani, eletti giudici, erano attratti da lei e riuscirono ad entrare nel giardino della casa di suo marito, dove sapevano che era solita fare il bagno, perciò, approfittando del momento in cui Susanna mandò le ancelle a prendere gli oli, lasciandola sola, andarono da lei e minacciarono che l’avrebbero -ingiustamente- accusata di essere stata trovata con un giovane amante, se non si fosse concessa a loro.
Ovviamente, Susanna rifiutò dicendo “Meglio per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore” (Dn 13, 22) e i due la accusarono di adulterio e volevano condannarla a morte.
“I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua testa. Essa piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore” (Dn 13, 34-35).
Il brano si conclude con l’intervento di Daniele che interrogando i due anziani separatamente, dimostra l’innocenza di Susanna.
Perciò, ti lasciò un semplice consiglio: nei momenti di difficoltà, non lasciare che tristezza e angoscia ti abbattano, mandali fuori dalla tua casa e non dimenticare di guardare verso l’alto e il tuo sguardo incontrerà quello del Padre. 

Valentina Bascelli


[1] J. K. Rowling, Harry Potter e la camera dei segreti, 1998, p. 295. 


[2] F. Rosini, L’arte della buona battaglia

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