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Tutta questione di tempo

La scorsa settimana sono stato a Bari per un lavoro e, durante il viaggio in macchina, ascoltando la radio, ad un certo punto è partita una pubblicità che faceva più o meno così. S’immaginava un colloquio tra un responsabile d’azienda e un candidato. Durante il colloquio, l’esaminatore dice: “Lei ha un curriculum di tutto rispetto e si vedono tutte le esperienze lavorative accumulate negli anni. Davvero sarebbe il profilo adatto per noi ma lei dove si vede tra 10 anni?”. La pubblicità poi finiva con il lancio dello spot aziendale che, in realtà, c’entrava poco con questo finto colloquio. Tuttavia, io sono rimasto colpito da quella domanda (“Dove si vede tra 10 anni?”) perché effettivamente è come se la sentissi mia. La verità è che non sapevo dare una risposta e, mentre proseguiva la scaletta delle canzoni, la mente era ferma a quel quesito così semplice ma altrettanto tagliente.

Sarà che viaggiare spesso mi porta ad interrogarmi su tante cose ma ti condivido che il resto del viaggio è stato contrassegnato proprio dal dubbio sul mio futuro. Spesso penso a cosa vorrei fare, lavoro ogni singolo giorno per raggiungere i miei obiettivi però, solo in quel momento, mi resi conto di quanto non sapessi esattamente cosa farò non solo tra 10 anni ma forse anche tra 6 mesi. L’incertezza del futuro può essere un freno o uno sprone, dipende dal carattere di ognuno. Senza rendercene conto, siamo quasi abituati a fare tanti progetti ma tutti a breve termine: ad esempio, durante gli anni universitari, pensiamo ad un esame alla volta e questo ci dà pace e costanza rispetto a pensare ad un traguardo lontano come la laurea. Però sappiamo che stiamo studiando per quello e tutti gli esami solo tappe intermedie prima della bandiera a scacchi. Invece, nel mondo del lavoro o anche nelle relazioni, quando il futuro non è altrettanto tracciato e dove soprattutto molto non dipende solo da noi, ecco che potrebbe insinuarsi il tarlo del dubbio. “Ma quello che desidero è davvero ciò che voglio?”, “Sto davvero dando tutto me stesso per qualcosa che vale la pena?”, “Ho le reali capacità per intraprendere questa strada?”. 

Due giorni dopo il viaggio a Bari, vado a messa la mattina e resto folgorato dalla Lettera di San Paolo ai Corinzi (2 Cor 6, 1-10) che recitava così:

Fratelli, poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice, infatti: «Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso»
. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga criticato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!

Mi sono reso conto di una verità che già conoscevo ma che solo adesso parla al mio presente: Dio esaudisce i nostri desideri al momento favorevole e non importa ciò che accade nella nostra vita perché Lui è capace di darci ciò di cui abbiamo realmente bisogno ogni giorno. Anche quando sembra che non abbiamo nulla di ciò che vogliamo, in realtà possediamo tutto! Paolo ci ricorda che oggi è il giorno favorevole ovvero che oggi si gioca la partita decisiva, oggi possiamo decidere chi siamo senza attendere un futuro lontano e astratto. Dalla decisione ferma di seguire Cristo oggi, anche quando ci sentiamo fermi o lontani dalla strada che dovrebbe portarci alla felicità, dipende il domani. Rimasto un po’ in preghiera dopo la messa, ho sentito nel cuore l’esigenza di fare un bilancio degli ultimi mesi guardandomi indietro per vedere dove fossi esattamente un anno fa e rimanendo colpito da quanto Dio Padre avesse benedetto i miei passi facendomi fare tanta strada. Una strada che non vedevo perché ero proiettato solo al futuro. Mentre scrivo queste righe, mi viene da sorridere se penso a cosa volessi solo 10 mesi fa e a quanti prodigi siano accaduti in questo tempo. A quanti incontri mi abbiano cambiato la vita. A quante cose abbia realizzato senza rendermene conto fino in fondo. A quanti desideri profondi siano maturati o, in certi casi, proprio cambiati in meglio.

A nessuno di noi è dato sapere cosa ci riserva il futuro ma forse questa è la bellezza della vita. Possiamo sperimentare quella Provvidenza profonda che ci guida nel sentiero quotidiano, quella leggerezza che accompagna le nostre scelte. Ciò non vuol dire non impegnarsi e aspettare che le cose cadano dal cielo. No, vuol dire, come sosteneva sant’Ignazio di Loyola, lavorare come se tutto dipenda da te e pregare come se tutto dipenda da Dio. Anche perché noi tutti siamo chiamati ad essere luce del mondo e sale della terra: se siamo in un posto piuttosto che un altro, se abbiamo accanto a noi una persona invece di un’altra, se nel cuore sentiamo la chiamata ad un lavoro specifico, vuol dire che di quello ci dobbiamo occupare, senza stare troppo a pensare al domani. Dobbiamo coltivare i nostri sogni, avere un progetto di vita ma non stare a pensare troppo alla meta dimenticandoci del viaggio. “Senza fretta ma senza sosta” si dice quando si va in montagna: se passassimo tutto il tempo ad osservare la cima da raggiungere senza guardare la strada che abbiamo davanti, oltre ad abbatterci facilmente perché il traguardo sarà sempre lontano e fuori dalla nostra portata, rischieremmo di farci male cadendo, mettendo male i piedi e non approfittando del panorama e della compagnia che abbiamo accanto a noi.

Per questa settimana, allora, t’invito a pensare a questo tempo come un tempo favorevole, un tempo per iniziare a fare un bilancio di quest’anno lavorativo o di studio che a breve terminerà, a riscoprire i tuoi sogni e a godere di ciò che ti viene concesso oggi. Consapevole che Dio ti esaudirà al momento opportuno, quando sarai pronto per accogliere i suoi doni!

Emanuele Giuseppe Di Nardo 

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