Il discernimento, il dono di essere figli liberi e amati
Oggi inizieremo ad affrontare un grande tema della vita: il discernimento.
Il discernimento è un esercizio di scelta in ogni ambito della nostra vita: studio, lavoro, relazioni, cibo, abiti…attraverso ogni singola scelta quotidiana noi scriviamo la nostra vita e la nostra relazione con Dio. “Gesù parla del discernimento con immagini tratte dalla vita ordinaria; ad esempio, descrive i pescatori che selezionano i pesci buoni e scartano quelli cattivi; o il mercante che sa individuare, tra tante perle, quella di maggior valore. O colui che, arando un campo, si imbatte in qualcosa che si rivela essere un tesoro (cfr Mt 13,44-48)’’[1].
Il discernimento è un esercizio di intelligenza, di perizia e di volontà nel cogliere il momento favorevole. Ognuno è chiamato a prendere le scelte per sé perché solo noi stessi, coltivando il nostro rapporto filiale con Dio ed entrando nella zona più profonda del cuore dove Egli ci attende, possiamo realmente individuare qual è la scelta migliore per noi stessi.
Solo io e Dio possiamo scegliere sulla mia vita, nessun altro è in grado di decidere al posto mio.
Questo è il frutto della libertà che Dio ci dona. Dio non ci vuole schiavi, ma figli “Dio è Padre e non ci lascia soli, è sempre disposto a consigliarci, a incoraggiarci, ad accoglierci. Ma non impone mai il suo volere. Perché? Perché vuole essere amato e non temuto. E anche Dio ci vuole figli non schiavi: figli liberi. E l’amore si può vivere solo nella libertà. Per imparare a vivere si deve imparare ad amare, e per questo è necessario discernere: cosa posso fare adesso, davanti a questa alternativa? Che sia un segnale di più amore, di più maturità nell’amore’’[2].
Il discernimento ha due costi: il costo della fatica di scegliere e il costo di rinunciare a ciò che per noi non è buono, ossia ciò che non ci conduce maggiormente verso Dio, verso la sua conoscenza.
La fatica della scelta è connaturata alla libertà che Dio ci dona. “Abbiamo fatto spesso questa esperienza: scegliere qualcosa che ci sembrava bene e invece non lo era. Oppure sapere quale fosse il nostro vero bene e non sceglierlo. Dio dà all’uomo una precisa istruzione: se vuoi vivere, se vuoi gustare la vita, ricordati che sei creatura, che non sei tu il criterio del bene e del male e che le scelte che farai avranno una conseguenza, per te, per altri e per il mondo (cfr Gen 2,16-17); puoi rendere la terra un giardino magnifico o puoi farne un deserto di morte’’. Per questo motivo, per le grandi conseguenze che si riverberano su noi stessi, sugli altri e sul mondo intero siamo chiamati a discernere ogni scelta che siamo chiamati a fare.
Il secondo costo è la rinuncia a qualcosa. In realtà, quando si trova un tesoro, la rinuncia a tutto il resto non costa fatica perché quella scelta fa nascere in noi una gioia inspiegabile che solo Dio può donare: “È la gioia di chi ha trovato il Signore. Prendere una bella decisione, una decisone giusta, ti porta sempre a quella gioia finale; forse nel cammino si deve soffrire un po’ l’incertezza, pensare, cercare, ma alla fine la decisione giusta ti benefica di gioia’’[3]. Attraverso ogni decisione, se è frutto di un discernimento secondo il criterio dell’amore, portiamo il Regno dei Cieli non solo a noi ma all’intera umanità. Siamo tutti interconnessi da un fil rouge che è l’amore di Dio e ogni nostra scelta (buona o meno buona) determina conseguenze sull’intera umanità. Sta a noi deciderci per l’amore in ogni minima decisione che siamo chiamati a prendere oppure no, consci che ogni scelta consente di sperimentare maggiormente o ridurre l’esperienza del Regno dei Cieli qui sulla terra.
Un aspetto che ci parla di Dio è la casualità di determinati eventi che possono diventare decisivi nella nostra vita. Un esempio lo troviamo nel “primo incontro di Andrea e Giovanni con Gesù, un incontro che nasce da una semplice domanda: “Rabbì, dove abiti?” – “Venite e vedrete” (cfr Gv 1,38-39), dice Gesù. Uno scambio brevissimo, ma è l’inizio di un cambiamento che, passo a passo, segnerà tutta la vita. A distanza di anni, l’Evangelista continuerà a ricordare quell’incontro che lo ha cambiato per sempre, ricorderà anche l’ora: «Erano circa le quattro del pomeriggio» (v. 39).È l’ora in cui il tempo e l’eterno si sono incontrati nella sua vita. E in una decisione buona, giusta, si incontra la volontà di Dio con la nostra volontà; si incontra il cammino attuale con l’eterno. Prendere una giusta decisione, dopo una strada di discernimento, è fare questo incontro: il tempo con l’eterno’’[4].
Un altro evento casuale è quello verificatosi a Ignazio di Loyola che a causa di una ferita a una gamba (ed è subito “Garibaldi fu ferito, fu ferito a una gamba, Garibaldi che comanda, che comanda il battaglion’’, scusate la digressione), fu costretto a una convalescenza nella casa paterna. Egli era attratto dalle storie cavalleresche, ma nella casa del padre vi erano solo libri sulle storie dei santi e cominciò a leggerne alcuni, rimanendo particolarmente colpito dalle storie di san Francesco e di san Domenico sentendo il desiderio di imitarli. Egli ricevette una grande luce in quel momento, che poi riportò nella sua Autobiografia parlando di sé in terza persona: “Pensando alle cose del mondo – e alle cose cavalleresche, si capisce – provava molto piacere, ma quando, per stanchezza, le abbandonava si sentiva vuoto e deluso. Invece, andare a Gerusalemme a piedi nudi, non cibarsi che di erbe, praticare tutte le austerità che aveva conosciute abituali ai santi, erano pensieri che non solo lo consolavano mentre vi si soffermava, ma anche dopo averli abbandonati lo lasciavano soddisfatto e pieno di gioia (n. 8)’’[5].
Da questa esperienza possiamo cogliere quattro aspetti del discernimento:
- il tempo: “cioè i pensieri del mondo all’inizio sono attraenti, ma poi perdono smalto e lasciano vuoti, scontenti, ti lasciano così, una cosa vuota. I pensieri di Dio, al contrario, suscitano dapprima una certa resistenza – “Ma questa cosa noiosa dei santi non andrò a leggere”, ma quando li si accoglie portano una pace sconosciuta, che dura tanto tempo’’[6];
- il punto di arrivo dei pensieri: all’inizio la situazione non sembra così chiara e solo rileggendo la nostra vita, guardando indietro, riusciamo a cogliere il senso più profondo di quello che abbiamo vissuto senza rendercene conto nel momento in cui lo vivevamo; “Le grandi domande sorgono quando nella vita abbiamo già fatto un tratto di strada, ed è a quel percorso che dobbiamo tornare per capire cosa stiamo cercando. Se nella vita si fa un po’ di strada, lì: “Ma perché cammino in questa direzione, che sto cercando?”, e lì si fa il discernimento’’[7];
- l’ascolto del cuore: “ascoltare il proprio cuore: per conoscere cosa succede, quale decisione prendere, […] Noi ascoltiamo la televisione, la radio, il telefonino, siamo maestri dell’ascolto, ma ti domando: tu sai ascoltare il tuo cuore? Tu ti fermi per dire: “Ma il mio cuore come sta? È soddisfatto, è triste, cerca qualcosa?”. Per prendere delle decisioni belle occorre ascoltare il proprio cuore. Per questo Ignazio suggerirà di leggere le vite dei santi, perché mostrano in modo narrativo e comprensibile lo stile di Dio nella vita di persone non molto diverse da noi perché i santi erano di carne ed ossa come noi’’[8];
- l’apparente causalità degli eventi: “Dio lavora attraverso eventi non programmabili […] per caso mi è successo questo, per caso ho incontrato questa persona, per caso ho visto questo film, non era programmato ma Dio lavora attraverso eventi non programmabili, e anche nei contrattempi: […] Un consiglio che vi do, state attenti alle cose inattese.” […] Lì ti sta parlando la vita, ti sta parlando il Signore o ti sta parlando il diavolo? Qualcuno. Ma c’è una cosa da discernere, come reagisco io di fronte alle cose inattese’’[9].
Chiediamo a Dio di rendere il nostro sguardo attento a cogliere il suo passaggio nella nostra vita, le nostre orecchie attente all’ascolto della Sua Parola perché ogni decisione che prendiamo sia una scelta che ci conduca maggiormente verso Dio e attiri maggiormente il Regno di Dio sulla terra.
Francesca Amico
[1] PAPA FRANCESCO, Catechesi sul discernimento. Catechesi di Papa Francesco dal 31 agosto 2022 al 4 gennaio 2023, p.4.
[2] ivi, p. 5.
[3] ivi, p. 4.
[4] ivi, p. 5.
[5] ivi, p. 7.
[6] ibidem.
[7] ivi, p. 8.
[8] ibidem.
[9] ivi.
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