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Missione e Vocazione: un circolo virtuoso che si autoalimenta

La settimana scorsa Emanuele ci ha parlato della differenza tra missione e vocazione, due cose che tante volte erroneamente tendiamo a confondere. Oggi vogliamo continuare quel discorso per provare a capirne un po’ di più al riguardo. 

Difatti, se è vero che missione e vocazione sono due concetti diversi, è anche vero che sono in realtà due facce della stessa medaglia, si incrociano, si intersecano e si alimentano l’un l’altro. 

Un po’ di tempo fa sentii la testimonianza di un mio amico, un giovane ragazzo sposato con 4 figli che stava facendo un dottorato di ricerca. Mentre parlava, alcuni ragazzi gli chiesero: ma come fai a fare una professione puramente intellettuale con 4 bambini piccoli in casa? Tutto il chiasso, il frastuono e le distrazioni. La sua risposta fu semplice ma incisiva: “in verità io non potrei fare il lavoro che faccio senza di loro, ed è proprio perché ci sono loro che io riesco a donarmi così tanto al mio lavoro”.

Devo dire che questa frase mi rimase nel cuore, e vi confesso che non la compresi subito, ma mi ci volle tempo ed ancora sto cercando di comprenderla a pieno. Ma in sostanza, quello che ci stava dicendo, era che la vocazione e la missione non sono cose da confondere, ma nemmeno da tenere su piani separati o in antitesi. Ed anzi, proprio nel momento in cui tu sei nella tua vocazione, il Signore ti guida anche nella tua missione di vita, la alimenta, e a sua volta la tua missione alimenta la tua vocazione. 

A conferma di questo, pochi anni dopo questo episodio mi trovai a lavorare con una dottoressa, con la quale il discorso iniziò a vertere anche su tematiche di fede. Mi colpii molto, e fu anche una grande conferma, quando mi disse: “tu vuoi fare veramente lo psicologo? Lo vuoi fare bene? Se vuoi farlo bene scegli una donna che capisca l’importanza ed il valore di quello che fai. Non che lo accetti, ma che lo accolga e lo supporti”. Non mi aspettavo minimamente questa risposta sinceramente. Avevo sempre pensato che se volevo fare bene lo psicologo i requisiti erano tanto studio, tanto lavoro, tanta esperienza. Mai avevo pensato che per fare bene il mio lavoro avrei avuto bisogno di una persona accanto che supportasse la mia scelta. E invece, più passa il tempo, più mi rendo conto che non potrei fare il lavoro che faccio se non avessi la mia fidanzata accanto che non solo accetta ciò che faccio, ma lo alimenta con la sua presenza. 

Quante volte ci potrebbe capitare di non aver voglia di andare al lavoro, e di trovare la forza nella nostra fidanzata o in nostro marito. Ricevere quella spinta che ci aiuta a consegnarci anche in questa nuova giornata. Dall’altro lato, la nostra missione, se non è condivisa con qualcuno (non necessariamente nel senso che l’altro debba fare le nostre stesse cose, ma anche semplicemente potergliele raccontare) perde di significato e peggio, di gioia. Che tristezza, infatti, sarebbe aver raggiunto un grande traguardo e non avere nessuno con cui condividerlo. 

Questo discorso vale tanto nella vita consacrata quanto in quella matrimoniale. Pensiamo ad un sacerdote, che un giorno potrebbe non aver particolare voglia di assolvere a tutti i suoi impegni, e a come trova la forza nella sua vocazione, cioè nell’amore per Gesù. E fatta quell’esperienza di consegna, torna a ringraziare Dio mille volte per la grazia che ha ricevuto in quella giornata. 

Allora, in questa settimana, ti invito a guardare al modo in cui la tua vocazione e la tua missione si alimentano l’un l’altra e a lasciare che l’amore che viene dall’una riempia e fertilizzi i frutti dell’altra. 

Antonio Pio Facchino

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