La pioggia cade
Qualche giorno fa stavo facendo pulizia sul computer e, vedendo le vecchie cartelle, mi sono imbattuto in una rinominata “Rinascimento”. Era la primavera 2017 e stavo attraversando un momento un po’ buio della mia vita. Avrei incontrato Cristo solo a novembre di quell’anno. Insieme ad un mio caro amico produttore, avevamo pensato di curare un disco di colonne sonore.
Concretamente lui avrebbe prodotto le basi ed io avrei dovuto occuparmi dei contenuti testuali. L’idea del Rinascimento non era legata al periodo storico-letterario quanto, soprattutto, ad una rinascita personale visto che avevamo la netta sensazione che quella che stavamo vivendo non fosse proprio vita. Era una sorta di terapia per dare una svolta alle nostre giornate.
Ti dico questo perché tu possa capire il senso del testo che ora ti condivido. Il titolo era “Artico”:
Artico! Un freddo pungente che penetra nelle ossa… Il vento che sibila nella tundra più remota come cattivo auspicio… Un silenzio assordante e allo stesso tempo piatto. Artico come il disincanto di una generazione senza modelli, artico come la paura di avere fiducia nel futuro, artico come il malessere dei nostri padri consci di non aver rispettato le antiche promesse, artico come il cuore ingabbiato nella testa, artico come l’indifferenza all’indifferenza, artico come un martelletto del pianoforte che riproduce perfette cacofonie.
Cosa c’è di più freddo dell’animo di un uomo sopravvissuto agli orrori bellici ma incapace di resistere ad una vita monotona, che soffoca ogni pensiero gaudente, per lasciare spazio all’ignavia?
Cosa c’è di più cruento dell’immobilità giovanile? Di un cuore che non pompa più sangue ma è percosso continuamente dalle scaglie di ghiaccio circolanti nelle vene? Alla disperata ricerca del valore dei valori, la massima aspirazione si focalizza sull’appropriazione di oggetti di mero valore fattivo.
Ci vorrebbe la pioggia. Si, proprio la pioggia, con il suo deciso ed inesorabile ticchettio in grado di distruggere ogni barriera, fisica ed emozionale. La pioggia erode, la poggia leviga, la pioggia scioglie, la pioggia lega… Ci vorrebbe una tempesta che spazzi via la lastra di ghiaccio tra la desolazione terrestre e l’incanto di un’alba consolante… Il mondo tornerà ad ascendere verso l’Assoluto, non ci sarà più distinzione tra passato, presente e futuro ma solo VITA… il momento è arrivato, la tempesta è il figlio che ama incondizionatamente il padre perché è il suo eroe, la tempesta è un gruppo di ragazzi che non accettano lo statico grigiore dell’Esistenza ma che recuperano gli antiqui mores dei classici, la tempesta è vedere nell’Anziano non un macigno sociale del quale disfarsi ma l’autentica fonte della conoscenza… Alzo gli occhi al cielo e la sento… La pioggia è arrivata!
Rileggendo questo testo, mi sono ricordato del momento esatto nel quale lo scrissi. Ero in viaggio verso Milano e, fermatici ad un Auto Grill, mentre sorgeva l’alba, ho preso il telefono ed ho buttato giù quello che mi passava davanti. Faceva freddo ma il vero gelo lo provavo nel cuore. Mi sentivo immobilizzato, non riuscivo a muovermi nella vita, tutto sembrava fermo e morto. Allora speravo con tutto il cuore che accadesse qualcosa che mi facesse sentire vivo. Qualcosa d’improvviso e forte come un temporale! Mai avrei immaginato che quel temporale sarebbe arrivato di lì a poco portando il nome di Gesù Cristo.
Ora siamo nel 2023, la mia vita è profondamente cambiata, ha acquisito un senso ed una luce nuova. Ma solo in questi giorni, rileggendo l’Emanuele di 6 anni fa, mi sono reso conto di quanto Dio sia Padre ed ascolta le mie preghiere. Senza rendermene conto, avevo elevato una preghiera verso l’Assoluto, senza la certezza che venissi ascoltato. Eppure ciò accadde! Ho sperimentato quanto siano vere le promesse di Dio. E, ringraziandolo, non ho potuto far altro che scrivere questo articolo e parlare con te. Si, perché, anche se tu non l’abbia ancora sperimentata, sappi che la pioggia sta arrivando anche nella tua vita. Forse ti senti bloccato, forse hai paura di fare un passo, forse sai nel tuo cuore quale sia la cosa giusta per te ma è come se ti trovassi immerso in una lastra di ghiaccio che t’immobilizza. Non aver paura, non temere. Il Tempo di Pasqua ci ricorda che tutto è possibile a Dio e che, nel nome di Gesù, ognuno di noi può cambiare. Un po’ come Saulo di Tarso divenuto San Paolo, un po’ come Simone il traditore che è divenuto San Pietro, un po’ come ogni uomo che ha paura prima di prendere una decisione importante, quella di voler essere felice.
Allora per questa settimana ti auguro di sperimentare la pioggia che ti levi di dosso la pesantezza del cammino e, lavandoti gli occhi, ti dia più chiarezza su come muoverti. La pioggia cade sempre: sta a noi capire se vogliamo passarci attraverso con l’ombrello del dubbio o lasciarsi rinnovare da essa come un bambino che gioca nelle pozzanghere e festeggia!
Emanuele Giuseppe Di Nardo
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