L’amore misericordioso di Dio (pt. 5)
Il periodo della Quaresima è un periodo molto intenso per me, un’occasione per cercare di vivere più in intimità con Dio, per ritagliarmi dei momenti di preghiera più costanti, per mettermi in ascolto della parola di Dio e per sperimentare la sua immensa misericordia per me.
Vi vorrei condividere tre parole chiave di questa mia Quaresima 2023: silenzio, umiltà, obbedienza.
Silenzio
Lo scorso weekend ho avuto la grazia di poter partecipare al weekend Alpha Bologna, un weekend in cui ci si ritaglia del tempo per estraniarsi da tutto ciò che ci circonda e da tutte le preoccupazioni del mondo per cercare di mettersi in dialogo (in alcuni casi per la prima volta) con Dio.
Per me è stata la prima volta in cui ho partecipato a questo weekend ed è stato per me un dono immenso. Non ho da condividervi manifestazioni miracolose di Dio, ma piccoli dettagli che mi hanno ricolmato di pace e di gioia.
Le due giornate sono state scandite da tempi molto serrati e ci sono stati vari momenti di silenzio e meditazione personale. In ogni momento ho scelto di sedermi dinanzi all’ 11esima stazione della Via Crucis, quella in cui Gesù è crocifisso. Non so bene perché tra tutte le stazioni mi sentivo attratta maggiormente da quella, probabilmente perché guardando il Crocifisso trovo la conferma che di Dio davvero posso fidarmi, che solo Lui è morto in croce per me, per la mia salvezza ancora prima che io conoscessi il Suo amore. Dinanzi quella scena mi sono semplicemente soffermata a guardare Gesù, a osservare tutte le sue ferite, a ricordare con che mitezza si è lasciato crocifiggere purché tutta l’umanità fosse salvata. E oltre a guardare l’Amato crocifisso, udivo gli uccellini cinguettare, percepivo la brezza leggera accarezzare il mio volto, il tepore del sole avvolgermi, il profumo dei fiori che iniziavano a sbocciare; osservavo il verde prato ricamato di miriadi di fiori bellissimi, colorati, delicati…le margherite erano predominanti e riempivano il prato di candore.
Durante la giornata vi sono stati altri momenti di meditazione personale e io sono tornata sempre nello stesso punto, osservando come la natura cambia in base ai momenti della giornata. Non solo la temperatura era più bassa, non solo c’era una diversa luminosità, ma anche i fiori apparivano diversi: le margherite, ad esempio, erano chiuse a fine giornata e ce n’erano alcune più chiuse di altre.
Forse per qualcuno queste scoperte saranno la scoperta dell’acqua calda o dell’aria fritta (che davvero esiste! Anche questo mi ha sconvolto quando ho scoperto la friggitrice ad aria), ma per me sono stati piccoli dettagli che mi hanno parlato di Dio, della sua premura, della cura del minimo dettaglio perché la nostra anima sia deliziata dal Suo amore.
Mi sono accorta che per accorgermi di Dio ho bisogno di silenzio dalle preoccupazioni del mondo, dal cellulare, dalle attività quotidiane…
Sembrerà impossibile potersi ritagliare del tempo durante le nostre frenetiche giornate, ma in realtà è possibile scegliere un tempo durante la giornata (dieci minuti, mezz’ora, un’ora) per scollegarsi dal tran tran quotidiano, ritirarsi in luogo che concili la connessione con la parte più intima e profonda di noi (dove c’è Dio ad attenderci) per poi ripartire infuocati di passione per la nostra quotidianità. Sarebbe bello anche ritagliarsi mezza giornata ogni settimana (ad esempio la domenica) per mettersi in dialogo con Dio, dimenticando tutto il resto.
“[…] per poter ascoltare la voce di Dio bisogna avere la quiete nell’anima ed osservare il silenzio: non un silenzio tetro, ma il silenzio interiore, cioè il raccoglimento in Dio […] Oh! Che danni irreparabili provoca l’inosservanza del silenzio! Si fanno molti torti al prossimo, ma soprattutto alla propria anima. Secondo il mio pensiero e la mia esperienza, la regola del silenzio dovrebbe essere al primo posto. Iddio non si dona a un’anima ciarliera che come un fuco nell’alveare ronza molto, ma non produce miele. Un’anima che chiacchiera molto è vuota nel suo interno. Non ha né virtù fondamentali né intimità con Dio’’[1].
Umiltà
L’umiltà è alla base di tutte le virtù, è il riconoscersi piccoli dinanzi all’infinito amore di Dio per noi, è il desiderare l’ultimo posto perché il fratello o la sorella che abbiamo a fianco non si senta l’ultimo, ma al massimo il penultimo della scala e sia rincuorato da ciò. L’umiltà è decentrarsi per mettere al centro la gioia dell’altro, l’umiltà è tacere i propri meriti per esaltare quelli degli altri. L’umiltà è predisporsi all’ascolto per trasmettere tutto l’amore di Dio per l’altro. L’umiltà è fare silenzio per ascoltare e riconoscere che Dio è più importante dei miei ragionamenti, che le Sue parole sono più interessanti delle mie, che le sue strategie sono più geniali delle mie. L’umiltà è fare spazio a Dio credendo davvero che il progetto che Lui ha per me è molto più esteso, lungimirante e bello rispetto a quello che io posso immaginare con la mia fantasia. L’umiltà è mettersi in ascolto di Dio e dell’altro riconoscendo che c’è più ricchezza nel decentrarsi che nel vantarsi.
L’umiltà è scegliere di tacere laddove la lingua può uccidere. “La lingua è un organo piccolo, ma provoca cose grosse. La religiosa che non rispetta il silenzio non giungerà mai alla santità, cioè non diventerà santa’’[2].
Obbedienza
L’obbedienza è una grande espressione di umiltà e il mezzo attraverso cui l’anima riesce ad affrontare più efficacemente e più velocemente ogni prova. “La maestra stessa, in seguito, mi disse che quelle mie esperienze erano finite presto, «soltanto perché lei è stata obbediente. È dovuto solo alla potenza dell’obbedienza che lei ne è uscita così valorosamente». È vero che il Signore stesso mi ha tirato fuori da quel supplizio, ma la fedeltà all’obbedienza Gli era piaciuta. Benché queste siano cose spaventose, tuttavia nessun’anima dovrebbe spaventarsene eccessivamente, poiché Dio non dà prove al di sopra di quello che possiamo’’[3].
È una virtù così salvifica che spesso può risultare difficile da vivere, ma sant’Ignazio ci offre qualche suggerimento: “vedere sempre Iddio nel superiore, chiunque egli sia.
Giustificare dentro di sé l’ordine o l’opinione del superiore.
Accettare ogni ordine come se venisse dal Signore, senza discutere e senza pensarci su.
Il mezzo generale è poi l’umiltà. Niente è difficile per l’umile’’[4].
Vi auguro di vivere questi ultimi giorni di Quaresima vivendo il silenzio interiore, ascoltando la Parola di Dio e unendovi spiritualmente a Gesù che si avvicina a vivere la Settimana Santa.
Francesca Amico
[1] SUOR MARIA FAUSTINA KOWALSKA, Diario. La misericordia divina nella mia anima, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2010, pp. 131,132. Per la lettura di questo libro è consigliato chiedere parere al proprio padre spirituale perché molte esperienze vissute da santa Faustina sono suscettibili di fraintendimenti.
[2] ivi, p. 131.
[3] ivi, p. 122.
[4] ivi, p. 113.
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