L’anima mia magnifica il Signore, pt.2
Come abbiamo ricordato nello scorso articolo, Maria è stata scelta da Dio come Madre del suo Figlio Unigenito: Maria è madre di Dio. Per questa notizia così inaspettata il suo cuore esulta di una gioia incontenibile che la conduce in fretta dalla cugina Elisabetta.
Nella prima parte del Magnificat l’anima di Maria loda e ringrazia Dio per tutte le opere che compie in lei, per poi spostare lo sguardo sull’operato di Dio nella storia.
Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono ( Lc 1,50)
Il primo aspetto che Maria loda di Dio è la Sua misericordia. Ella, per la sua umiltà, per il suo timore di Dio, ha potuto scorgere e riconoscere il modo di operare di Dio, riconoscendo che Dio è Amore. Se la nostra fede vacilla dinnanzi a un fatto negativo è perché c’è qualcosa di irrisolto in noi[1].
Solo chi teme Dio, cioè ha conosciuto la sua Onnipotenza, vive nella pace anche nelle difficoltà. Egli sa che non è possibile dubitare dell’amore di Dio dinanzi a Chi è morto in croce per lui/lei, per ciascuno di noi.
Nei momenti bui in cui possiamo arrivare a dubitare dell’amore di Dio, possiamo agire così: prendere in mano un crocifisso e fissarlo in silenzio. Dinanzi a un amore così grande non potremo avere alcun dubbio sull’amore di Dio per noi.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore (Lc 1, 51)
La misericordia di Dio ha l’effetto di disarcionarci dai nostri inganni[2], crea confusione nei nostri pensieri, ribalta i nostri ragionamenti. Le nostre logiche impattano contro l’Amore gratuito e immeritato che Dio ci dona ogni giorno, e questo ci sbaraglia. “L’amore di Dio è vero, autentico, l’unico che esiste e risplende in noi quando amiamo davvero’’[3].
“Come ci raggiunge da vicino il cantico di Maria, come ci scruta a fondo e come mette davvero «la scure alla radice»! […] Dio – ci ricorda Maria – […] tiene a distanza i superbi e innalza fino a sé gli umili e i piccoli; sta più volentieri con i bisognosi e gli affamati che lo tempestano di suppliche e di richieste, che non con i ricchi e i sazi che non hanno bisogno di lui e non gli chiedono nulla. Così facendo, Maria ci esorta, con dolcezza materna, a imitare Dio, a far nostra la sua scelta. Ci insegna le vie di Dio. Il Magnificat è davvero una meravigliosa scuola di sapienza evangelica. Una scuola di conversione continua’’[4].
Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili (Lc 1, 52)
Questa petizione ci ricorda che Dio sceglie le persone piccole, le cose piccole perché è un Dio che ha uno sguardo attento ai nostri cuori, non a ciò che possediamo o sbandieriamo. È un Dio che vuole prendersi cura di noi nelle nostre più piccole esigenze e manifestarci tutto il Suo amore sconfinato per ciascuno di noi.
“Ha rovesciato i potenti dai troni’’ sta a indicare che quanti rivestono ruoli di guida, di comando, posizioni di potere hanno una mansione di servizio ancora più stringente di chi non occupa quelle posizioni. “A chi tanto è dato tanto più è richiesto’’ (Lc 12, 39). Chi è al potere è chiamato a mettersi al servizio più di tutti gli altri.
“Con una serie di potenti verbi all’aoristo, Maria descrive, a partire dal versetto 51, un rovesciamento e un radicale mutamento delle parti tra gli uomini: “Ha rovesciato – ha innalzato; ha ricolmato – ha rimandato a mani vuote”. Una svolta improvvisa e irreversibile, perché opera di Dio che non cambia e non torna indietro, come invece fanno gli uomini nelle loro cose. In questo mutamento emergono due categorie di persone: da una parte la categoria dei superbi-potenti-ricchi, dall’altra la categoria degli umili-affamati’’[5].
Concretamente però, guardando alla realtà che ci circonda, alle guerre, alle morti innocenti, a tutto il male che con potenza dilaga nel mondo, non sembra che alcun mutamento si sia verificato. In realtà “è accaduto nella fede! Si è manifestato il regno di Dio e questa cosa ha provocato una silenziosa, ma radicale rivoluzione. Come se si fosse scoperto un bene che, di colpo, ha svalutato la moneta corrente. Il ricco appare come un uomo che ha messo da parte un’ingente somma di denaro, ma nella notte c’è stata una svalutazione del cento per cento e al mattino si è alzato che era un povero miserabile. I poveri e gli affamati, al contrario, sono avvantaggiati, perché sono più pronti ad accogliere la nuova realtà, non temono il cambiamento; hanno il cuore pronto’’[6].
Nella preghiera del Magnificat “Di colpo, il discorso è portato da fuori a dentro, dalle discussioni teologiche, in cui tutti hanno ragione, ai pensieri del cuore, in cui tutti abbiamo torto. L’uomo che vive “per se stesso”, il cui Dio non è il Signore, ma il proprio “io”, è un uomo che si è costruito un trono e vi siede sopra dettando legge agli altri. Ora Dio – dice Maria – rovescia questi tali dal loro trono; mette a nudo la loro non-verità e ingiustizia. C’è un mondo interiore, fatto di pensieri, volontà, desideri e passioni, dal quale – dice san Giacomo – provengono le guerre e le liti, le ingiustizie e i soprusi che sono in mezzo a noi (cf Gc 4, 1) e finché nessuno comincia con il risanare questa radice, nulla cambia veramente nel mondo e se qualcosa cambia è per riprodurre, di lì a poco, la stessa situazione di prima.
Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi (Lc 1, 53).
Dio si prende cura delle nostre più piccole e materiali esigenze oltre a quelle più alte e spirituali. La “collocazione provvisoria’’ e la precarietà (la cui etimologia deriva dal latino precarius, cioè ottenuto con preghiere) sono le posizioni privilegiate per ottenere i più grandi favori da Dio. Questo, non perché Dio ha in odio i ricchi e chi vive in posizione agiata, ma perché il cuore di chi ha tutto non sente l’esigenza di rivolgersi a Dio per niente. La ricchezza di beni materiali anestetizza il nostro cuore e ci impedisce di guardare con occhi sinceri la nostra vera condizione di salute spirituale.
“Dio ha bisogno di toglierci i doni che abbiamo in mano per poter ricolmarci dei suoi doni immensi’’[7].
“Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia’’ (Lc 1, 54)
“Tutto ciò che Maria ha lodato di Dio vale per tutti gli uomini, ma Dio ha una preferenza particolare per il suo popolo, il popolo di Israele di cui è figlia anche Maria. Il popolo di Israele è il luogo di incontro privilegiato con Dio ’’[8].
La rivoluzione cantata nel Magnificat non è “qualcosa che si deve solo predicare, ma […] qualcosa che si deve anzitutto praticare. Maria può proclamare la beatitudine degli umili e dei poveri perché è lei stessa tra gli umili e i poveri. Il rovesciamento da lei prospettato deve avvenire anzitutto nell’intimo di chi ripete il Magnificat e prega con esso. Dio – dice Maria – ha rovesciato i superbi nei pensieri del loro cuori’’[9].
Per concludere cito alcune parole dell’amato Papa Benedetto XVI, che come ben sapete è gravemente malato:
“Raccogliamo, allora, l’invito che nel suo commento al testo del Magnificat ci rivolge sant’Ambrogio, dice il grande Dottore della Chiesa: ‹‹Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio; se, secondo la carne, una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo; ognuna infatti accoglie in sé il Verbo di Dio… L’anima di Maria magnifica il Signore, e il suo spirito esulta in Dio, perché, consacrata con l’anima e con lo spirito al Padre e al Figlio, essa adora con devoto affetto un solo Dio, dal quale tutto proviene, e un solo Signore, in virtù del quale esistono tutte le cose›› (Esposizione del Vangelo secondo Luca, 2, 26-27: SAEMO, XI, Milano-Roma 1978, p. 169).
In questo meraviglioso commento del Magnificat di sant’Ambrogio mi tocca sempre particolarmente la parola sorprendente: “Se, secondo la carne, una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo; ognuna infatti accoglie in sé il Verbo di Dio”. Così il santo Dottore, interpretando le parole della Madonna stessa, ci invita a far sì che nella nostra anima e nella nostra vita il Signore trovi una dimora. Non dobbiamo solo portarlo nel cuore, ma dobbiamo portarlo al mondo, cosicché anche noi possiamo generare Cristo per i nostri tempi. Preghiamo il Signore perché ci aiuti a magnificarlo con lo spirito e l’anima di Maria e a portare di nuovo Cristo al nostro mondo’’.
Ci stiamo avvicinando alla conclusione di questo magnifico 2022 e all’inizio del nuovo anno.
Il Capodanno è per la Chiesa il giorno dedicato a Maria Madre di Dio.
Ringraziamo Maria per questo anno che volge al termine e chiediamo la sua intercessione e benedizione per il 2023, che è alle porte.
Affidiamo anche Papa Benedetto XVI alle tenere mani di Maria: preghiamo un’Ave Maria oggi per lui.
Francesca Amico
[1] Cfr. la fede – catechesi don Fabio Rosini – incontro n. 8 “il magnificat’’, link: https://www.youtube.com/watch?v=OJugsHl1JIU.
[2] ibidem.
[3] ibidem.
[4] ibidem.
[5] ibidem.
[6] ibidem.
[7] Cfr. la fede – catechesi don Fabio Rosini – incontro n. 8 “il magnificat’’, link: https://www.youtube.com/watch?v=OJugsHl1JIU.
[8] ibidem.
[9] R. CANTALAMESSA, L’anima mia magnifica il Signore (padre Raniero Cantalamessa), in gesusacerdote.org. Link: https://www.gesusacerdote.org/lanima-mia-magnifica-il-signore-padre-raniero-cantalamessa.
No responses yet