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Avengers, Uniti! La vera forza viene dall’amicizia

Arriviamo alla fine di questo percorso alla scoperta dei supereroi, della fede e della psicologia. Ognuno dei supereroi che abbiamo affrontato fin ora aveva delle qualità incredibili e della capacità straordinarie, ed anche, come abbiamo visto, dei limiti e delle difficoltà interiori. Eppure, i loro talenti e capacità incredibili non bastano a fermare il nemico per eccellenza dell’MCU: Thanos. 

Difatti, nel loro primo scontro con Thanos, gli Avengers vengono abbondantemente sconfitti e, potremmo dire, annientati. Perché Thanos riesce nel suo intento e stermina metà della popolazione dell’Universo. Eradica il male per come l’aveva concepito. Ma com’è possibile che gli Avengers perdano? Una squadra di eroi tanto eccezionale, i buoni, come fanno ad essere sconfitti?

Nella loro prima battaglia contro Thanos, hanno combattuto come tanti individui separati, singolarmente. Ognuno pensava al ruolo che doveva ricoprire, ritenendo di essere indispensabile nel posto in cui era. Iron-Man, Spider-man e Doctor Strange combattevano Thanos su Titano; Captain America e Wanda erano sulla Terra; in un posto diverso del pianeta c’erano Occhio di Falco e Vedova Nera. Stavano combattendo la stessa battaglia, certo, ma in maniera singola e autonoma, senza tener conto degli altri. 

La loro sconfitta, difatti, non dipende dalla mancanza di capacità di ognuno, ma dal fatto che non stanno combattendo insieme, ma come individui indipendenti. Non combattono come una squadra, ma come tanti giocatori separati. 

Lo dice molto bene Tony Stark a Captain America, quando gli dice: “io avevo bisogno di te e tu non c’eri”.

E’ strano, ma a ben guardare, le capacità eccezionali di ognuno, anche le nostre, non possono nulla senza quelle degli altri, o quantomeno non sono abbastanza. Questo dato è supportato anche dalla psicologia sociale. In particolare, Hogg (1992) parla in questo senso di Coesione Sociale, ovvero la misura in cui i componenti di un gruppo si identificano con forza nelle caratteristiche e negli ideali distintivi del gruppo. All’origine della coesione ci sono differenti fattori, in particolare la prossimità fisica (Festinger, Schacter e Back, 1950) e la presenza di una forte identificazione col gruppo e di un’intensa partecipazione ad esso, promossa dalla scelta iniziale di appartenervi (Turner, 1984).

Tanto maggiore è la coesione e più forti i fattori che la determinano, tanto più la prestazione dei singoli individui e del gruppo sarà migliore (Mullen e Cooper, 1984). 

La dinamica della battaglia cambia proprio nel momento in cui hanno una sola possibilità per vincere e questa dipende dal fatto che ognuno giochi il suo ruolo fondamentale in funzione di ciò che fanno gli altri e in comunione con loro. Difatti, vincono quando combattono come una squadra ed ancor di più, come amici. Non a caso, infatti, la seconda battaglia parte con la stessa premessa di sconfitta, ma il suo esito si capovolge con l’arrivo di tutti i supereroi scomparsi. Solo allora, la battaglia prende avvio con una nuova consapevolezza, che viene annunciata dalle parole non casuali di Captain America: “Avengers, Uniti!”

Possiamo anche avere capacità straordinarie, ma solo quando si combatte insieme ai nostri amici ed alla nostra comunità siamo capaci di raggiungere livelli che da soli non potremmo sfiorare. Questo ci porta ad una grande verità di fede: fuori dalla Chiesa, non c’è salvezza! Ricordo che, in passato, diedi un esame di Storia greca all’università. Il professore, a lungo, si soffermò sul complesso sistema politico vigente nella Grecia antica: le poleis (“città-stato”) erano fondamentalmente autonome ed indipendenti, ognuna curava i propri interessi, spesso in conflitto tra di loro. Ma, non appena sopraggiunse una minaccia esterna quale l’invasione dell’Impero persiano, ecco che tutte posero fine al conflitto interno e si allearono in una grande Lega volta a battere il nemico comune. Ricordo che mi piacque particolarmente questo sistema, vedendo in esso un principio di amicizia e coesione che avrei voluto riproporre nella vita di tutti i giorni. Ma, solo alcuni anni dopo, feci una scoperta rigenerante: le poleis greche si alleavano nel momento di necessità, legate solo dalla paura dell’invasore e dal desiderio di conservare la libertà. 

Cercavo qualcosa di più forte, un motivo più essenziale e lo trovai in Cristo: fuori la Chiesa, non c’è salvezza! Su questo aspetto, il vescovo cartaginese Cipriano (249-258) avrebbe basato tutto il suo zelo pastorale, prendendo spunto dalla realtà. Infatti, sotto il suo episcopato, la chiesa di Cartagine affrontò tre persecuzioni e un’epidemia di peste: non male come prova! Un po’ come gli Avengers la prima volta contro Thanos, i cristiani affrontarono la persecuzione di Decio singolarmente e, pur essendo numerosi, caddero tantissimi perché si sentivano indifesi e soli contro la minaccia della confisca dei beni, del carcere o, più raramente, della morte. Cipriano, allora, esortò tutti i fedeli a vedere la Chiesa come una madre che accoglie e custodisce i suoi figli, a sentirsi parte di una comunità forte perché solo nell’unità ci sarebbe stata anche la salvezza! E così fu perché, anziché implodere e collassare, la comunità di Cartagine reagì fino a diventare una delle più solide ed estese di tutto l’Occidente romano. Mentre le città greche basavano tutto sul proprio potenziale e sulle proprie capacità, rischiando anche di subire gravi sconfitte, il cristiano basa tutto su Cristo, attraverso il cui esempio scopre di non essere solo ma di avere fratelli e sorelle che combattono con lui!

Oggi t’invito, allora, a vedere chi sia il tuo “Thanos”, quel “nemico” o quella difficoltà che senti possa minacciarti. Osservala ma non lasciarti turbare: poi chiama un amico o un’amica e condividi il tuo punto di vista, chiedendogli di aiutarti ad affrontarlo insieme. Se vuoi, prega Gesù che ti aiuti, come amico, a non aver paura. Thanos era “Ineluttabile”? Tu sei invincibile con Cristo nella tua vita!

Antonio Pio Facchino – Emanuele Di Nardo 

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