Le Beatitudini: strada per la santità (pt. 3)
Proseguiamo nel nostro cammino per la santità.
Si è avuto già modo di analizzare la struttura delle beatitudini e il significato del termine beati (portatori di una gioia intangibile dalle cose di questo mondo, che trova fonte in Dio) nel primo articolo di cui al link: https://parusia.net/2022/11/03/le-beatitudini-strada-per-la-santita/.
Oggi tratteremo di due interessanti beatitudini incentrate sulla necessità di giustizia e sulla misericordia.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati (Mt 5,6)
Il riferimento alla fame e alla sete sta a indicare la necessità primaria e quotidiana che ciascuno di noi ha della giustizia di Dio. Una giustizia che è molto più rispetto alla concezione che abbiamo noi di giustizia, ossia il desiderio di equità, di ristoro, di risarcimento del danno che abbiamo subito.
La sete della giustizia di Dio è il desiderio incontenibile, impossibile da sedare altrimenti, di incontrare Dio nel nostro cuore, di incontrare il bene e la verità. Anche nelle persone più lontane dal bene, soffocate dalle macerie della corruzione spirituale e materiale, c’è una santa inquietudine che spinge alla ricerca del bene, della luce.
Vi è un salmo che egregiamente esprime la necessità insita nel nostro cuore della ricerca di Dio: “O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua’’[1], a cui fanno eco le parole di sant’Agostino: “Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore non trova pace finché non riposa in te’’[2].
La fame e la sete dell’incontro con Dio è suscitata in noi dallo Spirito Santo ed è importante alimentarla e custodirla: i giovani, gli sposi riusciranno ad affrontare tutte le difficoltà che la vita riserverà loro solo se si rifugeranno nella Parola di Dio perché “[…] il Vangelo di Gesù Cristo è la più grande giustizia che si possa offrire al cuore dell’umanità, che ne ha un bisogno vitale, anche se non se ne rende conto’’[3]. È fondamentale poi “[…] proteggere e alimentare nel cuore dei bambini quel desiderio di amore, di tenerezza, di accoglienza che esprimono nei loro slanci sinceri e luminosi’’[4].
Possiamo chiedere a Dio, nel nostro momento quotidiano di dialogo con Lui, di donarci questo desiderio ardente dell’incontro con Lui, con il suo cuore, con il suo amore infuocato per noi e per l’intera umanità e che ci doni i suoi stessi sentimenti.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia (Mt 5, 7)
Una caratteristica che si può immediatamente notare in questa beatitudine è la reciprocità della misericordia. Solo chi è misericordioso troverà misericordia.
A volte può capitare di pensare che un’offesa che abbiamo ricevuto sia imperdonabile, che perdonare un determinato gesto, atto sia simile a dover scalare una montagna, che l’altro non sia degno del nostro perdono per tutto il male che ci ha arrecato. Tuttavia, in questi momenti dovremmo ricordarci che i primi ad aver bisogno di perdono siamo noi e lo ammettiamo nel Padre Nostro pregando “rimetti a noi i nostri debiti’’. Per quanto possiamo amare non riusciremo mai a compiere tutto il bene che davvero potremmo compiere con la nostra vita, con i nostri gesti. Ed è per questo che siamo debitori.
Ma Dio è il primo a donarci la sua misericordia, “ci precede e ci perdona Lui per primo (cf Rm 5,8)’’[5]. Ci perdona però nella stessa misura di “come noi li rimettiamo ai nostri debitori’’, che trova conferma anche nel vangelo “ […] «Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe» (Mt 6,14-15; cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 2838)’’[6].
Non ci resta che farci furbi allora: più perdoneremo ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, più avremo diritto a essere perdonati dal Padre.
La capacità di perdonare è imprescindibilmente connessa alla grazia che Dio ci dona di poterlo fare. Noi siamo chiamati a essere “misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso’’[7], “Quanto più si accoglie l’amore del Padre, tanto più si ama (cfr CCC, 2842). La misericordia non è una dimensione fra le altre, ma è il centro della vita cristiana: non c’è cristianesimo senza misericordia[8]. Se tutto il nostro cristianesimo non ci porta alla misericordia, abbiamo sbagliato strada, perché la misericordia è l’unica vera meta di ogni cammino spirituale. Essa è uno dei frutti più belli della carità (cf. CCC, 1829)’’[9].
La misericordia ha un altro magnifico potere: quello di rigenerare a vita nuova chi la riceve. Ogni volta che usciamo dal confessionale siamo riabilitati, siamo senza macchia e ci sentiamo delle persone nuove, come un vaso che, arrivato frantumato nelle mani del vasaio, esce totalmente splendente e rigenerato.
Possiamo chiedere a Dio di sperimentare tutta la sua misericordia e di renderci dispensatori nel mondo della sua misericordia.
Oggi è il giorno di perdonare la persona che più ti ha ferito nella tua vita, porta quella persona in preghiera, ai piedi di Maria e chiedile, con l’intercessione di sant’Elisabetta di Ungheria, di ispirare i tuoi pensieri perché tu possa donare a quella persona la stessa misericordia che hai ricevuto da Dio.
Francesca Amico
[1] Sal 63,2
[2] AGOSTINO, Le confessioni , 1,1.5
[3] PAPA FRANCESCO, Le Beatitudini.
[4] ibidem.
[5] ibidem.
[6] ibidem.
[7] Lc 6,36
[8] Nella sua catechesi Papa Francesco ha citato in nota un’enciclica, una bolla e due lettere apostoliche che qui si riportano: S. Giovanni Paolo II, Enc. Dives in misericordia (30 novembre 1980); Bolla Misericordae Vultus (11 aprile 2015); Lett. ap. Misericordia et misera (20 novembre 2016). Il Papa ha anche suggerito la lettura del libro del cardinale Kasper, Misericordia. Concetto fondamentale del vangelo – Chiave della vita cristiana.
[9] PAPA FRANCESCO, Le Beatitudini.
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