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Maria, la via preferenziale per il Paradiso

Il mese di maggio è dedicato a Maria, madre di Dio e della Chiesa. Una definizione di Maria che sottolinea la sua tenerezza di madre e la sua costante presenza nelle nostre vite è «ospedale vivente». Così come negli ospedali si dà priorità a chi è in pericolo di vita, così Maria prende maggiormente a cuore chi è più lontano da Dio. E questo non perché ami di meno chi già ha incontrato l’amore di Dio, anzi, li ha resi suoi testimoni, ma perché ha a cuore che tutti i suoi figli tornino da lei in Paradiso a contemplare Dio. 

Probabilmente potrete notare un parallelismo con il Padre del figliol prodigo e ciò non è un caso: Maria si potrebbe definire la «totalmente relativa a Dio», nel senso che tutte le lodi e gli onori che a lei vengono elevati li riferisce completamente a Dio.

Un grande innamorato di Maria fu san Luigi Maria Grignon de Montfort la cui ricorrenza è trascorsa da qualche giorno (28 aprile). Questi visse a fine 1600 e gli fu rivelato un segreto dallo Spirito Santo, un segreto di grazia. La particolarità di tale segreto è che può essere colto solo se si è in grazia, se si dà priorità alla vita spirituale rispetto a quella carnale e da ciò è nata la devozione della Consacrazione a Gesù per mezzo di Maria[1]. Il Monfort ci spiega che il segreto è una persona, Maria Santissima. Così come Dio anche Maria è un mistero, non potremo mai conoscerla totalmente, non potremo mai racchiuderla nei nostri schemi mentali, ma occorre onorarla, amarla, viverla di più. Maria non è un’idea, una creatura astratta, ma è madre e in quanto tale ha a cuore che i suoi figli vivano nel migliore dei modi. 

Maria è l’autostrada per giungere a Dio, con la sua umiltà ha conquistato il cuore di Dio tanto che risulta impossibile per Lui resistere alle sue richieste. Infatti, ne abbiamo avuta una dimostrazione alle nozze di Cana: se Maria non fosse stata lì, quel matrimonio non avrebbe avuto più vino e sarebbe stato destinato a spegnersi giorno dopo giorno. Maria, però, era lì e si accorse subito della preoccupazione degli sposi rivolgendosi poi a Gesù perché restituisse quella linfa vitale per festeggiare e vivere nella gioia quel momento e tutta la vita.

Il Monfort ci invita a consacrarci a Maria tramite tale devozione il cui senso più profondo è crescere nell’amore e nella stima verso Maria. Quello che ci è richiesto è di vivere in modo perfetto le promesse battesimali per giungere a un odio profondo del peccato e vivere da figli di Dio. Per arrivare a ciò è necessario compiere alcuni passi: svuotarsi completamente di tutti gli ostacoli all’unione completa tra noi e Maria perché il suo spirito possa vivere in noi; conoscersi più a fondo per individuare quel peccato radice di tutti gli altri e con la grazia di Dio estirparlo per essere in piena comunione con il Padre; conoscere e amare maggiormente Maria e, infine, consegnarsi totalmente alla volontà del Padre. Possiamo soffermarci a riflettere sulle ultime due parole «volontà» e «Padre».

Chi è Dio Padre?

Si narra che sant’Agostino da piccolo era stato abbandonato in un convento e ogni giorno chiedeva ai frati come fosse Dio. Non si sa se effettivamente i frati estenuati gli diedero una risposta, ma sicuramente la ottenne solo crescendo nel suo rapporto personale con Dio. Anche noi possiamo conoscere Dio ricordandoci che Lui è con noi in ogni singola nostra azione, che ci guarda, ci osserva, ci sostiene in ogni circostanza. 

Una volta un’amica mi raccontò che rimase colpita dalla testimonianza di un sacerdote il quale confessò di essersi innamorato di una donna, ma dopo lunghe battaglie interiori, dopo un intenso discernimento se lasciare il sacerdozio o meno, capì che la sua missione era prendersi cura di tutti i suoi figli spirituali che Dio aveva posto e avrebbe posto sul suo cammino. Ma ciò che lo sconvolse in quei momenti fu l’aver avvertito che Dio sarebbe stato con lui in ogni caso, qualsiasi decisione avesse preso. Ed è così anche per noi: qualsiasi scelta prendiamo, Dio è con noi, anche quando sbagliamo.

Per conoscere Dio, oltre a crescere nel rapporto personale con Lui, possiamo accorgerci della sua sapienza e della sua bontà osservando la meraviglia e la perfezione della creazione e delle creature.

In particolare possiamo conoscerlo attraverso i santi, Gesù e Maria che hanno manifestato il volto del Padre attraverso la loro vita. 

I santi sono persone comuni, come me e te, ma che hanno concesso a Dio di compiere totalmente la Sua volontà attraverso le loro vite. Maria è totalmente relativa a Dio, tu dici «Maria» e lei ripete «Dio». Gesù ci ha rivelato tutta la tenerezza di Dio e nella maggiore sofferenza si rivolse al Padre con maggiore tenerezza: lo chiamò «Abbà» ossia «babbo, papino» proprio a testimonianza dell’intimità che vivevano.

San Tommaso disse che Dio ci era padre in ragione della creazione come è cantato nel salmo 139 «Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre»[2] e in ragione del governo, ma non nel senso di potere, ma di guida verso la salvezza eterna. Dio governa ogni aspetto della nostra vita e non c’è cosa più bella che trovare dei motivi, dei doni per cui ringraziare Dio perché, come diceva sant’Ignazio di Loyola, ringraziare Dio è il motore per infiammare i nostri cuori di amore e di gratitudine. Gesù disse ai suoi discepoli, e quindi anche a noi, «[…] Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste»[3]perché possiamo vivere una vita piena e che ci conduca alla salvezza eterna. Per farlo ci è richiesto di amare i nostri fratelli in ogni caso perché ciò ci rende più simili a Dio.

Cos’è la volontà del Padre? 

È la nostra felicità. Dio è padre e madre come diceva San Giovanni Paolo I, Egli desidera per noi il meglio dalla nostra vita, ci conduce verso la libertà e verso l’amore, quanto più stiamo male più il Suo sguardo è su di noi. Per realizzare della nostra vita una meraviglia stupenda è necessario abbandonarsi completamente alla Sua volontà non perché dobbiamo privarci della nostra individualità, ma perché possiamo fidarci della sua sapienza e della sua bontà. La sua volontà è per il nostro bene e quando capita di discostarsi sperimentiamo sofferenza, angoscia, rabbia…

Se invece ci abbandoniamo completamente a Dio potremo sperimentare una pace assoluta anche nelle tempeste della nostra vita, così come l’acqua in fondo al mare non è mai in agitazione anche se in superficie imperversa un’intensa tempesta, così anche noi possiamo vivere in quella pace qualsiasi cosa accada. Una persona credente si riconosce dalla sua fiducia in un Dio provvidente. Santa Teresina di Lisieux si fidava così ciecamente del Padre tanto da dire «si stancherà prima Dio di provarmi che io di smetterla di fidarmi di Lui».

Tuttavia, il grave rischio che si può correre è quello di credere in un dio costruito dalla nostra immaginazione, che cambia a seconda di ciò che capita nella nostra vita. Quando, ad esempio, affermiamo che Dio non ci ascolta dovremmo in realtà chiederci se siamo davvero credenti. Dio è uno e perfetto, ci ascolta sempre ed è sempre presente. Se non lo sento, non lo vedo o credo che si sia dimenticato di me, probabilmente sono io che non faccio abbastanza silenzio per ascoltarlo, sono io che continuo a guardare in una direzione sbagliata, sono io che mi sono dimenticata di Lui. Dovremmo arrivare a fidarci di Dio come un bimbo, su un aereo in procinto di precipitare, che continua a giocare e a riposare. Alla domanda su come faccia a non essere preoccupato lui risponde «il mio papà è il pilota dell’aereo».

Vi lascio invitandovi a soffermarvi sulle parole del Padre nostro per cogliere il significato più profondo delle parole e meditarle, chiedendo a Maria la grazia di mostrarci il volto di Dio durante le nostre giornate.

Francesca Amico


[1] Si consiglia la lettura di L.M. GRIGNION DE MONTFORT, Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, Cinisiello Balsamo, San Paolo, 2015.

[2] Sal 139, 13.

[3] Mt 5, 48.

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