Vero Dio e Vero Uomo
Nell’ultimo articolo di Luci di Psicologia, abbiamo parlato di come la fede e la psicologia siano due cose distinte. Ma se ricordate bene, abbiamo detto anche che condividono un oggetto comune: l’uomo. Ma allora sorge spontaneo chiedersi: dov’è che fede e psicologia si incontrano?
Nella persona di Gesù Cristo.
Per chi crede, infatti, Dio si è fatto uomo e quest’uomo è Gesù. E’ in effetti esattamente questo che celebriamo durante il Natale: Dio che si fa uomo, l’incarnazione. Con il Concilio di Nicea del 325 d.C. viene stabilito il dogma secondo il quale Gesù è vero Dio e vero uomo. “Cosa c’entra un dogma di teologia cristiana con la psicologia?” forse vi starete chiedendo.
È molto semplice. Gesù è la maniera di Dio di essere uomo, e nello specifico, è l’uomo nella sua pienezza. Per comprenderlo meglio, immaginate di dover insegnare a vostro figlio a suonare il piano. A poco servirebbe mettergli davanti un pentagramma e pretendere che suoni “Per Elisa” di Mozart. Al contrario, la cosa migliore che potete fare e fargli vedere come si fa. Allo stesso modo Dio, facendosi uomo in Gesù, insegna all’uomo ad essere realmente e pienamente sé stesso.
Da questo possiamo concludere che la pienezza della vita dell’uomo è a immagine di Dio. Attenzione però, dire che l’uomo è immagine di Dio, non vuol dire che sia Dio, come uno specchio non è che la nostra immagine e non noi stessi.
Ma non solo. Leggiamo nella lettera di San Paolo ai Colossesi “Tutte le cose sono state fatte per mezzo di Lui e in vista di Lui” (Col 1, 15). Questo ci dà un’altra informazione importante, ovvero che non solo la nostra versione migliore è immagine di Dio, ma che è così perché il nostro stesso stampo è immagine di Dio: il nostro stampo è Cristo. Dunque, quello che succede nella nostra vita camminando nella fede, è simile alla pulizia di uno specchio che, se sporco, riflette in maniera molto opaca l’immagine, ma quando è pulito, riflette in maniera nitida tutta la luce che riceve.
Molti filosofi, per lungo tempo, hanno pensato che lo stampo dell’uomo fosse malvagio e che bisognava combattere il male dentro di noi in ogni sua forma, attraverso l’astinenza da ogni forma di piacere e allontanandosi dalla vita stessa. In realtà, se siamo ad immagine di Dio, vuol dire che la nostra natura è buona e che abbiamo valore come persone, una dignità infinita e che non è questione di fuggire dai piaceri, ma di allontanare ciò che ci oscura e godere pienamente di ciò che ci è dato.
Ed ora vediamo come si applichi questo alla psicologia. Dalla Sua nascita ad oggi, la figura di Gesù è la più controversa che possa esistere. Si può accoglierlo o meno come Figlio di Dio e come Signore, ma certamente non si può negare che la sua figura è destabilizzante per chiunque, perché ha portato un modo radicalmente nuovo di vedere le cose. Difatti, moltissimi si sono interrogati sulla Sua figura. Basti pensare che sir. Isaac Newton, uno dei più famosi geni e scienziati della storia, ha scritto più di fede e teologia che di scienza. È chiaro dunque che anche la psicologia se ne interessi. Al giorno d’oggi moltissimi psicologi, anche tra i più famosi, trattano la figura di Gesù. Da quelli cristiani come Pasquale Ricciardi al più famoso Massimo Recalcati, da Freud a Jung, tutti ad un certo punto hanno dovuto confrontarsi con la figura di Gesù.
Questo perché, semplicemente, la psicologia, se cerca la verità, la trova pienamente nella figura di Cristo. Perchè siamo liberi o meno di accogliere Gesù come Dio, ma se cerchiamo la verità, la troveremo sicuramente in Lui. Se infatti il nostro stampo e Cristo, il modo migliore per comprendere noi stessi e guardare Lui, e se Lui è la nostra pienezza, il modo migliore per crescere è guardare Lui. Ti invito in questa settimana a fare una prova. Prendi un qualsiasi passo del vangelo e confrontalo con la più acclamata letteratura scientifica in psicologia. Vedrai che non troverai opposizione, ma anzi, solo accordo.
È proprio in Gesù allora che troviamo il connubio tra fede e psicologia. Perché Gesù ci mostra il cammino per arrivare verso il cielo (Vero Dio, Fede), ma per far ciò è necessario far risplendere la nostra natura umana (Vero Uomo, Psicologia).
Allora, come disse Papa Giovanni Paolo II: «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!»[1]
Antonio Pio Facchino
[1] Omelia di Giovanni Paolo II per l’inizio del Pontificato. Santa Sede, 22 ottobre 1978.
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