Un messaggio sotto la porta

Ieri pomeriggio, in parrocchia, si è tenuta la riunione dei catechisti della zona pastorale di Budrio (siamo in provincia di Bologna), un’occasione di formazione e condivisione in vista della ripresa di tutte le attività con i ragazzi. Prima che l’incontro avesse inizio, ho avuto però la possibilità di conoscere Giorgio, un bolognese doc, un uomo gentilissimo e dal portamento fiero con il quale sono stato a dialogare per un po’. Ad un certo punto esce il tema del giornalismo e lui mi dice: “Sai Emanuele, prima d’andare in pensione ho fatto il tipografo e, quindi, sono stato a contatto con molti giornalisti ma erano tutti uguali: sfruttavano le loro conoscenze per trarne benefici personali, per avere favori vari e campare di rendita”. Da parte mia c’è stata la possibilità di dare testimonianza a nome di “Parusia” ma le sue parole mi hanno fatto riflettere molto perché il giornalismo non è semplicemente un servizio per gli utenti, bensì è una vocazione che catalizza tutta la tua vita, specialmente se vissuto con fede.

Ma sai chi sia il santo protettore dei giornalisti e scrittori cristiani? San Francesco di Sales, un uomo per il quale parlano i suoi scritti. Ci troviamo nella seconda metà del Cinquecento, precisamente nel 1567 quando Francesco, figlio del signore di Boisy (antica famiglia nobiliare savoiarda), viene al mondo. Un mondo contrassegnato dalla spaccatura luterana, avvenuta solo cinquant’anni prima, e interessato dalla risposta della Chiesa cattolica al desiderio di conoscere davvero Dio. Un sacerdote una volta mi disse che, in tempi straordinari, ci vengono donate grazie straordinarie e, nel caso della Controriforma, questo è proprio vero: di qualche anno più grandi, Ignazio di Loyola, Gaetano Thiene, Teresa d’Avila, Filippo Neri (solo per citarne alcuni) stavano dando, forse senza esserne consapevoli fino in fondo, una boccata d’aria pura a quanti erano assuefatti dal fumi tossici del rigore religioso e del malcostume dilagante. Tornando al nostro Francesco, sebbene il padre volesse per lui una formazione giuridica, per la quale lo mandò nei migliori atenei del centro Europa, il santo di Sales coltivava una fervida vocazione sacerdotale, finchè nel 1598 viene ordinato presbitero non molto lontano da casa, nella regione del Chiablese (Ginevra), dominata dall’intransigente Calvinismo: in pochi anni, tutta la popolazione aveva abbandonato la fede cattolica per aderire alla comunità calvinista, sempre più in espansione. Accortosi che in chiesa non andasse nessuno, ecco che ebbe un lampo di genio: inventò i cosiddetti “manifesti” ovvero delle piccole riflessioni appuntate su un foglio che depositava sotto l’uscio delle porte dei suoi parrocchiani e con le quali poteva raggiungere anche i più lontani. San Francesco di Sales comprese che l’unico modo per far tornare i suoi figli spirituali a casa fosse quelli di farli sentire amati nel profondo, senza giudizio ma con carità paterna. Celebre è la sua frase che ripeteva spesso, anche dopo essere diventato vescovo: “Se sbaglio, voglio sbagliare piuttosto per troppa bontà che per troppo rigore”.

Alcuni biografi dicono che il santo scrivesse oltre 25 lettere ogni giorno in risposta a quanti lo cercavano come guida spirituale. E lui, instancabilmente, nonostante fosse preso da mille attività, aveva quella premura nel dare testimonianza dell’Amore di Dio attraverso i suoi scritti, fino a concepire un’opera per la quale è considerato uno dei padri della spiritualità moderna: Introduzione alla vita devota. Un testo nel quale, rivolgendosi a “Filotea” (l’anima, amica di Dio), istruisce quanti la leggono ad approfondire la vita di fede, a dare senso a quanto si vive ogni giorno, a vivere tutto come preghiera, dal lavoro alla cura della propria famiglia, a stare sempre in grazia di Dio e a saper combattere quei momenti di sconforto e dolore con le armi della devozione.  San Francesco di Sales è stato un grande evangelizzatore perché, impossibilitato a predicare di persona a Ginevra, roccaforte del Calvinismo, con quella creatività che viene dalla fedeltà a Dio, è riuscito a toccare il cuore di molti attraverso semplici riflessioni scritte su un foglietto. 

Non ti nego che lo spirito che muove Parusia sia lo stesso: arrivare a quanti sono lontani annunciando il Vangelo con semplicità e autenticità. In questo momento tu, leggendo quest’articolo, forse ti trovi in un punto imprecisato dell’Italia, forse non mi conosci di persona, non sai come sono fatto (non ti perdi nulla!), eppure leggi qualcosa che ti arriva così, quasi dal nulla. Oggi t’invito a leggere qualche passo dell’Introduzione alla vita devota, che si trova anche in formato PDF gratuito su Internet, a prendere questo testo come guida, un pezzetto alla volta ogni giorno. Non è un romanzo da leggere in una notte ma un libro che ti tocca e ti cambia, facendoti sentire amato come non mai da Dio Padre!

Emanuele Di Nardo

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