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L’ultimo profeta e primo apostolo

Oggi è festa grande! Si festeggia la natività in terra dell’uomo di cui Gesù disse “tra i nati di donna non è sorto uno più grande” (Mt 11,11). E se lo dice Gesù, possiamo fidarci. Ma naturalmente il santo non sapeva di essere così essenziale. Voi avete capito di chi stiamo parlando?

Vi condurrò alla sua scoperta, regalandovi tre istantanee sulla sua personalità. Il Cielo fu molto generoso con lui tanto da donargli austerità, fortezza, umiltà e dolcezza. Certo, ha preso un po’ troppo alla lettera il consiglio di Gesù: “entrate per la porta stretta” (Mt 7,13), tanto da perdere letteralmente la testa, ma…in compenso ha guadagnato il posto più alto nel Regno dei Cieli, dopo l’intoccabile Maria Santissima e il suo castissimo sposo Giuseppe. 

E’ il santo più simile a Gesù e, se la speranza di diventare come Maria è quasi un’utopia perché Dio le ha riservato il dono speciale di essere preservata dal peccato originale, il santo di cui parliamo è partito svantaggiato (come noi), ma ha ricevuto un altro grande dono: la purificazione e la consacrazione il giorno della Visitazione.

Cosa accadde quel giorno? Facciamo un piccolo passo indietro. Vi ricordate che l’angelo Gabriele apparve a Maria annunciandole che avrebbe dato alla luce un figlio di nome Gesù? Ecco, l’incipit della vicenda è: “Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth […]” ma…nel sesto mese di cosa?! L’anno scorso, durante un ritiro, mi “accesero la lampadina”: era il sesto mese della gravidanza di Elisabetta!

Maria fu turbata da quelle parole, ma non tanto dall’evento, ormai era consapevole cha da Dio ci si poteva aspettare di tutto. Rimase stupita più che altro per il saluto “Ave, piena di grazia”, le sembrò così strano…ma successivamente la paura (perché ne ebbe), l’emozione, l’adrenalina presero il posto dei suoi ragionamenti e disse solo una parola “fiat!” (cioè, “sia!”), in pieno abbandono al suo Signore. La gioia che la travolse fu incontenibile tanto che pochi giorni dopo partì a piedi per raggiungere sua cugina Elisabetta (percorse almeno 40-50 km, non proprio una passeggiata) ed annunciarle la meraviglia dell’incontro con l’angelo del Signore e per condividere con lei la gioia delle loro gravidanze, nonostante Elisabetta fosse ormai anziana e quindi sterile. “Nulla è impossibile a Dio!” aveva infatti esclamato l’angelo Gabriele. (Lc 1, 37)

Al saluto della Vergine, il bimbo che Elisabetta portava in grembo esultò di gioia: aveva avvertito la presenza del Figlio dell’Altissimo e in quel momento fu purificato e consacrato. Questo fu il bonus concesso al nostro santo!

In quell’occasione Maria elevò una preghiera a Dio che prese il nome di “Magnificat”: sono parole meravigliose che vengono assaporate ogni giorno nei vespri, parole che Debora Vezzani[1] ha musicato e che ci rivelano il modo di agire di Dio, oltre a manifestare la nostra necessità di lodare il nostro Creatore per le sue opere meravigliose e soprattutto per “la misericordia [che] si stende su quelli che lo temono”. (Lc 1, 50)

Tornando alle istantanee sulla sua personalità, tre sono i tratti preponderanti del suo temperamento[2]:

  • Austerità e ascetismo: scelse di vivere nel deserto vestito solo di pelli di cammello, cibandosi di miele e di cavallette. Non fu un predicatore che viaggiò di palazzo in palazzo, ma scelse il silenzio e la preghiera. Fu il santo del distacco dal mondo e del completo dono a Dio, davvero si può dire di lui che visse esclusivamente per il Signore.
  • Fortezza: la sua testimonianza era infuocata, sconvolgente, generava un turbinio devastante in chi ascoltava le sue parole. Non ha mai accettato compromessi, ha sempre difeso strenuamente l’Amore oltraggiato, come quando denunciò l’illegittimità dell’unione tra Erode Antipa ed Erodìade, ex moglie di suo fratello.
  • Umiltà e dolcezza: sembra impossibile che queste due virtù possano coesistere con un temperamento così audace, ma l’estro di Dio fa capolavori, riuscendo a combinare insieme le virtù più distanti. Tutta l’umiltà del santo è racchiusa in queste parole che di volta in volta scavano una breccia sempre più profonda nel mio cuore: “nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stato dato dal cielo. […] Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta.  Egli deve crescere e io invece diminuire”. (Gv 3, 27-30)

E’ la testimonianza di un amore profondo per Gesù, di un pieno distacco dai propri desideri umani, di un dono completo a Dio che lo porta a sognare di essere dimenticato per indirizzare tutta l’attenzione dei discepoli sul Figlio dell’Altissimo.

Avete capito di chi si tratta? Esatto! Proprio lui, san Giovanni Battista. 

L’attrazione che Giovanni suscitava in chi lo ascoltava non era generata tanto dalle parole che utilizzava, quanto dalla sua unicità e dal coraggio di essere completamente sé stesso. “Chi è pienamente sé stesso è sempre misteriosamente affascinante e attrattivo […] Ci vuole coraggio a essere sé stessi, ma è lì la grande differenza e la nascita di ogni vero santo. […] Sarebbe una bella grazia da domandare oggi: il miracolo di essere noi stessi fino in fondo e sentirci accolti come tali.” [3]

Infine, se avete conosciuto un Giovanni Battista nella nostra vita, chiamatelo e ringraziatelo oggi per la sua vera testimonianza d’amore!

Francesca Amico


[1] D. VEZZANI, Magnificat, 2015. Link: https://www.youtube.com/watch?v=L94W1EeROuQ

[2] A. BORRELLI, D. RE, Natività di San Giovanni Battista Precursore del Signore, in Santi, Beati e Testimoni, 22.07.2016.

Link: http://www.santiebeati.it/dettaglio/20300

[3] L.M. EPICOCO, Commento al Vangelo del 24 Giugno 2021 – Lc 1, 57-66.80, in CERCOILTUOVOLTO.IT, 23.06.2021

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