Riprenditi il tuo tempo
Una delle cose più difficili con cui tutti i giorni dobbiamo confrontarci è la gestione del tempo. Quante cose da fare, quanti impegni, necessità, faccende da sbrigare. Con l’epidemia il tempo è sembrato un po’ rallentare, per poi riprendere subito il suo corso.
Non possiamo certo controllare la velocità con cui corre il tempo, che dipende dalle nostre percezioni, ma possiamo scegliere come gestirlo. E qui ho una domanda per te: ti prendi il giusto tempo per le cose?
Il tempo che investiamo su una determinata cosa dice molto della sua importanza per noi. Più qualcosa è importante per noi, più tempo le dedichiamo. Eppure, anche dedicare troppo tempo alla stessa attività, alla stessa persona, allo stesso lavoro può essere deleterio.
La psicologia parla della “sindrome del bornout”, quello che banalmente potremmo chiamare esaurimento nervoso. È una sindrome che riguarda tipicamente i lavoratori ma, anche se in maniera molto minore, tutti corriamo il rischio di caderci. In sé la sindrome del bornout è caratterizzata da affaticamento, delusione, logoramento e improduttività che sfociano in prostrazione e disinteresse per la propria attività professionale quotidiana e deriva dall’investire troppe energie per troppo tempo in una stessa attività. Riguarda anche i genitori con i figli, e lì parliamo di bornout genitoriale, ovvero quando una madre o un padre è affaticato e logorato dal suo essere genitore.
È un fenomeno con cui possiamo familiarizzare facilmente. A chi non è mai capitato di dedicarsi al 100% per un tempo a un’attività e poi non essere più in grado di farla tanto è il disinteresse, la noia e la fatica provati? Questo può riguardare tutti gli ambiti della nostra vita ed è per questo che è importante dare il giusto tempo alle cose.
Colpisce che Gesù, duemila anni fa, già fosse a conoscenza di questo fenomeno. Leggiamo nel vangelo di Marco: “Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.” (Mc 6, 30-34).
Gesù, nel pieno dell’attività, della gioia, dell’ardore dei discepoli nell’evangelizzare, gli dice di riposarsi. Perché mai? Come se in un’azienda, all’apice della produzione, il proprietario mandasse in ferie tutti i suoi operai. Perché Gesù sapeva bene che un buon lavoro può essere svolto solo da persone che hanno la forza di amarlo. Come un fuoco che arde, se non è alimentato, si estingue presto, così siamo noi.
Il lavoro, la famiglia, le attività che svolgiamo, dalle più banali alle più importanti ci assorbono molto. Ed è giusto che sia così, ma abbiamo anche bisogno di staccare per un tempo da quelle a volte, per poter avere il tempo di ritrovarci e di rimettere le cose in ordine.
Il nostro cuore non è fatto per avere una sola cosa al suo centro, altrimenti cade nell’ossessione. Sant’Agostino diceva che il nostro cuore è fatto per Dio e solo in Lui trova riposo. Può sembrare che voglia dire pregare tutto il tempo, stare sempre in chiesa e così via, ma in realtà il santo d’Ipponia intendeva ben altro. Intendeva che solo davanti a Dio noi riusciamo a dare il giusto ordine alle cose e a goderne pienamente.
Quindi, quali che siano le tue attività, i tuoi impegni, non lasciarti sommergere da essi. Prova a prendere l’impegno di ritagliarti del tempo per te. Può essere solo una mezz’ora al giorno, in qualsiasi orario. Puoi dedicarti a ciò che più ti piace. Prova anche a prenderti un po’ di tempo per pregare e rimetterti alla presenza di Dio. Vedrai con quanta carica tornerai a condurre la tua vita.
Un uomo lavorava in fabbrica 12 ore al giorno a metà degli anni ‘50. Si alzava alle 6 di mattina per andare a lavorare e tornava a casa alle 10 di sera. Aveva giusto il tempo di mangiare e dormire. La sua vita andò avanti così, finchè non gli capitò in mano un libro di testo di ebraico biblico. Mise da parte dei soldi, comprò una bibbia in ebraico e cominciò a dedicare un’ora alla traduzione dall’ebraico all’italiano ogni mattina prima di andare a lavoro, svegliandosi prima. Eppure, racconta che questo momento ridava senso a tutta la sua giornata.
Come il fuoco, anche il nostro cuore va alimentato. Riprendiamoci il nostro tempo.
Antonio Pio Facchino
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