Quante volte davanti ad un sogno che sembra richiederci troppa fatica, troppo sforzo, ci demotiviamo, rinunciando progressivamente a tutto?
Quante altre volte diamo ascolto a quelle voci che, invece di spronarci a continuare, ci fanno mollare la presa?
Ma soprattutto, quante volte diamo più credito alla nostra timidezza, alla paura di non farcela, di fallire e a tutti quei pensieri che ci fanno sentire e credere di essere da meno, inferiori e non abbastanza rispetto agli altri, rispetto anche a quella stessa situazione che dovremmo semplicemente affrontare, buttandoci a capofitto in essa?
Così facendo, in questo modo, rimaniamo fermi nella nostra “sicurezza”, nella nostra comfort zone.
Davanti ad ogni bivio che la vita ci pone davanti, chiedendoci di metterci in gioco e, al contempo, presentandoci un cambiamento più o meno grande e tutta una serie di novità, noi, puntualmente decidiamo di scappare via, letteralmente di girare sui tacchi. Lasciamo, insomma, che tutte queste catene ci leghino e non ci permettano di spiccare il volo.
Ma se si ha un sogno, si deve fare qualcosa. Anche se piccola, bisogna fare qualcosa perché non si sa mai dove potrebbe portarci!
Ed è proprio su questo che ci fa riflettere Giulia Bassani: sul fatto di avere un sogno e di avere anche il coraggio per raggiungerlo, di non arrendersi di fronte alle difficoltà, di qualsiasi natura esse siano.
Giulia è una giovane ragazza torinese che da piccola, non conosceva nient’altro al di fuori della scuola e della palestra. Si destreggiava tra intense sessioni di allenamento in ginnastica artistica e infiniti tentativi di raggiungere buoni voti nello studio, ma sempre inutilmente. Studiava senza sapere perché, senza avere un senso, se non quello di ottenere buoni voti.
Tutto cambiò quando, grazie al professore di fisica, assistette a qualcosa di diverso: guardò un video che mostrava l’arrivo di Samantha Cristoforetti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Si trattava della prima donna italiana ad andare nello spazio e, la sua, fu la prima missione che Giulia seguì interamente, dall’inizio alla fine. Ne rimase profondamente affascinata, appassionandosi in fretta di ingegneria astronautica. Da lì capì che quella era la strada che voleva intraprendere: studiare e progettare navi spaziali, studiare e lavorare duramente, come le aveva insegnato la ginnastica artistica, per poi arrivare nello spazio e fare qualcosa che nessuno aveva mai fatto prima.
Era una bella sfida: significava impegnarsi duramente. E Giulia lo fece, s’impegnò partendo proprio dallo studio, cercando di recuperare le sue lacune e migliorare la propria preparazione in diverse materie.
Con coraggio, dopo essere stata selezionata tra centinaia di ragazzi, nel 2015 partecipò ad un campo astronomico con altri 50 partecipanti internazionali, svolgendo osservazioni notturne e analisi dei dati e mettendosi a dura prova con l’inglese, unica lingua con la quale poteva interagire. In quella specifica occasione iniziò a pensare che, in fondo, tutto fosse possibile.
E fu con questa idea che, l’anno successivo, partecipò ad un concorso di ingegneria, per il quale progettò da zero una base su Marte, vincendo le semifinali e arrivando a presentare il suo progetto in inglese davanti ad una giuria internazionale di esperti, rappresentando, tra l’altro, l’Italia.
Ma non si fermò qui! Con quell’idea che si rafforzava nella sua mente, secondo la quale tutto fosse possibile, nel 2017 Giulia passò sei mesi a scrivere il suo primo libro: “Ad Martem 12”, un romanzo di fantascienza che parla dei primi esseri umani nati sul pianeta Marte. Un anno pieno, intenso, nel quale si preparava a raggiungere la maturità e nel quale non demorse; la mattina andava a scuola, il pomeriggio studiava e la sera continuava la stesura del romanzo.
La fatica non la spaventava e neanche i giudizi dei suoi coetanei o la sfiducia di sua madre la spaventavano più. Ormai Giulia era lanciata, aveva il suo sogno e lo custodì, impedendo sia ai commenti negativi sia alle incomprensioni di chi le stava accanto, che lo facessero svanire.
Finalmente si iscrisse al Politecnico di Torino per studiare ingegneria aerospaziale – un sogno che si realizzava. Ma si trovò a dover affrontare nuove sfide. Fin dal primo giorno, infatti, si rese conto di non
essere pronta poiché la difficoltà richiesta era veramente alta e la sua preparazione non era sufficiente. Non superò neanche un esame e cadde in una profonda e amara delusione. Ma anche questa volta, con coraggio, trovò la forza per reagire a quel momento, a quelle difficoltà. Studiò ancor più duramente e lentamente gli esami iniziarono ad andare meglio.
Giulia attualmente si trova al terzo anno di ingegneria aerospaziale e da quel quattro in matematica alle superiori, ne ha fatta di strada! Ha scritto il suo secondo romanzo, fa public speaking scientifico a eventi o nelle scuole per ispirare nuove generazioni di esploratori, fa divulgazione scientifica anche sul suo canale Istagram, e infine nel 2019 è stata nominata Coordinatore Nazionale dell’associazione globale che prende il nome di Villaggio Lunare.
Giulia attraverso la sua testimonianza ci motiva a cercare il nostro sogno ed una volta trovato a non mollare mai. Ci motiva ad essere coraggiosi e rialzarci sempre, a lottare per i nostri sogni, mettendo in campo tutte le nostre risorse. Inoltre ci ricorda di non farci bloccare dalla paura del cambiamento, della fatica, del fallimento e neppure dalla sfiducia nei nostri confronti, nei nostri sogni, da parte di coloro che abbiamo accanto.
Tutto è possibile se abbiamo il coraggio di crederci fino in fondo!
Erika Centurione
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